La spiaggia di Falesà – Robert Louis Stevenson

Incipit La spiaggia di Falesà

Quando vidi l’isola per la prima volta non era né notte né giorno. La luna calava a ponente, ancora grande e luminosa. Verso levante, proprio in mezzo alla rosea aspersione dell’ala, la stella del mattino scintillava come un diamante. La brezza di terra ci investiva in pieno volto con l’odore acuto di cedro selvatico e di vaniglia; e di altre piante profumate, ma erano queste ad imporsi; il soffio fresco mi fece starnutire. Devo dire che ero stato per anni in un’isola più in basso, lungo la linea equatoriale, dove avevo condotto, per la maggior parte del tempo, un’esistenza solitaria fra gli indigeni. Questa era un’esperienza nuova. La stessa lingua mi suonava estranea del tutto e la vista di quei monti e di quelle boscaglie, e il loro intenso profumo, mi rigenerava il sangue.
(Un matrimonio nei mari del Sud)

Incipit tratto da:
Titolo: La spiaggia di Falesà
Autore: Robert Louis Stevenson
Traduzione: Attilio Brilli
Titolo originale: The Beach of Falesa
Casa editrice: Mondadori

Libri di Robert L. Stevenson

Copertine di La spiaggia di Falesà di Robert Louis Stevenson

Incipit The Beach of Falesa

I saw that island first when it was neither night nor morning. The moon was to the west, setting, but still broad and bright. To the east, and right amidships of the dawn, which was all pink, the daystar sparkled like a diamond. The land breeze blew in our faces, and smelt strong of wild lime and vanilla: other things besides, but these were the most plain; and the chill of it set me sneezing. I should say I had been for years on a low island near the line, living for the most part solitary among natives. Here was a fresh experience: even the tongue would be quite strange to me; and the look of these woods and mountains, and the rare smell of them, renewed my blood.
(A South Sea Bridal)

Incipit tratto da:
Title: The Beach of Falesa
Author: Robert Louis Stevenson
Publisher: eBooks@Adelaide
Language: English

Quarta di copertina / Trama

La spiaggia di Falesá (1892), «racconto dei Mari del Sud», appartiene a quel momento magico della vita di Stevenson in cui, abbandonata per sempre la cappa plumbea della pur amatissima Scozia, si rifugia nel sole delle isole Samoa, dove morirà solo cinque anni dopo, a 44 anni. È la scoperta inebriante di un mondo nuovo, di luoghi e colori, lingue, odori e personaggi mai immaginati prima, ma anche di una nuova impenetrabile complessità in cui si mostrano le maschere grottesche del colonialismo europeo e i nodi profondi e insondabili dello scontro di civiltà: i rozzi e avidi mercanti in guerra tra loro, i missionari e la loro ambigua opera di evangelizzazione, i misteriosi inquietanti tabù di una razza diversa e lontana, la sensualità innocente e irresistibile di una bellissima indigena. Per raccontare tutto questo Stevenson cerca modi e linguaggi nuovi, che fanno posto al realismo, all’ironia e al disincanto: e la gioiosa «isola del tesoro», abbandonati pirati e pappagalli, si carica delle voci dissonanti, delle luci e delle ombre che di lì a poco avrebbero dato vita al romanzo coloniale di Conrad e Kipling. Ma l’isola che ancora una volta Stevenson ci regala – l’ultima – conserva intatto il profumo e la leggerezza dell’avventura.
(Ed. Marsilio )

Cronologia opere e Bibliografia di Robert L. Stevenson