Incipit Lo stivale di Garibaldi
Appena nominato prifetto e accanosciuta la distinazioni, va a sapiri pirchi a Sua Cillenza Enrico Falconcini vinni ‘n testa di raggiungiri la località della sò prifittura Montelusa, via mari.
Incipit tratto da:
Ora qual è la scascione per la quali un quarantino di bona famiglia, nasciuto a Pescia (indove non c’è mari), addivintato deputato prima ad Arezzo (indovi mari non sinni vidi) e doppo a Bibbiena (indove del mari non arriva manco il sciauro), addecide di fari un longo viaggio mari mari da Livorno a Palermo supra a ‘na navi militari e da PAlermo a Vigata, porto distanti otto chilometri da Montelusa, col postali?
Biniditto omo, ma non c’erano mezzi più comodi?
Però forsi prima ancora di farisi questa domanna è nicissario farisinni un’altra: per quali scascione, uno che non è del misteri accetta di annare a fari il prifetto a Montelusa, Sicilia, due anni appresso lo sbarco di Garibaldi?
Titolo: Lo stivale di Garibaldi
Autore: Andrea Camilleri
Casa editrice: Stilos
Quarta di copertina / Trama
Nella Girgenti dell’Ottocento l’ideale del Risorgimento si consuma in prefettura dove lo stivale del liberatore della Sicilia ferito in Aspromonte, termina il suo volo sullo slancio di una popolazione che non ha mai fatto pace con gli stranieri: nemmeno quelli della nuova Italia.
(Ed. Stilos)