Del dirsi addio – Marcello Fois

Gea qualche millennio fa si chiamava Ctonie.

Incipit Del dirsi addio

Gea qualche millennio fa si chiamava Ctonie. E viveva sottoterra. Era albina e intrattabile proprio come si immagina che siano quei trogloditi che non hanno mai visto la luce del sole. Fu Zeus a tirarla fuori dallo sprofondo in cui si trovava. Perché il dio degli dèi avesse deciso di farlo è un mistero. Ctonie non era bella: era grassa e bianca come una di quelle larve di cui gli aborigeni australiani sono ghiottissimi. Era semicieca e aveva un carattere terribile. Ma a Zeus piacevano le sfide. E fra tutte le sfide, questa era di gran lunga la più difficile. Innanzitutto fu necessario scovarla, perché lei si nascondeva negli anfratti più irraggiungibili o nel fondo dei cunicoli. E Zeus aveva più volte tentato di stanarla infilando di taglio la mano saettante che fendeva la crosta terrestre proprio come fosse gelatina. Poi rimestava senza riuscire a capire che cosa, o chi, avesse acchiappato. Ci vollero circa duecento anni degli umani – che nel tempo degli dèi è all’incirca una decina di minuti – e qualche fallimento, prima che ce la facesse. Di lì a poco, infatti, a furia di tentare ecco che Zeus si trovò in mano il corpo molle di Ctonie. Esultante, badò bene a non stringere il pugno per non soffocarla nelle spire delle sue dita infuocate.

Incipit tratto da:
Titolo: Del dirsi addio
Autore: Marcello Fois
Casa editrice: Einaudi

Libri di Marcello Fois

Copertina di Del dirsi addio di Marcello Fois

Quarta di copertina / Trama

Un bambino di undici anni sparisce nel nulla in una Bolzano diafana. Intorno a lui, scheggiato e vivo, il mondo degli adulti, in cui nessuno può dirsi innocente e forse nemmeno del tutto colpevole. Al commissario Sergio Striggio per inciampare nella verità sarà necessario scavare a fondo dentro se stesso, ed essere disposto a una distrazione ininterrotta. A vivere appieno i sentimenti che prova, per una donna e soprattutto per un uomo. A stilare un elenco di cose bellissime. Ad accompagnare un padre ingombrante nel suo ultimo viaggio e a ripensarsi bambino. Perché solo imparando a cambiare punto di vista è possibile chiudere i cerchi e non farsi ingannare da un gioco di specchi.
Quando s’imbatte nel caso del piccolo Michele, scomparso dall’auto dei genitori in un’area di sosta senza lasciare traccia, il commissario Striggio sta attraversando un periodo piuttosto complicato. A casa, Leo vorrebbe che lui la smettesse di nascondere il loro amore, soprattutto al padre. E il padre, dal canto suo, sta per arrivare da Bologna con una notizia sconcertante. La sparizione di Michele – un bambino «speciale», dotato di capacità di apprendimento straordinarie e con seri problemi di relazione – è un ordigno destinato a far deflagrare ogni cosa. A riattivare amori, odi, frammenti di passato che ritornano: perché in gioco è soprattutto l’umanità, in tutte le sue declinazioni. E forse la soluzione può venire più facilmente proprio dalla dimensione interiore che dagli snodi di un’indagine tradizionale. Per questo, mentre indaga, il commissario vive, pensa, si distrae, si perde. Così gli altri intorno a lui. Perché il nuovo romanzo di Marcello Fois è un noir al calor bianco, tesissimo ma continuamente franto, interrotto dalla vita e dai pensieri di chi la sta vivendo, incentrato sui sentimenti e sulla capacità di riconoscerne la voce più autentica. Fois scolpisce una galleria di personaggi tridimensionali e vivi: gli abitanti della sua storia si scoprono deboli e spesso bugiardi, capaci di rancore ma al contempo in grado di perdonare e di piangere le loro manchevolezze. Genitori, figli, fratelli, colleghi e amanti: tutti partecipi di un mistero che sta ben attento a nascondere la propria soluzione fino alle battute conclusive, quando Fois cala finalmente gli assi e rivela ancora una volta la sua grande tempra di narratore universale
(Einaudi; Supercoralli)

Cronologia opere e bibliografia di Marcello Fois