Il padre e lo straniero – Giancarlo De Cataldo

Diego fumava una sigaretta dopo l’altra in attesa di riprendersi il bambino.

Incipit Il padre e lo straniero

Diego fumava una sigaretta dopo l’altra in attesa di riprendersi il bambino. Mancavano dieci minuti alla fine della seduta. Tirava un fresco venticello autunnale, e al centro dello spiazzo sterrato che separava il reparto dei convulsivi da quello dei cerebrolesi, alcuni ragazzi epilettici giocavano a rincorrersi sotto lo sguardo distratto di un’anziana signora intenta a sferruzzare. Due terapiste tentavano di mettere in posizione eretta un bimbetto dalla testa microscopica. Diego aveva già notato quella creaturina disarticolata, che sembrava uno scherzo della natura. Tra se lo chiamava «il mostrino».

Incipit tratto da:
Titolo: Il padre e lo straniero
Autore: Giancarlo De Cataldo
Casa editrice: Einaudi

Libri di Giancarlo De Cataldo

Copertine di Il padre e lo straniero di Giancarlo De Cataldo

Quarta di copertina / Trama

Diego, impiegato ministeriale, è padre di un bambino disabile. Nell’istituto dove suo figlio è seguito, incontra Walid, elegante mediorientale che porta lí il suo Yusuf. Tra i due padri nasce un’amicizia, un giuramento di lealtà reciproca. Walid non parla mai della sua vita, ma rivela a Diego una Roma sconosciuta e segreta, risvegliando in lui desideri sopiti di felicità. Finché non scompare. Al suo posto appare un agente dei servizi segreti, che è proprio sulle tracce di Walid. E Diego è una delle tracce. La progressiva scoperta della verità sulla vita di Walid sconvolgerà la vita di Diego, costringendolo infine a una difficilissima scelta, tra la fedeltà alle leggi dello Stato e la fedeltà a qualcosa che non ha forse nome, ma che ha il suo fondamento proprio nell’essere un padre. Il racconto di una profonda relazione umana, radicata nella condivisione del dolore, che diventa, per due individui appartenenti a mondi lontanissimi, l’occasione per ribaltare il concetto di diversità e infrangere fittizie barriere culturali.
(Ed. Einaudi; Stile Libero Big)

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Da questo romanzo il film Il padre e lo straniero per la regia di Ricky Tognazzi (2011)

Cani neri – Ian McEwan

Incipit Cani neri – Ian McEwan

Incipit Cani neri

È da quando ho perso i miei in un incidente stradale all’età di otto anni che ho incominciato a interessarmi ai genitori degli altri. Il fenomeno ha conosciuto il suo momento di massimo sviluppo durante la mia prima giovinezza quando molti amici cercavano di scrollarsi di dosso i vecchi e io me la cavavo piuttosto bene nei panni del solitario affamato di protezione. Nel nostro quartiere non mancavano certo padri e madri vagamente scoraggiati ai quali non pareva vero di ritrovarsi fra i piedi almeno un diciassettenne disposto ad accettare da loro di tutto: battute, consigli e, perché no, anche soldi. Del resto ero anch’io un genitore per certi versi. A quei tempi il mio milieu di più immediato riferimento era il matrimonio recente e disastroso di mia sorella con un tale di nome Harper. All’interno di questo sconsolante focolare domestico, avevo un’amica del cuore e pupilla: Sally, la mia nipotina di tre anni, figlia unica di Jean. Le ondate di furia e di riconciliazioni che si susseguivano nel grosso appartamento, – Jean aveva ereditato metà della casa mentre la mia metà era stata data in amministrazione fiduciaria -, tendevano a mettere Sally in disparte. Naturalmente io non facevo fatica a identificarmi in un bambino abbandonato e perciò ogni tanto ci rintanavamo insieme in una grande stanza che dava sul giardino, con i suoi giocattoli, i miei dischi e un fornellino da campo al quale ricorrevamo ogni volta che l’inciviltà circostante ci faceva passare la voglia di stare in mezzo agli altri. Badare a Sally mi faceva bene.

