La tripla vita di Michele Sparacino – Andrea Camilleri

Michele Sparacino vinni alla luci alla mezzannotti spaccata tra il tri e il quattro di ghinnaro del milli e ottocento e novantotto

Incipit La tripla vita di Michele Sparacino

Michele Sparacino vinni alla luci alla mezzannotti spaccata tra il tri e il quattro di ghinnaro del milli e ottocento e novantotto.
Viniri alla luci, nel caso spicifico, è un modo di diri pirchì, a parti che era notti fitta, dintra all’unica cammara nella quali bitava la famiglia Sparacino, patre, matre e setti figli contato Michele, la sula cosa che dava uno splapito lucore era ‘na cannila addrumata e ‘nfilata dintra al collo di ‘na buttiglia. Ma tanto la signura Ersilia, la matre, quanto la figlia maggiori, Tonina, di anni quattordici, macari stavota se la seppiro sbrogliare da sole, pirchì Nana, il capofamiglia, addrummisciutosi ‘mbriaco perso come faciva ogni sira, e il rimanti dei figli non foro di nisciuto aiuto.
Il primo probbrema che Michele detti alla società fu quanno so patre anno a denunziarlo all’anagrafi.

Incipit tratto da:
Titolo: La tripla vita di Michele Sparacino
Autore: Andrea Camilleri
Casa editrice: Rizzoli

Libri di Andrea Camilleri

Copertina di  La tripla vita di Michele Sparacino di Andrea Camilleri

Quarta di copertina / Trama

A Vigata c’è un agitatore di folle che di nome fa Michele Sparacino. Quando scopre che l’orologio del municipio va avanti di dieci minuti aizza i lavoratori delle cave di zolfo contro i padroni che fanno i furbi e innesca uno sciopero generale che unisce panettieri e netturbini, maestri elementari e impiegati comunali. Ma questo Michele Sparacino non esiste davvero. È il risultato della fantasia di Liborio Sparuto, un giornalista pigro e bugiardo che, per spiegare ai lettori i fatti che sconvolgono Vigata, non trova di meglio che inventarsi questa imprendibile figura di fuorilegge. E però c’è anche un Michele Sparacino in carne e ossa, nato «alla mezzanotti spaccata tra il tri e il quattro di ghinnaro» del 1898. Puntualmente nel posto sbagliato al momento sbagliato, il poveretto passa la vita a scontare sulla propria pelle le bugie di Sparuto, schivando gli atroci scherzi del destino che lo porteranno fino a Caporetto, sempre inviso a commilitoni e comandanti. Andrea Camilleri infilza il suo personaggio con gli spilli di una crudele ironia e ci regala una storia troppo amara per essere vera ma troppo verosimile per non diventare lo specchio di una certa Italia.
Un colloquio inedito tra Andrea Camilleri e Francesco Piccolo completa questo fulmineo capolavoro rivelando alcuni trucchi del mestiere di uno degli scrittori italiani più amati.
(Ed. Rizzoli; La scala)

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