Le maestose rovine di Sferopoli – Michele Mari

Incipit Le maestose rovine di Sferopoli

[…] Proseguendo sulla SP 921 si arriva, dopo una serie di tornanti, al passo della Furca (belvedere al km 183), dal quale si scende dolcemente nella valle del Bramone, celebre per i suoi uliveti e le sue acque termali. Meritano una sosta i borghi di Fargia (cappella del Redentore, con affresco del XIII sec.; collegiata di S. Firmino), Mendola (antichi lavatoi e Pozzo Massimo) e Roccella, dove al civico 10 di via Garibaldi si può visitare la casa natale di Terenzio Santapaola (ingresso a pagamento lun.-ven. 9.00-12.00 e 15.00-18.00, sab. 9.00-12.00). Dopo 8 km si prende la Strada Consortile 34 (tratti sterrati), che attraverso faggeti e querceti conduce a Pirismano, un tempo centro manifatturiero e commerciale della civiltà subbiotica e oggi ridente cittadina termale, caratterizzata dai tipici edifici “a falcone”. Subito prima dell’abitato si possono ammirare le cupe rovine del castello di Grazza, dove il monaco Urgulone praticava l’arte di cristallizzare i cadaveri: del suo laboratorio rimane solo la parte ipogea (visita sconsigliata ai deboli di cuore; informazioni in loco). In centro, allineati lungo il corso del Faruto, il Teatro Comunale (facciata neoclassica di A. Piva), il Grand Hôtel delle Acque e la Casa della Sgraglia, dove fino al secolo scorso si conciavano le pelli secondo l’antica tecnica della sgragliatura. Manifestazioni: infiorata di S. Costanza (20 maggio); palio dei terzieri (prima domenica d’agosto); sagra della castagna (secondo fine settimana di ottobre). Gastronomia: piatto tradizionale del Pirismanese è la regagliata, crostone farcito di interiora di ovino; fra i dolci locali il pangreve, con uvette, pinoli ed estratto di mortilla. Inutilmente cercherete una pizza. Impossibile posteggiare: vi innervosirete, verrete multati, litigherete. Litigherete con gli altri, con i vostri compagni di viaggio, con voi stessi. Vi chiederete perché Santapaola, perché Piva. Vi rammaricherete di non essere scesi nei tenebricosi sotterranei del monaco Urgulone, che soli avrebbero potuto dare un senso al vostro viaggio.
(Strada Provinciale 921)

Incipit tratto da:
Titolo: Le maestose rovine di Sferopoli
Autore: Michele Mari
In sovracoperta: Illustrazione tratta dal libro di Barthélemy Faujas de Saint-Fond, Minéralogie des volcans, 1784
Casa editrice: Einaudi

Libri di Michele Mari

Le maestose rovine di Sferopoli di Michele Mari

Quarta di copertina / Trama

Ogni ossessione a Sferopoli è già stata catalogata, qualsiasi mito o superstizione trova conferma, i sogni sono moneta corrente, la letteratura è l’unica divinità. Nella geografia immaginaria e nella filologia fantastica di questo libro può capitare che il carteggio fra una padrona di casa e un inquilino precipiti in un contrappasso metafisico, e che al calar delle tenebre i teschi si raccolgano intorno a quello fra loro piú loquace; che il tema assegnato da un maestro elementare susciti un maleficio, o che un esame universitario sia l’occasione per uno studente impreparato di esibirsi in uno sfoggio linguistico ultraterreno. A furia di passeggiare rimirando ogni angolo di questa dimensione, al turista potrebbe venire fame: è allora che scoprirà quanto da bambino Mozart andasse pazzo per il gorgonzola, e solo dopo aver messo in tasca una ricetta per la coda alla vaccinara potrà proseguire la visita. Non mancheranno le dispute: se si è fortunati si incontreranno gli otto rabbini piú potenti del mondo pronti a sfidarsi in una gara di golem, o due parroci rivali disposti a tutto pur di raccogliere i funghi migliori. Dopo la «finzione autobiografica» di Leggenda privata, Michele Mari torna a una delle forme piú congeniali: il racconto. Con la fiducia affabulatoria di chi, esplorando le infinite possibilità del genere, sa di poter sorprendere – oltre i suoi lettori – prima di tutto se stesso.

Indice cronologico opere e bibliografia di Michele Mari