Bambini di ferro – Viola Di Grado

Incipit Bambini di ferro - Viola Di Grado

Incipit Bambini di ferro

483 a. C.
Kusinagar, India settentrionale.
In piena notte, scalzo e sudato, Buddha Sakyamuni esce dal suo tempio scavato nella roccia, nel centro desolato di Kusinagar. È il 12 settembre, e quella è la città che ha scelto per morire. Pochi abitanti e poche costruzioni, un tempio umido e quasi inagibile dove stare solo con se stesso e poi, finalmente e all’improvviso, senza più nessuno.
Lentamente, arrancando, percorre la strada buia – terra nuda piena di sassi e scarti del bosco, foglie secche, pezzi di mango schiacciati – verso il santuario dove sa che troverà suo cugino Ananda. Ha piovuto, c’è odore di fango e di campi spogli, di cose singhiozzate dalla terra. Pesta una pozzanghera e abbassa la testa per specchiarsi, ma trova solo un buio impersonale.

Incipit tratto da:
Titolo: Bambini di ferro
Autrice: Viola Di Grado
Casa editrice: La nave di Teseo
Qui è possibile leggere le prime pagine di Bambini di ferro

Bambini di ferro - Viola di Grado

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Quarta di copertina / Trama

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Una mattina di ne estate, in un Giappone di un’era imprecisata, la direttrice dell’Istituto Gokuraku, Sada, e la sua assistente, Yuki, prelevano da una vecchia casa una bambina rimasta orfana: la piccola Sumiko. Presto si accorgono che Sumiko non intende parlare, mangiare, interagire con niente e nessuno; i suoi occhi sono persi in un punto indefinito davanti a se´, su qualcosa che sembra nulla.
Anche Yuki, venticinque anni prima, e` stata ospite dell’istituto: privata dei genitori, e` stata sottoposta a un programma di accudimento materno artificiale il cui fallimento ha generato dei “bambini difettosi”, con nati in istituto sotto la guida e le cure soffocanti di Sada. Yuki dovrebbe essere la tutrice di Sumiko, ma viene risucchiata nella spirale dei suoi silenzi e della sua fissita`, trascinata in una “zona pericolosa”, uno spazio interiore frammentato da cui pensava di essere uscita per sempre. Sumiko si rivelera` essere custode dei segreti del passato e dei traumi
di Yuki, ma anche la sua possibilita` di salvezza.
(Ed. La nave di Teseo)

Bambini di ferro - Audiolibro - Viola di Grado

Cuore cavo – Viola Di Grado

Incipit Cuore cavo - Viola Di Grado

Incipit Cuore cavo

Nel 2011 è finito il mondo: mi sono uccisa.
Il 23 luglio, alle 15.29, la mia morte è partita da Catania. Epicentro il mio corpo disteso, i miei trecento grammi di cuore umano, i seni piccoli, gli occhi gonfi, l’encefalo tramortito, il polso destro poggiato sul bordo della vasca, l’altro immerso in un triste mojito di bagnoschiuma alla menta e sangue.

Incipit tratto da:
Titolo: Cuore cavo
Autrice: Viola Di Grado
Casa editrice: e/o

Cuore cavo - Viola Di Grado

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Quarta di copertina / Trama

In un romanzo coraggioso e sorretto da una scrittura formidabile per originalità e poesia, Viola Di Grado racconta la storia di un suicidio e di ciò che lo segue. Una folgorante invenzione della vita dopo la morte: la nostalgia, l’amore, la frequentazione “fantasmatica” delle persone care, la solitudine e l’incomunicabilità, in un aldilà cupo e ribollente, senza pelle e senza sensi, dominato da una natura crudele, che sfalda i corpi, ma anche da una vita ostinata che a questa morte si sottrae. Si rimane seriamente scossi da questa lettura, in cui Di Grado conferma appieno la sua unicità.
Un romanzo che fa paura: la disgregazione dei corpi, la sopravvivenza dell’“anima”, la tristezza e il rimpianto per la vita che non riesce a ricomporsi ma continua a incedere e spiare, vagando in un mondo deserto ma affollato, dove i vivi non possono più vederti
e sentirti ma i morti restano all’erta, impauriti, in ascolto. Un romanzo sulla morte e sulla “vita-dopo-la-morte” innovativo e conturbante, la conferma evidente di uno dei maggiori talenti della narrativa di questi anni.
(Ed. e/o; Dal Mondo)

Settanta acrilico trenta lana – Viola Di Grado

Incipit Settanta acrilico trenta lana - Viola Di Grado

Incipit Settanta acrilico trenta lana

Un giorno era ancora dicembre. Specialmente a Leeds, dove l’inverno è cominciato da così tanto tempo che nessuno è abbastanza vecchio da aver visto cosa c’era prima. Nevicava tutto il giorno, a parte quella breve parentesi di autunno che ad agosto aveva scosso un po’ di foglie e n’era tornata da dove era venuta, tipo la band di apertura prima della star.
A leeds tutto ciò che non è inverno è una band di apertura che si sgola due minuti e poi muore. subito dopo arrivano le plateali tempeste di neve, si abbattono a terra come maledizioni, congiurano contro il lirismo spericolato delle piccole fucsie sbocciate nel parco. E fate un applauso. Bis.
Ogni inverno di Leeds è terribilmente egocentrico, vuole sempre essere il più freddo dell’inverno precedente, pretende sempre di essere l’ultimo inverno. Scatna un vento letale conle vocali strette degli inglesi del nord, ma ancora più dure, e comunque nessuno è con me che parla.
E dire che non è l’inverno che la gente teme, è l’inferno, con quel calduccio di fiamme. Io li scambierei volentieri, scambierei la V di inverno con la F, se la vita si potesse gestire come uno dei miei esercizi di cinese.

Incipit tratto da:
Titolo: Settanta acrilico trenta lana
Autrice: Viola Di Grado
Casa editrice: e/o
Qui è possibile leggere le prime pagine di Settanta acrilico trenta lana
Settanta acrilico trenta lana - Viola Di Grado

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Quarta di copertina / Trama

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Camelia vive con la madre a Leeds, una città in cui “l’inverno è cominciato da così tanto tempo che nessuno è abbastanza vecchio da aver visto cosa c’era prima”, in una casa assediata dalla multa. Traduce manuali di istruzioni per lavatrici, mentre la madre fotografa ossessivamente buchi di ogni tipo. Entrambe segnate da un trauma, comunicano con un alfabeto fatto di sguardi. Un giorno però Camelia incontra Wen, un ragazzo cinese che comincia a insegnarle la sua lingua: gli ideogrammi. Assegnando nuovi significati alle cose, apriranno un varco di bellezza e mistero nella vita buia di Camelia. Ma Wen nasconde un segreto, assieme a uno strano fratello che dietro una porta deturpa vestiti…
Opera prima di grande maturità Settanta acrilico trenta lana è uno di quei pochi, pochissimi romanzi che riescono a mantenere intatta la forza dell’ispirazione poetica senza rinunciare a raccontare una storia.
(Ed. e/o; Dal Mondo)

Romanzo vincitore del Premio Campiello Opera Prima nel 2011