Incipit tratto da:
Titolo: Cani neri
Autore: Ian McEwan
Traduzione: Susanna Basso
Titolo originale: Black Dogs
Casa editrice: Einaudi

Libri di Ian McEwan

Cani neri - Ian McEwan

Incipit Black Dogs

Ever since I lost mine in a road accident when I was eight, I have my eye on other people’s parents. This was particularly true during my teens, when many of my friends were casting off their own folk, and I did rather well in a lonely, hand-me-down way.

Incipit tratto da:
Title: Black Dogs
Author: Ian McEwan
Publisher: Anchor
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Jeremy ha perso i genitori a otto anni in un incidente stradale: da allora va cercando dei sostituti e temporaneamente li trova tra padri e madri di compagni di scuola, tra gli insegnanti all’Università e finalmente, definitivamente, nelle figure di June e Bernard Tramaine, i genitori acquisiti, adottati per così dire attraverso il matrimonio di Jenny. Il romanzo è appunto un tributo a questi due vecchi, rappresentanti della generazione che ha vissuto la propria giovinezza durante il secondo conflitto mondiale, e il tentativo spasmodico da parte di Jeremy di ricucire nel ricordo i brandelli del loro amore.
Bernard e June si incontrano nella Londra degli anni quaranta; a unirli è l’amore reciproco e la fede nell’ideale comunista. Ma per paradosso saranno proprio il loro amore testardo e la cocente disillusione del comunismo ad allontanarli nel corso degli anni. La loro storia viene perciò a costruirsi come esemplare: nei loro inconciliabili modi di credere (nella scienza, nella nazionalità e nel progresso sociale, Bernard; nel dispiegarsi magico dell’esistenza e nel disegno divino, June) si inserisce il discorso di Jeremy e il suo eterno dubitare su chi dei due possegga la chiave, chi mostri l’approccio vincente verso la vita.
McEwan, come sempre straordinario nel distillare senso narrativo da brevi episodi cruciali, costruisce un crescendo di aspettative intorno alla vicenda dei «cani neri» di June, intorno cioè a quel momento in cui lei riconosce la svolta della sua vita e di fronte al quale anche la ragione di chi legge vacilla in un’incertezza inquietante.
(Ed. Einaudi; SuperCoralli)

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Nero come il cuore – Giancarlo De Cataldo

Incipit Nero come il cuore

Un nero che puzzava di vino, parlava un dialetto incomprensibile e tormentava la sua T-shirt gialla, lacera, macchiata di sudore. Il primo cliente della settimana. E io non avevo nessuna voglia di occuparmi per l’ennesima volta dell’ennesimo sfigato di colore. Ero troppo stanco, deluso, annoiato.

Incipit tratto da:
Titolo: Nero come il cuore
Autore: Giancarlo De Cataldo
Casa editrice: Einaudi

Libri di Giancarlo De Cataldo

Copertine di Nero come il cuore di Giancarlo De Cataldo

Quarta di copertina / Trama

Il contrasto tra i quartieri del lusso e quelli della miseria (come il contrasto tra Palazzo e Strada in Romanzo criminale) è lo scenario delle avventure di Valentino Bruio. Bruio, un avvocato che dubita fortemente della legge, è nei guai. L’Ordine vuole levarselo di torno, di clienti nemmeno l’ombra. L’unico sarebbe un immigrato di colore che parla confusamente di un figlio in pericolo. Ma Bruio è stanco di «sfigati» e non gli dà retta. Quando scopre che l’uomo è stato ucciso, la sua crisi precipita. In coppia con Del Colle, poliziotto anomalo, inizia a modo suo una indagine che lo porta a conoscere i potenti Alga-Croce: la sensuale Giovanna e l’enigmatico vecchio patriarca Noè. Valentino è alle strette: una nuova vita con Giovanna o una, forse inafferrabile, verità?
Un gioiello narrativo che svela senza pudore l’efferatezza che può nascondere il nostro Occidente.
(Ed. Einaudi; Stile Libero Noir)

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