Cronache di poveri amanti – Vasco Pratolini

Incipit Cronache di poveri amanti

Ha cantato il gallo del Nesi carbonaio, si è spenta la lanterna dell’Albergo Cervia. Il passaggio della vettura che riconduce i tranvieri del turno di notte ha fatto sussultare Oreste parrucchiere che dorme nella bottega di via dei Leoni, cinquanta metri da via del Corno. Domani giorno di mercato, il suo primo cliente sarà il fattore di Calanzano che ogni venerdì mattina si presenta con la barba di una settimana. Sulla Torre di Arnolfo il marzocco rivolto verso oriente garantisce il bel tempo. Nel vicolo dietro Palazzo Vecchio i gatti disfano i fagotti dell’immondizia. Le case sono così a ridosso che la luce lunare sfiora appena le finestre degli ultimi piani. Ma il gallo del Nesi, ch’è in terrazza, l’ha vista ed ha cantato.

Incipit tratto da:
Titolo: Cronache di poveri amanti
Autore: Vasco Pratolini
Casa editrice: Rizzoli

Libri di Vasco Pratolini

Copertine di Cronache di poveri amanti di Vasco Pratolini

Quarta di copertina / Trama

Via del Corno è troppe cose per essere solo una strada: in quei cinquanta metri privi di marciapiedi e di interesse, esclusi dal traffico e dalla curiosità, ci si può imbattere nel meglio e nel peggio del mondo, in cuori e cervelli malati di ossessioni e desideri, ma soprattutto nell’autenticità di un gruppo di persone che usa dire “noi”. Via del Corno “è tutta udito”, e anche quando le finestre sono chiuse, le vicende, le rivalità, gli amori di uomini e donne si intersecano, si mischiano, trapassano da muro a muro. Finché, inevitabilmente, si confondono con il secolo e i suoi eventi: il Duce, il regime, la violenza politica, la repressione.
Pratolini diceva che via del Corno – e lui la conosceva bene, per averci abitato da ragazzo – era la sua Aci Trezza, la sua epica popolare. Il romanzo che le dedicò nacque mentre l’autore lavorava con Rossellini alla sceneggiatura di Paisà: aveva il cinema neorealista “addosso” e lo trasferì su pagina, facendo della Firenze degli anni Venti l’icona indimenticabile di un mondo dolente ma vivo, dove la speranza era ancora accesa.
(Ed. Rizzoli; BUR Scrittori Contemporanei)

Indice cronologico opere e bibliografia di Vasco Pratolini

Da questo romanzo il film Cronache di poveri amanti per la regia di Carlo Lizzani (1953)

Metello – Vasco Pratolini

Incipit Metello

Metello Salani era nato in San Niccolò, ma fino ai quindici anni, non vi aveva mia abitato. La sua famiglia era di quel Rione, e ciascuno ha le discendenza che si ritrova. Suo padre, renaiolo, era stato anarchico e tutti, tra piazza de’ mozzi e la Colonna, l’avevano conosciuto, per la sua bassa statura e il suo pugno proibito. Lo chiamavano Caco, e non perché quella gente sapesse di mitologia, ma per via del gruppo di Bandinelli ch’è sotto Palazzo Vecchio, e per dire ch’era uno che soltanto un Ercole l’avrebbe potuto castigare. Dapprima, si raccontava, egli se n’era offeso, poi aveva saputo che Caco era una specie di ladrone e questo gli aveva fatto piacere siccome i ladri, lui che era onesto, li stimava.

Incipit tratto da:
Titolo: Metello
Autore: Vasco Pratolini
Casa editrice: Mondadori

Libri di Vasco Pratolini

Copertine di Metello di Vasco Pratolini

Quarta di copertina / Trama

Metello è il primo volume di una trilogia che, con il titolo complessivo di Una storia italiana abbraccia un arco di vicende che vanno dall’unità d’Italia ai giorni nostri e che, dopo Lo scialo uscito nel 1960, si è conclusa nel 1966 con Allegoria e derisione. In questo secolo di vita italiana, Metello rievoca gli anni 1875-1902 quando la classe operaia, alla luce delle nuove dottrine socialiste, si univa al generale fermento di rivendicazioni che già scuoteva la società europea dell’ultimo Ottocento.
Pratolini crea con il fiorentino Metello una figura viva, calata e operante in un contesto definito dalla nostra storia di ieri, e riconoscibile e felicemente importuna sotto i mutati aspetti della società contemporanea.
(Ed. Mondadori; Oscar Narrativa n.65)

Indice cronologico opere e bibliografia di Vasco Pratolini

Da questo romanzo il film Metello per la regia di Mauro Bolognini (1970)

Le ragazze di Sanfrediano – Vasco Pratolini

Incipit Le ragazze di Sanfrediano

Il rione di Sanfrediano è “di là d’Arno”, è quel grosso mucchio di case tra la riva sinistra del fiume, la Chiesa del Carmine e le pendici di Bellosguardo; dall’alto, simili a contrafforti, lo circondano Palazzo Pitti e i bastioni mediceii; l’Arno vi scorre nel suo letto più disteso, vi trova la curva dolce, ampia e meravigliosa che lambisce le Cascine. Quanto v’è di perfetto, in una civiltà diventata essa stessa natura., l’immobilità terribile ed affascinante del sorriso di Dio, avvolge Sanfrediano, e lo esalta. Ma non tutto è oro ciò che riluce. Sanfrediano, per contrasto, è il quartiere più malsano della città; nel cuore delle sue strade, popolate come formicai, si trovano il Deposito Centrale delle Immondizie, il Dormitorio Pubblico, le Caserme. Gran parte dei suoi fondaci ospitano i raccoglitori di stracci, e coloro che cuociono le interiora dei bovini per farne commercio, assieme al brodo che ne ricavano. E che è gustoso, tuttavia, i sanfredianini lo disprezzano ma se ne nutrono, lo acquistano a fiaschi.

Incipit tratto da:
Titolo: Le ragazze di Sanfrediano
Autore: Vasco Pratolini

Casa editrice: Mondadori

Libri di Vasco Pratolini

Copertine di Le ragazze di Sanfrediano di Vasco Pratolini

Quarta di copertina / Trama

Un rione popolare della Firenze del dopoguerra, animato dalla presenza tenera e rissosa di sei giovani donne: Mafalda, Tosca, Gina, Silvana, Bice e Loretta. Sono le ragazze di Sanfrediano, belle, fiere e innamorate dello stesso uomo. L’avevano soprannominato Bob perché rassomigliava a Robert Taylor e come il modello era affascinante e seduttore. Le avrebbe volute tutte per sé le donne al di là dell’Arno, “tutte insieme, a picce, nel suo cuore o come morronsecchi, da tenere in tasca a sgranocchiare a turno”. Ma il fortunato carosello amoroso farà dimenticare a Bob il tradizionale orgoglio delle donne di Sanfrediano che, aizzate da Tosca, daranno al bel rubacuori una feroce lezione. Uscitone malconcio nel fisico e ancor più nel prestigio, Bob tornerà ad essere semplicemente Aldo e sposerà una delle sue vittime.
(Ed. Mondadori; Oscar Settimali Mondadori n.41)

Indice cronologico opere e bibliografia di Vasco Pratolini

Da questo romanzo il film Le ragazze di San Frediano per la regia di Valerio Zurlini (1954)