Annabella Abbondante. La verità non è una chimera- Barbara Perna

Incipit Annabella Abbondante La verità non è una chimera - Barbara Perna

Incipit Annabella Abbondante. La verità non è una chimera

Il colpo di sonno la sorprese a tradimento.
Per fortuna durò solo un attimo. Il mento le scivolò dalla mano e così il giudice si riscosse dallo stato ipnotico in cui era caduta a causa del lungo intervento dell’avvocato Malfatti, che ancora, dopo quasi un’ora, non accennava a finire.
Preoccupata, gettò un’occhiata furtiva agli avvocati presenti in aula. Nessuno sembrava aver notato la cosa, grazie a Dio.
In che modo avrebbe potuto arginare quel fiume in piena?
Annabella Abbondante iniziò a chiederselo, mentre continuava a sorridere benevola e a ostentare il suo inconfondibile sguardo, denso di acume giuridico, messo a punto dopo anni di costante esercizio allo specchio.
Ogni cellula del suo corpo si ribellava disperata all’inutilità di tanto sforzo oratorio. L’istanza dell’avvocato era palesemente, inesorabilmente e inequivocabilmente priva di fondamento e non poteva che essere respinta. Lei, però, era tenuta ad ascoltarlo fino in fondo. O almeno fino allo sfinimento.
Dopo l’ennesima citazione, a sproposito, di una sentenza della Cassazione, finalmente, lo strazio si concluse. Il giudice Abbondante si rivolse rassegnata all’avvocato della parte avversa, dandogli la parola per il suo intervento. L’avvocato Silvati, per fortuna, conosceva il limite della sopportazione umana, e doveva aver intuito che quello del giudice stava per essere oltrepassato, ma soprattutto sapeva di non aver bisogno di combattere per una battaglia già vinta in partenza. Così si limitò a insistere per il rigetto della domanda, senza ulteriori sproloqui, e l’udienza terminò nel sollievo generale.
Iniziò il solito tramestio di sedie e di carte. L’aula cominciò pian piano a svuotarsi, mentre il giudice, com’era solita fare al termine dell’udienza, andò ad aprire il finestrone per far entrare un po’ d’aria fresca. Si trattenne lì qualche istante appena, a godersi la vista dei vigneti rischiarati dal sole e a respirare il profumo frizzante, quasi primaverile, di inizio marzo.

Incipit tratto da:
Titolo: Annabella Abbondante. La verità non è una chimera
Autrice: Barbara Perna
In copertina: illustrazione di Pietro Tatini © Shutterstock / Aliaksandr Antanovich
Casa editrice: Giunti
Qui è possibile leggere le prime pagine di La verità non è una chimera

Annabella Abbondante di Barbara Perna

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Quarta di copertina / Trama

Tutti al tribunale di Pianveggio sanno che non si scherza sul pranzo, perché il giudice Annabella Abbondante ha un debole per la buona cucina ma è perennemente a dieta. Forse per colpa dei deliziosi cannoli della Palermitana, il bar in cui incontra ogni sera i suoi amici: il commissario Nicola Carnelutti e la giornalista Alice “ginger” Villani di Altamura.
Abbondante sì, di nome e di fatto, una florida taglia 48 e una massa di capelli ricci e ribelli che le cadono sulle spalle, ma lo è soprattutto di cuore: sempre dalla parte dei più bisognosi e con il sorriso sulle labbra, nonostante le estenuanti udienze e le interminabili pile di fascicoli.
Quando l’avvocato Matilde Santangelo si ri­volge a lei per la scomparsa del fratello dalla clinica psichiatrica in cui era ricoverato, Annabella che ha una passione sfrenata per i gialli, non può fare a meno di impicciarsi. Negli stessi giorni, poi, un immobile che lei aveva messo all’asta viene incendiato con tanto di ritrovamento di resti umani: per il giudice e il fido cancelliere Paolo, detto Dolly, la ricostruzione del PM fa acqua da tutte le parti e scoprire la verità diventa un imperativo morale. Tanto più che il giudice Abbondante non accetta mai un no come risposta.
(Ed. Giunti)

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