Da dove la vita è perfetta – Silvia Avallone

Incipit Da dove la vita è perfetta - Silvia Avallone

Incipit Da dove la vita è perfetta

Arrivava, da chissà quale universo sprofondato nel corpo. Da così lontano dentro la carne, come se provenisse da un paese straniero.
E aumentava, s’irradiava dall’ombelico a dismisura. Esatta, regolare: sessanta secondi interi. Lei lo sapeva che le avrebbe schiantato le reni. E poi, sarebbe cresciuta ancora. Si sarebbe fatta gigante come sua madre la sera prima abbandonata sul divano, come il telefono in corridoio che non aveva squillato per anni; gli occhi di Zeno quando le aveva detto: «Sì, andiamo via».
Le avrebbe fermato il cuore, come tutte le cose che non potevano guarire. Adele lo sapeva.
Respira. Era quello che le ripetevano di fare. Ma lei non poteva respirare. Aveva i polmoni pieni di segatura. Il dolore le comprimeva il torace, glielo spaccava a metà come una mela. Il dolore era l’unica verità vera. Così sterminato, quanto l’Adriatico a febbraio.

Incipit tratto da:
Titolo: Da dove la vita è perfetta
Autrice: Silvia Avallone
Casa editrice: Rizzoli
In copertina: Fotografia di Francesca Leoneschi
Qui è possibile leggere le prime pagine di Da dove la vita è perfetta

Da dove la vita è perfetta - Silvia Avallone

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Quarta di copertina / Trama

C’è un quartiere vicino alla città ma lontano dal centro, con molte strade e nessuna via d’uscita. C’è una ragazzina di nome Adele, che non si aspettava nulla dalla vita, e invece la vita le regala una decisione irreparabile. C’è Manuel, che per un pezzetto di mondo placcato oro è disposto a tutto ma sembra nato per perdere. Ci sono Dora e Fabio, che si amano quasi da sempre ma quel “quasi” è una frattura divaricata dal desiderio di un figlio. E poi c’è Zeno, che dei desideri ha già imparato a fare a meno, e ha solo diciassette anni. Questa è la loro storia, d’amore e di abbandono, di genitori visti dai figli, che poi è l’unico modo di guardarli. Un intreccio di attese, scelte e rinunce che si sfiorano e illuminano il senso più profondo dell’essere madri, padri e figli. Eternamente in lotta, eternamente in cerca di un luogo sicuro dove basta stare fermi per essere altrove.
Silvia Avallone ha parole come sentieri allungati oltre un orizzonte che davamo per scontato. Fa deflagrare la potenza di fuoco dell’età in cui tutto accade, la forza del destino che insegue chi vorrebbe solo essere diverso. Apre finestre, prende i dettagli della memoria e ne fa mosaici. Sedetevi con lei su una panchina e guardate lontano, per scoprire che un posto da dove la vita è perfetta, forse, esiste.
(Ed. Rizzoli)