Perciò veniamo bene nelle fotografie – Francesco Targhetta

In via Tiziano Aspetti, scultore

Incipit Perciò veniamo bene nelle fotografie


In via Tiziano Aspetti, scultore
non minore di fine Cinquecento,
da quattro anni lavorano, ormai,
alle corsie per il tram monorotaia.
Si distende la sera sul quartiere
e l’inedia cattiva delle anziane
ammalate, e scesi i dipendenti,
dagli uffici, coi musi schiacciati
dal buio pesto e chiamate non risposte
negli occhi, si scolano spritz macchiati
di led al bar all’imbocco di via
d’Alemagna, dove paghi di più
se sei dell’Est e i fari delle macchine
entrano scuri, scorrono bronzei
sul ripiano di amari.

Incipit tratto da:
Titolo: Perciò veniamo bene nelle fotografie: Romanzo in versi
Autore: Francesco Targhetta
Casa editrice: Isbn

Libri di Francesco Targhetta

Copertine di Perciò veniamo bene nelle fotografie di Francesco Targhetta

Quarta di copertina

Ma noi, cara, ci stringeremo
in modo diverso, gliela faremo pagare
come da piccoli giocando a Hotel,
lasceremo sfregi da macchinette
Mattel incidentate nelle portiere,
e scaricheremo la nostra furia
come scarichiamo i film, la sera,
che poi ci guardiamo innalzado
preghiere contro finanza
e polizia postale,
o gliel’abbiamo già fatta pagare,
forse, parzialmente, essendoci fatti
addestrare per non servigli a niente,
per quanto chi è inutile spesso
si presti a fare di tutto, lo sai,
ma non è la fine che faremo noi,
noi che l’unica cosa in comune
è il modo di disegnare
gli uomini in terza elementare,
immersi nel solito sfondo
di fiori giganti, una casa in campagna,
col sole in un angolo e rondini in cielo,
e loro, lì, il viso tondo, un sorriso
in faccia, due gambe, un tronco,
le linee rette intesite del collo,
[ma nessuno di noi
disegnava le braccia.
(Ed. Isbn)

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