L’isola delle anime Piergiorgio Pulixi

Incipit L'isola delle anime – Piergiorgio Pulixi

Incipit L’isola delle anime

Il cane fiutò l’odore del sangue a centinaia di metri di distanza. L’umidità della notte esaltava i profumi della macchia mediterranea creando un tripudio di fragranze: mirto, cisto, corbezzolo, ginestra, timo selvatico… Eppure, sotto la miscela di essenze tipica di quei monti, trascinata dal vento all’interno della camera attraverso uno spiraglio della finestra rotta, la bestiola captò un incontrovertibile afrore acidulo e ferroso: sangue umano. Drizzò le orecchie e si erse sulle zampe a pochi centimetri dal letto del bambino, emettendo un latrato sordo.
Il piccolo si svegliò e gli ordinò di tornare a dormire. L’animale non parve nemmeno sentirlo: come se fosse attirato da uno strano richiamo, schizzò fuori dalla stanza e uscì di casa. Si mise a correre a perdifiato verso la boscaglia alle spalle dell’abitazione, seguendo la scia che spiccava al di sopra degli odori terrosi del sottobosco e di quelli più umidi dell’erba impregnata di rugiada. Le sue ghiandole olfattive lo guidavano come un radar. Attraversò una foresta di gigantesche querce secolari, graffiandosi nei labirinti di rovi selvatici. Il dolore non lo fermò. Più si avvicinava alla fonte, più l’aroma si faceva aspro e violento, quasi che, da rumore di sottofondo, il sangue si fosse tramutato in un grido acuto. Rallentò il passo quando raggiunse la radura ai piedi di un pendio roccioso, costellata di pochi alberi e quasi del tutto libera dalla macchia. Lo spiazzo era circondato da piante di corbezzolo, lecci ultrasecolari e ginepri vecchi come le montagne. Le chiome degli alberi avevano smesso di frusciare. Anche il frinire degli insetti si era attenuato, fino ad annegare in un silenzio soprannaturale che ammantava come un sortilegio la spianata rintanata tra le colline. Una luna gibbosa imbeveva il pianoro di una luce argentea che faceva rilucere il profilo dell’essere umano accovacciato a terra, coperto di manti di pecora e circondato da un nugolo di moscerini.
(1.Valle di Aratu, monti della Barbagia, Sardegna, 1961)

Incipit tratto da:
Titolo: L’isola delle anime
Autore: Piergiorgio Pulixi
Casa editrice: Rizzoli

Libri di Piergiorgio Pulixi

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Quarta di copertina / Trama

Li chiamano cold case. Sono le inchieste senza soluzione, il veleno che corrompe il cuore e offusca la mente dei migliori detective. Quando vengono confinate alla sezione Delitti insoluti della questura di Cagliari, le ispettrici Mara Rais ed Eva Croce ancora non lo sanno quanto può essere crudele un’ossessione. In compenso hanno imparato quant’è dura la vita. Mara non dimentica l’ingiustizia subita, che le è costata il trasferimento punitivo. Eva, invece, vuole solo dimenticare la tragedia che l’ha spinta a lasciare Milano e a imbarcarsi per la Sardegna con un biglietto di sola andata. Separate dal muro della reciproca diffidenza, le sbirre formano una miscela esplosiva, in cui l’irruenza e il ruvido istinto di Rais cozzano con l’acume e il dolente riserbo di Croce. Relegate in archivio, le due finiscono in bilico sul filo del tempo, sospese tra un presente claustrofobico e i crimini di un passato lontano. Così iniziano a indagare sui misteriosi omicidi di giovani donne, commessi parecchi anni prima in alcuni antichi siti nuragici dell’isola. Ma la pista fredda diventa all’improvviso rovente. Il killer è tornato a colpire. Eva e Mara dovranno misurarsi con i rituali di una remota, selvaggia religione e ingaggiare un duello mortale con i propri demoni.
Interrogando il silenzio inscalfibile che avvolge la sua Sardegna, Piergiorgio Pulixi spinge il noir oltre se stesso, svela le debolezze della ragione inquirente in un mondo irredimibile, in cui perfino la ricerca della verità si trasforma in una colpa.
(Ed. Rizzoli)

Incipit

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