Io sono Dot – Joe R. Lansdale

Incipit Io sono Dot – Joe R. Lansdale

Incipit Io sono Dot

Potreste pensare che questa non sia una storia vera, perché una parte di essa contiene cose a cui è difficile credere, ma vi assicuro che non c’è niente di inventato, dall’inizio alla fine. Voglio scriverla tutta prima che il tempo mi porti a inzepparla di dettagli interessanti, come se questa storia ne avesse bisogno.
Capita di mentire sugli avvenimenti. Lo so. Mio padre era un bugiardo. Riusciva a prendere una cosa vera e a renderla una bugia. Gli bastava continuare ad aggiungere particolari fino a ingrandire tutto, tirando dentro cose che non erano mai accadute ed eliminando gradualmente la verità, cosí che alla fine rimaneva solo la parte inventata e lui stesso non sapeva piú riconoscere la verità dalla menzogna.
Spero che questa cosa non sia ereditaria.

Incipit tratto da:
Titolo: Io sono Dot
Autore: Joe R. Lansdale
Traduzione: Luca Briasco
Titolo originale: Fender Lizards
Casa editrice: Einaudi
Qui è possibile leggere le prime pagine di Io sono Dot

Io sono Dot – Joe R. Lansdale

Incipit Fender Lizards

You might not think some of this story is real because there are bits of it that are hard to believe, but you got my word it’s the real thing from beginning to end. I want to get it all down now before time causes me to add stuff to juice it up, as if this story needs any juicing.
That lying part happens. I know. My father, he was a liar. He could tell a true thing until it became a lie. Just kept adding on and making it bigger, and bringing in things that didn’t happen, pushing out things that did, so that eventually all you had left was the lie part, and he didn’t know the difference anymore.
I hope that sort of thing isn’t inherited.

Incipit tratto da:
Title: Fender Lizards
Author: Joe R. Lansdale
Publisher: Subterranean Press
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Niente è stato facile per Dorothy «Dot» Sherman. Ma se mai c’è stata una ragazzina capace di prendere la vita e rivoltarla, be’, è lei. A diciassette anni, quando hai un padre uscito a comprare le sigarette e mai tornato, una madre buona a nulla, un fratellino re delle caccole e una sorella regolarmente gonfiata di botte dal marito, non sono molte le persone su cui puoi contare. Cosí Dot fa la cameriera sui pattini e si difende come può, anche menando le mani. Finché, un giorno, un tizio di nome Elbert, che dichiara di essere uno zio, si installa nella roulotte di famiglia. Per quel che ne sa Dot, Elbert potrebbe essere un serial killer – del resto qualche piccolo trascorso criminale ce l’ha – ma alla fine l’uomo si rivelerà il piú sensato della famiglia. E, dopo anni di frustrazioni e delusioni, forse anche per Dot la ruota potrebbe girare.
«Potreste pensare che questa non sia una storia vera, perché una parte di essa contiene cose a cui è difficile credere, ma vi assicuro che non c’è niente di inventato, dall’inizio alla fine. Vi dirò la pura verità, dal principio alla fine. Vi dirò che i miei amici mi chiamano Dot, e che preferisco che i miei nemici non mi chiamino affatto. Si tratta di una grande avventura? Be’, nessuno andrà sulla luna o scalerà una montagna altissima. Ma per me è un’avventura. È la mia vita quotidiana».
(Ed. Einaudi; Stile libero Big)

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