Le mele di Kafka – Andrea Vitali

Incipit Le mele di Kafka - Andrea Vitali

Incipit Le mele di Kafka

Il telefono, di bachelite, nero, a muro, stava in fondo al corridoio d’ingresso. Aveva un suono imponente, martellava le orecchie.
«Par i campàn del dòm!» diceva spesso la perpetua.
Era quasi mezzanotte, gli sgoccioli di domenica 16 novembre 1958, quando irruppe nella quiete della canonica.
Considerando che prevosto e perpetua dormivano al secondo piano, che per scendere al primo c’era una scala di trenta gradini, dopodiché tutto il corridoio prima di arrivare alla cornetta, quella notte la perpetua stabilì un notevole primato riuscendo a dire «Pronto!» dopo solo cinque squilli.
Il prevosto, uscito dalla sua camera con la certezza di essere già battuto sul tempo, non scese nemmeno le scale. Si appoggiò alla ringhiera, in ascolto.
La voce della perpetua rimbombava.
«Pronto pronto pronto!»
Poi tacque.
E attaccò.

Incipit tratto da:
Titolo: Le mele di Kafka
Autore: Andrea Vitali
Casa editrice: Garzanti
Qui è possibile leggere le prime pagine di Le mele di Kafka

Le mele di Kafka - Andrea Vitali

Quarta di copertina / Trama

Abramo Ferrascini, quello della ferramenta di Bellano, è un giocatore di bocce. Come individuale non va bene, ma boccia come dio comanda e in coppia con un buon accostatore diventa imbattibile. È stato tirato su a puntino dal gestore del Circolo dei Lavoratori, Mario Stimolo, allenatore per passione e perché tre anni fa, nel 1955, ha perso il braccio destro sotto una pressa e perciò di giocare non se n’è più parlato. Ora il Ferrascini ha tutte le carte in regola per vincere le semifinali del Campionato provinciale in programma a Cermenate domenica prossima. Ma c’è un intoppo. Suo cognato, l’Eraldo, quello che vive a Lucerna, sta male. Quarantotto ore gli hanno dato i medici di là, svizzeri, precisi. E adesso la moglie di Abramo, Rosalba, vuole a tutti i costi raggiungere la sorella, ma soprattutto dare all’Eraldo un ultimo saluto, magari un ultimo bacio. Ma ce la faranno ad andare e a tornare in tempo per le semifinali? Dipende. Se l’Eraldo muore entro martedì, mercoledì al massimo, si può fare. Bon, via allora. Un’occhiata al 1100, olio freni gomme; carta d’identità rinnovata all’ultimo minuto; prima tappa il passo del San Bernardino, poi giù dritti fino a Lucerna: basta seguire i cartelli, anche se sono in tedesco, perché il nome di quella città lì si capisce lo stesso. Ispirato da un aneddoto legato a un soggiorno a Lucerna del grande scrittore praghese, Le mele di Kafka mette in scena il meglio dei personaggi di Andrea Vitali. La loro voglia di vita, le loro piccinerie e le loro grandi passioni giostrano sulla partitura di una storia che in fondo ci vuole dire che la letteratura e i libri, nella vita, contano molto, a volte più di quanto vorremmo.
(Garzanti)

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