La battaglia – John Steinbeck

Incipit La battaglia

Annottava, infine. Le luci apparvero nella strada e l’insegna al neon del ristorante d’angolo pullulò qua e là spandendo nell’aria i suoi netti riflessi di fuoco. Nella stanza di Jim Nolan l’insegna gettò una molle trasparenza scarlatta. Per un paio d’ore Jim era stato seduto su una piccola e dura sedia a sdraio, i piedi allungati sulle scoperte lenzuola del letto. Ora che il buio cresceva li calò a terra e scosse le gambe intorpidite. Per un poco restò seduto tranquillamente mentre una corrente di prurigini gli correva su e giù nei polpacci; poi s’alzò e toccò una lampada. La stanza d’affitto s’illuminò – il grande letto bianco nella sua luce di calce, la scrivania di quercia patinata d’oro, il nitido e rosso tappeto logoro fin nella trama sbiadita.

Incipit tratto da:
Titolo: La battaglia
Autore: John Steinbeck
Traduzione: Eugenio Montale
Titolo originale: In Dubious Battle
Casa editrice: Bompiani

Libri di John Steinbeck

Copertine di La battaglia di John Steinbeck

Incipit In Dubious Battle

At last it was evening. The lights in the street outside came on, and the Neon restaurant sign on the corner jerked on and off, exploding its hard red light in the air. Into Jim Nolan’s room the sign threw a soft red light. For two hours Jim had been sitting in a small, hard rocking-chair, his feet up on the white bedspread. Now that it was quite dark, he brought his feet down to the floor and slapped the sleeping legs. For a moment he sat quietly while waves of itching rolled up and down his calves; then he stood up and reached for the unshaded light. The furnished room lighted up—the big white bed with its chalk-white spread, the golden-oak bureau, the clean red carpet worn through to a brown warp.

Incipit tratto da:
Title: In Dubious Battle
Author: John Steinbeck
Publisher: Penguin
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Nel 1933 il presidente degli Stati Uniti d’America Theodore Roosevelt si trovò a dover fronteggiare una crisi disastrosa, conseguenza diretta del crollo del ’29. Furono anni difficili per l’America e, per la prima volta, occuparsi di letteratura implicò per molti scrittori un impegno sociale fino a quel momento sconosciuto. A questa nuova generazione di scrittori apparteneva Steinbeck, che in questo romanzo narra la storia di uno sciopero di braccianti, del suo fallimento e di uomini che trasformano la propria disperazione in lotta per il riconoscimento dei propri diritti fondamentali. La battaglia, pubblicato nel 1936 e tradotto in Italia da Eugenio Montale nel 1940, fa parte di quei libri che riassumono lo spirito di un’epoca; un’opera amara in cui con uno stile naturalista, ma capace di rendere ragione della congiuntura storica, viene presentata un’immagine atroce, scandalosa ma a tratti acremente poetica del New Deal americano.
(Ed. Bompiani; Tascabili)

Cronologia opere e bibliografia di John Steinbeck

I pascoli del cielo – John Steinbeck

Incipit I pascoli del cielo

Quando, nel 1776, si costruiva la sede per la Missione Carmelitana dell’Alta California, un gruppo di venti convertiti indiani abbandonavano una notte la religione e le capanne loro. Questo piccolo scisma, oltre a costituire un cattivo precedente, comprometteva il corso dei lavori nelle cave dove veniva preparato l’impasto di argilla per i mattoni.
Dopo un breve consiglio delle autorità civili e religiose, una squadra di uomini a cavallo, comandata da un caporale spagnolo, partiva per ricondurre quelle smarrite pecorelle nel seno della Madre Chiesa. Fu un difficile viaggio che i soldati fecero su per la valle del Carmelo e poi nelle montagne, ma in capo a una settimana essi trovarono i fuggitivi dissidenti, malgrado la diabolica abilità da essi dimostrata nel nascondere le tracce del loro passaggio, e li trovarono sul fondo di un erboso canyon per il quale scorreva un torrente, occupati a dormirsela in atteggiamenti di eretico abbandono.
Indignati, i militari li afferrarono e, senza curarsi dei loro ululati di protesta, li legarono l’uno all’altro con una lunga catena. Poi la colonna prese il cammino del ritorno per dare a quei poveri neofiti l’occasione di pentirsi nelle cave d’argilla.

Incipit tratto da:
Titolo: I pascoli del cielo
Autore: John Steinbeck
Traduzione: Elio Vittorini
Titolo originale: The Pastures of Heaven
Casa editrice: Mondadori

Libri di John Steinbeck

I pascoli del cielo - John Steinbeck

Incipit The Pastures of Heaven

When the Carmelo Mission of Alta California was being built, some time around 1776, a group of twenty converted Indians abandoned religion during a night, and in the morning they were gone from their huts. Besides being a bad precedent, this minor schism crippled the work in the clay pits where adobe bricks were being molded.
After a short council of the religious and civil authori­ties a Spanish corporal with a squad of horsemen set out to restore these erring children to the bosom of Mother Church. The troop made a difficult journey up the Cannel Valley and into the mountains beyond, a trip not the less bewildering because the fleeing dissenters had proved themselves masters of a diabolic guile in concealing traces of their journey. It was a week before the soldiery found them, but they were discovered at last practicing abomi­nations in the bottom of a ferny canyon in which a stream flowed; that is, the twenty heretics were fast asleep in atti­tudes of abandon.
The outraged military seized them and in spite of their howlings attached them to a long slender chain. Then the column turned about and headed for Carmel again to give the poor neophytes a chance at repentance in the clay pits.

