Olive, ancora lei – Elizabeth Strout

Incipit Olive, ancora lei – Elizabeth Strout

Incipit Olive, ancora lei

Nel primo pomeriggio di un sabato di giugno, Jack Kennison inforcò gli occhiali da sole, salí sulla sua decapottabile aperta, si fece passare la cintura di sicurezza sulla grossa pancia e partí alla volta di Portland, a quasi un’ora di macchina, pur di non incontrare Olive Kitteridge lí nell’alimentari di Crosby nel Maine. Lei, o quell’altra che aveva visto due volte nel negozio, quella che parlava del tempo mentre lui se ne stava con la bottiglia in mano. Del tempo, figuriamoci. Anche l’altra, di cui non ricordava il nome, era rimasta vedova.

Incipit tratto da:
Titolo: Olive, ancora lei
Autrice: Elizabeth Strout
Traduzione: Susanna Basso
Titolo originale: Olive, Again
Casa editrice: Einaudi
Illustrazione copertina: Giordano Poloni
Qui è possibile leggere le prime pagine di Olive, ancora lei

Olive ancora lei - Elisabeth Strout

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Incipit Olive, Again

In the early afternoon on a Saturday in June, Jack Kennison put on his sunglasses, got into his sports car with the top down, strapped the seatbelt over his shoulder and across his large stomach, and drove to Portland—almost an hour away—to buy a gallon of whiskey rather than bump into Olive Kitteridge at the grocery store here in Crosby, Maine. Or even that other woman he had seen twice in the store as he stood holding his whiskey while she talked about the weather. The weather. That woman—he could not remember her name—was a widow as well.

Incipit tratto da:
Title: Olive, Again
Author: Elizabeth Strout
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Olive Kitteridge. Insegnante di matematica in pensione, vedova di Henry, il buon farmacista della cittadina fittizia di Crosby nel Maine, madre di Christopher, podologo a New York, figlio lontano in ogni senso, solo una «vecchia ciabatta» scorbutica per molti in paese; una donna scontrosa, irascibile, sconveniente, fin troppo franca, eppure infallibilmente sintonizzata sui movimenti dell’animo umano e intensamente sensibile alle sorti dei suoi consimili: è questa la creatura straordinaria che abbiamo conosciuto un decennio fa, quando la pubblicazione del volume di storie collegate che porta il suo nome l’ha consacrata a eroina letteraria fra le piú amate di ogni tempo ed è valsa alla sua artefice il Premio Pulitzer per la narrativa. In Olive, ancora lei , Elizabeth Strout riprende il filo da dove l’aveva lasciato e in questo nuovo «romanzo in racconti» ci narra il successivo decennio, l’estrema maturità di Olive, dunque. Ma in questa sua vecchiaia c’è una vita intera. Un nuovo amore, innanzitutto. Jack Kennison è un docente di Harvard ora in pensione, vedovo come Olive. A parte questo i due non hanno granché in comune, eppure la loro relazione ha la forza di chi si aggrappa alla vita, e le passioni che muovono i due amanti – la complicità e il desiderio raccontati in Travaglio , la rivalsa e la gelosia di Pedicure – ne trascendono i molti anni. Trascendere il tempo è però una battaglia che non si può vincere e racconto dopo racconto, anno dopo anno, Olive si trova ad affrontare nuove forme di perdita. Deve fare i conti con la propria maternità fallace in Bambini senza madre , con la decadenza fisica in Cuore , con la solitudine in Poeta . Ma contemporaneamente, e senza rinunciare al suo piglio irridente, leva, quasi a ogni racconto, una specie di quieta, tutta terrena speranza. La vita riserva qui piccoli momenti di rivelazione, istanti di comunione, brevi felicità. Succede, magicamente, in Luce , succede in Amica , dove l’incontro insperato con l’ultima compagna di strada è insieme un’appagante occasione di rincontro per i lettori di Elizabeth Strout.
(Ed. Einaudi)