Il disastro degli Antò – Silvia Ballestra

Incipit Il disastro degli Antò

Antò Lu Purk è nato a Montesilvano, provincia di Pescara, nel ’69, lo stesso giorno che l’uomo ha conquistato la luna.
Ha trascorso questa adolescenza pescarese mangiando parrozzi alla pasticceria Primo Vere, in piazza D’Annunzio; smadonnando in riva al mare estate e inverno con gli amici del cuore Antò Lu Zombi (attualmente apprendista trimestale alle poste ferrovia di Pianello); Antò Lu Mmalatu (infermiere alla casadi cura Vittoriale);Antò Lu Zorro ( giornalista freelance al quotidiano Il Centro di Pescara, con il falso nome di Antonio Possis d’Arno).
Fino ai sedici anni i quattro Antò hanno cercato di concupire le figlie dei giostrai stagionali in tournée nella zona Francavilla a Mare-Roseto. Palpavano, più che altro: chiappette sode dell’Alto Lazio; puntavano uccelli guizzanti contro cosce e pantacalze alla Cercasi Susan disperatamente; sussurravano negli orecchi giovanetti frasi come «Psss, ‘stu batacchio trepidante, pecca ‘l culo a lu passante!». O anche: «Psss, se te lascerai ‘chiappà, goderai fino a dumà!».
Figurarsi.
Le figlie dei giostrai avevano cominciato a suonare organi trentacinquenni prima dei dodici anni; pertanto, ogni volta che i quattro Antò comparivano inutilmente assatanati all’orizzonte, le ninfe li portavano per culo settimane di fila in tutte le fiere del circondario.

Incipit tratto da:
Titolo: Il disastro degli Antò
Autrice: Silvia Ballestra
Illustrazione di copertina: George Herriman (Krazy Kat)
Grafica: Tiziana Bacco
Casa editrice: Dalai

Libri di Silvia Ballestra

Copertine di Il disastro degli Antò di Silvia Ballestra

Quarta di copertina / Trama

«Penza che quel salambobèi di Antò Lu Zorru lo stanno a cerca’ da tutte le parti. È finito alla trasmissione. Torna a casa, sdebosciato! insieme all’eroe eponimoLu Purk. Solo che Lu Purk è eroico sul serio, e invece Antò Lu Zorru è un cojone totale! Prima telefona che l’hanno incastrato quelli della Marina Militare, che deve partire per la guerra e c’ha l’ordine di presentarsi in tal giorno alla capitaneria di porto di Taranto; piagnucola tutte le disgrazie due per telefono, tutto un tentennamento, un possibilismo, un ‘Parto, anche se preferivo nun parti’ e poi invece, in quella stessa telefonata: ‘Fabbio, so’ disperato aiutame, in guerra nun ce vojo anda’, io sarei a favore di Saddam addirittura’…». Guerra e pace per tutti gli Antò possibili. Una saga che non rispetta nessuno, narrata da una voce fresca e aggressiva che non infierisce, ma smaschera una generazione di sbandati.
(Ed. Dalai; I Nani)

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