Magari domani resto – Lorenzo Marone

Incipit Magari domani resto – Lorenzo Marone

Incipit Magari domani resto

Non so se sia vero, ma ho letto che in Vermont le mogli hanno bisogno di un permesso scritto dal marito per farsi impiantare protesi dentarie, e che nello Swaziland le donne nubili non possono stringere la mano agli uomini. In Montana, invece, non hanno il permesso di andare a pescare da sole la domenica (?). In Florida possono essere arrestate se si paracadutano la domenica (?). Nello Utah non possono giurare. In Indonesia non devono sedersi a cavalcioni di una moto, in Arabia Saudita non possono guidare, in Arkansas un uomo può picchiare la moglie, ma non più di una volta al mese. In South Carolina è legale percuotere la moglie, ma solo la domenica, e solo sui gradini del tribunale, e prima delle otto del mattino (quindi bisogna organizzarsi per tempo).
Nel nostro Paese, per fortuna, le donne fanno ciò che vogliono (almeno nella maggior parte dei casi), perché, per fortuna, non esistono leggi tanto retrograde, stupide e maschiliste. E se pure esistessero, nel mio rione, per fortuna, nessuna femmena le rispetterebbe; qui i divieti non sono visti di buon occhio, al più si accettano i suggerimenti.
Siamo a Napoli, Quartieri Spagnoli.
Io vivo qui.
Il mio nome è Luce.
E sono donna.

Incipit tratto da:
Titolo: Magari domani resto
Autore: Lorenzo Marone
In copertina: © Liliya Shlapak/123 RF.
Casa editrice: Feltrinelli
Qui è possibile leggere le prime pagine di Magari domani resto

Magari domani resto - Lorenzo Marone copertine

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Quarta di copertina / Trama

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Chiamarsi Luce non è affatto semplice, specie se di carattere non sei sempre solare. Peggio ancora se di cognome fai Di Notte, uno dei tanti scherzi di quello scombinato di tuo padre, scappato di casa senza un perché. Se poi abiti a Napoli nei Quartieri Spagnoli e ogni giorno andare al lavoro in Vespa è un terno al lotto, se sei un avvocato con laurea a pieni voti ma in ufficio ti affidano solo scartoffie e se hai un rottame di famiglia, ci sta che ogni tanto ti arraggi un po’. Capelli corti alla maschiaccio, jeans e anfibi, Luce è una giovane onesta e combattiva, rimasta bloccata in una realtà composta da una madre bigotta e infelice, da un fratello fuggito al Nord, da un amore per un bastardo Peter Pan e da un lavoro insoddisfacente. Come conforto, solo le passeggiate con Alleria, il suo Cane Superiore, unico vero confidente, e le chiacchiere con l’anziano vicino don Vittorio, un musicista filosofo in sedia a rotelle.
Finché, un giorno, a Luce viene assegnata una causa per l’affidamento di un minore. All’improvviso, nella sua vita entrano un bambino saggio e molto speciale, un artista di strada giramondo e una rondine che non ha nessuna intenzione di migrare. La causa di affidamento nasconde molte ombre, ma è forse l’occasione per sciogliere nodi del passato e mettere ordine nella capatosta di Luce. Risolvendo un dubbio: andarsene, come hanno fatto il padre, il fratello e chiunque abbia seguito l’impulso di prendere il volo, o magari restare, trovando la felicità nel suo piccolo pezzettino di mondo?
Dopo l’esordio folgorante con La tentazione di essere felici e La tristezza ha il sonno leggero, la nuova, straordinaria prova narrativa di Lorenzo Marone.Con una piccola, grande femmena del Sud che proprio non ci sta a farsi mettere i piedi in testa.
Ci proviamo tutti a spiccare il volo, per poi la sera ripararci sotto le pergole dei nostri piccoli gesti quotidiani. Essere abitudinari non è così da sfigati. I bambini sono abitudinari. E i cani. Il meglio che c’è in giro.
(Ed. Feltrinelli)

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