L’invenzione degli italiani – Marcello Fois

Incipit L’invenzione degli italiani

Come Giorgio Vasari, un pittore professionista, ma non geniale, inventa il Rinascimento, cosí Edmondo De Amicis con la pubblicazione di Cuore, e il suo successo planetario, inventa l’«Italietta» dando anima e corpo alla formula «italiani brava gente». Per capire quanto inossidabile sia quell’invenzione ci basta accendere la tv generalista pomeridiana – popolata di madri separate, figli eroici, padri lontani, ricongiungimenti da oltre oceano, atti di microeroismo –, che riversa nelle nostre case un oceano di «cuorismo» e che ci fa pendere verso il manicheismo un po’ egoista di chi si sente comunque nel giusto.
Edmondo De Amicis costruisce un’opera che non ha solo valore letterario ma anche normativo, auspicando la nascita di una nazione a tutti gli effetti moderna. Cuore deve sí insegnare il valore dell’istruzione e della solidarietà sociale, ma deve anche e soprattutto insegnare agli italiani a catalogarsi prima che si scoprano menefreghisti, pusillanimi, sanguigni, guardinghi. Ne scaturirà un modello del tutto nuovo di cittadino che produrrà, a sua volta, un impatto tale da convincerci di essere geneticamente sentimentali, generosi e atti al sacrificio. De Amicis progetta, in vitro, il carattere del nostro popolo eludendo scientificamente tutta una parte non secondaria di quello che, anche, eravamo, e siamo, veramente. Eravamo, e siamo, anche, infantili, egoisti, forcaioli, livorosi. De Amicis ci ha resi, esclusivamente, brava gente. All’interno di questa categoria consolidata s’inseriscono spesso quegli stessi che, per calcolo o per paura, osannano chi costruisce nuovi nemici da combattere, e non chi produce solidarietà.
(Premessa)

Incipit tratto da:
Titolo: L’invenzione degli italiani. Dove ci porta Cuore
Autore: Marcello Fois
Casa editrice: Einaudi

Libri di Marcello Fois

L’invenzione degli italiani di Marcello Fois

Quarta di copertina / Trama

Cuore di Edmondo De Amicis è stato uno dei libri piú letti e piú criticati della nostra letteratura. Oggi purtroppo lo si legge un po’ meno, ma dovremmo tornare a farlo, e proprio in virtú della critica che piú spesso gli è stata rivolta: essere buonista. Ma Cuore è davvero un libro buonista? Se anche lo fosse non ci sarebbe nulla di male, anzi. Si tratta infatti dell’unico classico italiano che non sia scaturito da esigenze prettamente letterarie ma da un impegno etico preciso: De Amicis ha inventato gli italiani, ha espresso le possibili coordinate di un popolo nel caos di differenze apparentemente irreconciliabile. E lo ha fatto perché credeva in un modello di società utopistico fino al punto di pensare che si è felici solo a patto di essere felici di quello che si è. L’Italia di oggi è un paese in cui chi sa viene dileggiato. Dove i Franti – i codardi che se la prendono con i piú deboli – diventano ministri; un paese in cui per emergere sembra sia necessario mostrare il proprio lato peggiore, spietato, senza cuore. Queste pagine ci ricordano invece che la fondamentale importanza del racconto pedagogico deamicisiano è stata proprio quella di formulare una grammatica essenziale, attraverso cui poterci rappresentare e raccontare come popolo unito perché solidale. Una grammatica fondata su istruzione, empatia e amorevolezza, che in tempi di odio è quanto mai importante cercare nuovamente di imparare.
(Ed. Einaudi; Super ET Opera viva)

Cronologia opere e bibliografia di Marcello Fois