La vita sconosciuta – Crocifisso Dentello

Incipit La vita sconosciuta - Crocifisso Dentello

Incipit La vita sconosciuta

Mentre Agata rincorreva il suo ultimo respiro, sciogliendo il suo finale di vita in un sonno senza più risveglio, io me ne stavo genuflesso sull’erba umida del Parco Nord, profanato dal cazzo di un tunisino e accogliendo nella mia bocca, come in una torbida eucaristia, il suo seme di musulmano infedele.
Non ricordo quale sguardo Agata mi restituì quando, con quel tanto di vittimismo calcolato utile a spegnere ogni sua possibile obiezione e farfugliato un patetico esco un attimo, mi lasciai la porta di casa alle spalle.
Il brusio del televisore ora assorbiva l’eco delle sue parole incendiate, svanite pian piano ma ferme a vibrare con la densità di un odore feroce.
Tollerava le mie uscite solitarie notturne. Credeva fossero una mia personale terapia per depurare il clima tossico delle nostre liti, convinta me ne andassi a sbronzarmi in un bar di cinesi lungo viale Suzzani per nutrirmi di autocommiserazione.
Ogni volta mi illudevo di imprimere ai miei passi la scioltezza di un pellegrino svagato, ma sapevo di camminare con l’esaltazione delirante di certi maratoneti. Mentivo a me stesso, smarrito in un gioco infantile: assecondare una debolezza come l’esito di una ciclica fatalità e non di un desiderio strenuamente perseguito.
La meta era una sola, quella e basta, senza variazioni possibili. Il mio itinerario di depravazione si snodava dal portone del nostro stabile in viale Fulvio Testi fino a quella topografia proibita dove il Parco Nord, a ridosso del confine tra Bicocca e Cinisello Balsamo, abbraccia un complesso scolastico.
Attraversare la notte di quel ritaglio di Milano – a dispetto della sua versione diurna dove la luce genera essa stessa frastuono e illumina uno sciame di corpi ansiogeni in movimento – era come valicare il confine di un paese straniero. Per le strade pochi irriducibili dai ritmi rallentati: anime solitarie, cani randagi, festaioli barcollanti sull’orlo di un coma etilico, cingalesi tristi con mazzi flosci di rose.

Incipit tratto da:
Titolo: La vita sconosciuta
Autore: Crocifisso Dentello
Casa editrice: La Nave di Teseo

Libri di Crocifisso Dentello

La vita sconosciuta - Crocifisso Dentello

Quarta di copertina / Trama

Milano, primi anni Duemila. Ernesto, cinquantenne disoccupato, reduce da un incontro sessuale con un gigolò arabo, rincasa nel cuore della notte e scopre la moglie Agata riversa senza vita sul divano. Il tragico evento è preceduto alcune ore prima dall’ennesima disputa coniugale perché Agata – costretta a lavorare come domestica per salvare il bilancio familiare – rimprovera al marito una colpevole rassegnazione.
Il lutto improvviso esaspera i sensi di colpa di Ernesto. Da anni conduce una doppia vita costellata da menzogne e tradimenti. Agata, siciliana dal carattere ribelle, ignora che il marito la tradisce con prostituti nel degrado di parchi pubblici e toilette di stazioni ferroviarie. Così com’è all’oscuro del terribile segreto che Ernesto custodisce, risalente al loro comune passato di rivoluzionari negli anni Settanta.
Scandito da capitoli che si accumulano come istantanee capaci di illuminare il nostro passato prossimo grazie a un particolare, un dettaglio, un’emozione, il romanzo attraversa la memoria intima e pubblica di un uomo che si mette a nudo in una confessione senza sconti. Crocifisso Dentello, alla sua seconda prova, racconta due vite perdute, un marito e una moglie offesi dalla Storia e dai sentimenti negati.
(Ed. La Nave di Teseo)

Incipit La vita sconosciuta - Crocifisso Dentello

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