Il combattente. Come si diventa Pertini – Giancarlo De Cataldo

Incipit Il combattente: Come si diventa Pertini

9 febbraio 1974, ore 9:00 del mattino. Quattro uomini s’incontrano davanti al portoncino blindato al numero 1 di via dell’Impresa, a due passi da Montecitorio, nel cuore della Roma barocca. Di uno di loro, il più anziano, non sappiamo né sapremo mai nulla. Gli è stato ordinato di ricevere tre visitatori e scortarli in un certo ufficio, e tanto basta ai fini della nostra storia. Non è la prima volta che gli viene affidato un incarico riservato, e non sarà l’ultima. La discrezione è la sua cifra esistenziale: non è stato facile conquistarsi la fiducia dell’illustre inquilino di via dell’Impresa, e basterebbe un niente, una parola di troppo, un’espressione sbagliata, a perderla per sempre. Perciò, cali pure su di lui il sipario.

Incipit tratto da:
Titolo: Il combattente: Come si diventa Pertini
Autore: Giancarlo De Cataldo
Casa editrice: Rizzoli

Libri di Giancarlo De Cataldo

Copertina di Il combattente di Giancarlo De Cataldo

Quarta di copertina / Trama

Esistono uomini talmente smisurati, complessi e contraddittori che sembra impossibile raccontarli. Per esempio, come si racconta la vita di uno come Sandro Pertini, che ha attraversato da protagonista tutte le stagioni del Novecento italiano? Da dove si parte: dal giovane soldato in azione tra le trincee della Prima guerra che, pur contrario al conflitto, combatte furiosamente e conduce i suoi soldati in imprese al limite della follia? Dal militante socialista, picchiato e bandito dal fascismo, che al fianco di Turati fugge dall’Italia su un motoscafo nel mare in tempesta? Oppure dal partigiano che, dopo quattordici anni fra carcere e confino, diventa intransigente giustiziere di camicie nere? O magari dall’ultima fase, dall’immagine benevola del vecchietto con la pipa? Rispondere a queste domande è la sfida del Giancarlo De Cataldo protagonista di questo libro. Sfida doppia, perché da un lato è chiamato a sceneggiare un film sul “Presidente di tutti gli italiani”, dall’altro cerca di spiegare a suo figlio tredicenne la grandezza di quell’uomo, e il contrasto, doloroso, tra passato e presente. Ma per lui il combattente Pertini è qualcosa di più: è un’affinità elettiva, è l’integrità che illumina la lunga notte del regime e della prima repubblica, è l’orgoglio delle idee, è la furia della battaglia. È l’eroe incorruttibile, libero, severo, ma anche guascone e maldestro, che tutti noi vorremmo avere accanto.
(Ed, Rizzoli)

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