Dodici rose a Settembre – Maurizio de Giovanni

Incipit Dodici rose a Settembre – Maurizio de Giovanni

Incipit Dodici rose a Settembre

Gelsomina Settembre, detta Mina, camminava nel bosco, in piena notte.
L’ambiente non era certo accogliente, con rami e foglie e lieve vento dal nord che rendeva la pelle simile a quella di un pollo appena spennato, ma Mina sapeva che c’era di peggio, di molto peggio, quindi si godeva la passeggiata nella consapevolezza che ogni bella cosa ha una fine, come peraltro le aveva suggerito l’accordo introduttivo di I will survive che il subconscio le aveva acutamente proposto. Ma lei voleva fortemente ritardare l’inizio, quindi testardamente proseguì nel sentiero tra gli alberi, i piedi nudi a calpestare la torba, nessun ramoscello ad agganciare i lembi della svolazzante camicia da notte con la faccia di Paperina sul davanti.
Il bosco di notte, pensò mentre il subconscio cominciava a bussare più forte alla porta della consapevolezza, non è poi un brutto posto. Chissà chi si nasconde nell’ombra, certo; ma pure tu puoi diventare invisibile, e anche se non vuoi predare nessuno né saltare alla gola di qualche innocente animaletto erbivoro, puoi almeno provare a passare inosservata. E per una con il volto di un’oca con un fiocco rosa deformato da qualcosa sotto l’indumento, passare inosservata non era certo una brutta scelta.
Da lontano Gloria Gaynor o chi per lei cessò a metà l’intro del suo pezzo, e per qualche motivo Mina percepì la cosa come l’incombenza di una minaccia. Contemporaneamente si ritrovò in una radura, di fronte a un ramo che le tagliava trasversalmente il cammino all’altezza degli occhi. Per poco non ci andò a sbattere contro, e sarebbe stata una mezza tragedia perché al centro del suddetto ramo era assiso un enorme uccello notturno, forse un gufo o un barbagianni o un’upupa o chissà che. L’animale restò imperturbabile, gli occhi indagatori sgranati a pochi centimetri dal volto di Mina, che emise un impercettibile sospiro.
Il subconscio sussurrò: hai visto? Che ti avevo detto? Gloria Gaynor, Paperina, il bosco. Tutto chiaro, no?

Incipit tratto da:
Titolo: Dodici rose a Settembre
Autore: Maurizio de Giovanni
In copertina: Rose rosse di David Michael Arrigoni
Casa editrice: Sellerio
Qui è possibile leggere le prime pagine di Dodici rose a Settembre

Dodici rose a Settembre - Maurizio de Giovanni

Cronologia opere, libri, biografia di Maurizio de Giovanni su Incipitmania

Quarta di copertina / Trama

Acquista qui 150

«Mi chiamo Flor, ho undici anni, e sono qui perché penso che mio padre ammazzerà mia madre».
Gelsomina Settembre detta Mina, assistente sociale di un consultorio sottofinanziato nei Quartieri Spagnoli di Napoli, è costretta a occuparsi di casi senza giustizia.
La affiancano alcuni tipi caratteristici con cui forma un improvvisato, e un po’ buffo, gruppo di intervento in ambienti dominati da regole diverse dall’ordine ufficiale. Domenico Gammardella «chiamami Mimmo», bello come Robert Redford, con un fascino del tutto involontario e una buona volontà spesso frustrata; «Rudy» Trapanese, il portiere dello stabile che si sente irresistibile e quando parla sembra rivolgersi con lo sguardo solo alle belle forme di Mina; e, più di lato, il magistrato De Carolis, antipatico presuntuoso ma quello che alla fine prova a conciliare le leggi con la giustizia.
Vengono trascinati in due corse contro il tempo più o meno parallele. Ma di una sola di esse sono consapevoli. Mentre Mina, a cui non mancano i problemi personali, si dedica a una rischiosa avventura per salvare due vite, un vendicatore, che segue uno schema incomprensibile, stringe intorno a lei una spirale di sangue. La causa è qualcosa di sepolto nel passato remoto.
Il magistrato De Carolis deve capire tutto prima che arrivi l’ultima delle dodici rose rosse che, un giorno dopo l’altro, uno sconosciuto invia.
Mina Settembre e gli altri sono figure che Maurizio de Giovanni ha già messo alla prova in un paio di racconti. In Dodici rose a Settembre compaiono per la prima volta in un romanzo. Sono maschere farsesche sullo sfondo chiassoso di una città amara e stanca di tragedie. Un mondo di fatica del vivere che de Giovanni riesce a far immaginare, oltre all’intreccio delle storie, già solo con il linguaggio parlato dai vari personaggi di ogni strato sociale: ironico, idiomatico, paradossale, immaginoso.
(Ed. Sellerio; La Memoria)

Dodici rose a Settembre Audiolibro de Giovanni