Incipit tratto da:
Title: The Pastures of Heaven
Author: John Steinbeck
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Questo romanzo è una delle prime opere di Steinbeck e apparve dopo il successo di Pian della Tortilla, al quale assomiglia per quella calda nota pittoresca che caratterizza i suoi personaggi e per quel tono quasi poetico che pervade ogni pagina. Notevole nel descrivere fatti e sentimenti, in un ambiente ricco di avventure, che hanno lo scopo di far respirare al lettore l’anima delle cose. E quando si è giunti alle ultime pagine si ha la sensazione e la suggestione di aver vissuto in quei luoghi, di conoscere gli abitanti, di averne sentito la vita, non da spettatore ma da attore diretto e interessato. Tutti i personaggi vivono in un atmosfera triste e selvaggia insieme e sembra quasi che la natura li accomuni in uno stesso destino psicologico e dia ad essi un’anima che una e multipla nello stesso tempo. «Chi non conosce l’arte dello stesso Steinbeck, il quale non abusa mai delle parole, capirà di quale stringata visione di varia umanità sia composto I pascoli del cielo il quale prova, ancora una volta, la versatilità di questo grande scrittore americano.»
(Ed. A. Mondadori; I libri del pavone)

Incipit I pascoli del cielo – John Steinbeck

Cronologia opere e bibliografia di John Steinbeck

Furore – John Steinbeck

Incipit Furore

Sulle terre rosse e su una parte delle terre grigie dell’Oklahoma le ultime piogge furono leggere, e non lasciarono traccia sui terreni arati. Le lame passarono e ripassarono spianando i solchi piovani. Le ultime piogge fecero rialzare in fretta il mais e sparsero colonie di gramigna e ortiche ai lati delle strade, tanto che le terre grigie e le terre rosso-scure cominciarono a sparire sotto una coltre verde. Nell’ultima parte di maggio il cielo si fece pallido, e scomparvero le nuvole che in primavera avevano indugiato così a lungo con i loro alti pennacchi. Il sole prese a picchiare giorno dopo giorno sul mais in erba, fino a screziare di bruno gli orli di ogni baionetta verde. Le nuvole ricomparvero, e si dileguarono senza tornare più. La gramigna si fece di un verde più scuro per difendersi dal sole, e smise di propagarsi. Il suolo si ricoprì di una crosta dura e sottile, e man mano che il cielo impallidiva, anche il suolo impallidiva, facendosi rosa nelle terre rosse e bianco nelle terre grigie.

Incipit tratto da:
Titolo: Furore
Autore: John Steinbeck
Traduzione: Sergio Claudio Perroni
Titolo originale: The Grapes of Wrath
Casa editrice: Bompiani

Libri di John Steinbeck

Copertine di Furore di John Steinbeck

Incipit The Grapes of Wrath

To the red country and part of the gray country of Oklahoma, the last rains came gently, and they did not cut the scarred earth. The plows crossed and recrossed the rivulet marks. The last rains lifted the corn quickly and scattered weed colonies and grass along the sides of the roads so that the gray country and the dark red country began to disappear under a green cover. In the last part of May the sky grew pale and the clouds that had hung in high puffs for so long in the spring were dissipated. The sun flared down on the growing corn day after day until a line of brown spread along the edge of each green bayonet. The clouds appeared, and went away, and in a while they did not try any more. The weeds grew darker green to protect themselves, and they did not spread any more. The surface of the earth crusted, a thin hard crust, and as the sky became pale, so the earth became pale, pink in the red country and white in the gray country.

Incipit tratto da:
Title: The Grapes of Wrath
Author: John Steinbeck
Publisher: Penguin
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Pietra miliare della letteratura americana, Furore è un romanzo mitico, pubblicato negli Stati Uniti nel 1939 e coraggiosamente proposto in Italia da Valentino Bompiani l’anno seguente. Il libro fu perseguitato dalla censura fascista e solo ora, dopo più di 70 anni, vede la luce la prima edizione integrale, nella nuova traduzione di Sergio Claudio Perroni. Una versione basata sul testo inglese della Centennial Edition dell’opera di Steinbeck, che restituisce finalmente ai lettori la forza e la modernità della scrittura del Premio Nobel per la Letteratura 1962. Nell’odissea della famiglia Joad sfrattata dalla sua casa e dalla sua terra, in penosa marcia verso la California, lungo la Route 66 come migliaia e migliaia di americani, rivive la trasformazione di un’intera nazione. L’impatto amaro con la terra promessa dove la manodopera è sfruttata e mal pagata, dove ciascuno porta con sé la propria miseria “come un marchio d’infamia”. Al tempo stesso romanzo di viaggio e ritratto epico della lotta dell’uomo contro l’ingiustizia, Furore è forse il più americano dei classici americani, da leggere oggi per la prima volta in tutta la sua bellezza.
(Ed. Bompiani;Tascabili, I libri di John Steinbeck)

Cronologia opere e bibliorafia di John Steinbeck

Da questo romanzo il film Furore per la regia di John Ford (1940)