Gli ultimi passi del sindacone – Andrea Vitali

Incipit Gli ultimi passi del sindacone - Andrea Vitali

Incipit Gli ultimi passi del sindacone

Il 22 dicembre 1949 il messo comunale Vitaliano Ottomini impiegò quasi tutta la mattina per consegnare certe buste.
Erano cinque in tutto, cosa da poco, ma l’Ottomini era esperto nel prolungare a dismisura qualsivoglia incarico, così da poter abbandonare la sua scrivania e farvi ritorno giusto in tempo per staccare e andare a pranzo.
Le buste contenevano gli avvisi di convocazione per i componenti della giunta amministrativa, invitati a riunirsi per il giorno 24, alle ore diciannove.
«Il sindaco si pregerà di porgere gli auguri di Natale e felice Anno Nuovo ai suoi collaboratori presso il suo studio», era scritto sul bigliettino con le insegne del comune.
In basso a destra, l’autografo del sindaco Attilio Fumagalli, uno svolazzo illeggibile.

Incipit tratto da:
Titolo: Gli ultimi passi del sindacone
Autore: Andrea Vitali
Casa editrice: Garzanti
Qui è possibile leggere le prime pagine di Gli ultimi passi del sindacone

Gli ultimi passi del sindacone - Andrea Vitali

Quarta di copertina / Trama

Attilio Fumagalli è un uomo pingue, anzi di più, soffre di obesità androide, nel senso che il grasso ce l’ha tutto attorno all’addome. Cinquant’anni, sposato con Ubalda Lamerti, senza figli, esercita in proprio la professione di ragioniere. Per vincere quel senso di vuoto che a volte lo aggredisce, più che per uno slancio ideale, si è dato alla politica nelle file della Democrazia Cristiana e sfruttando il giro della propria clientela è riuscito a farsi eleggere sindaco di Bellano. Per tutti, e per ovvie ragioni, lui è il Sindacone. L’attività istituzionale non lo occupa più di tanto. Oltre al disbrigo delle formalità correnti, riunisce la giunta ogni due mesi, due mesi e mezzo. Ultimamente, però, sotto questo aspetto, il Sindacone sembra aver impresso una svolta. Convoca la giunta ogni dieci giorni, a volte anche ogni settimana. Una voce o due all’ordine del giorno, una mezz’oretta di riunione e ciao. Ma oggi, 22 dicembre 1949, ha superato ogni limite: ha indetto una riunione per la sera della Vigilia di Natale. Per discutere di cosa? Di niente. Per scambiare gli auguri. E a più di uno degli assessori che si sono visti recapitare a mano la convocazione è saltata la mosca al naso. Per dirla tutta, al geometra Enea Levore è venuto il preciso sospetto che sotto a quella frenesia si nasconda qualcosa. Ma cosa? Basterebbe chiederlo al vicesindaco Veniero Gattei, se quello non tenesse la bocca rigorosamente cucita.
Con Gli ultimi passi del Sindacone torna sulla scena la Bellano del dopoguerra, di cui Andrea Vitali sa mettere in luce la voglia di riscatto, il frettoloso antifascismo esibito senza vergogna, gli appetiti della carne simbolo della voglia di vita che sta rianimando l’intero Paese, ma senza tralasciare quei piccoli segreti che rendono più sapido il tran tran quotidiano, e la lettura dei suoi romanzi una godibilissima compagnia.
(Ed. Garzanti)

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