Il giardino delle belve – Jeffery Deaver

Non appena entrò nell’appartamento poco illuminato, capì di essere un uomo morto.

Incipit Il giardino delle belve

Non appena entrò nell’appartamento poco illuminato, capì di essere un uomo morto.
Si asciugò le mani madide di sudore, si guardò attorno, la casa era silenziosa come un obitorio e gli unici deboli suoni erano quelli del traffico notturno di Hell’s Kitchen e della veneziana sudicia che veniva sospinta verso la finestra dal fiato caldo del ventilatore Monkey Ward.
In quella scena non quadrava niente.
Tutto sbagliato…

Incipit tratto da:
Titolo: Il giardino delle belve
Autore: Jeffery Deaver
Traduzione: Maura Parolini e Matteo Curtoni
Titolo originale: Garden of Beats
Casa editrice: Rizzoli

Libri di Jeffery Deaver

Copertine di Il giardino delle belve di Jeffery Deaver

Incipit Garden of Beats

As soon as he stepped into the dim apartment he knew he was dead.
He wiped sweat off his palm, looking around the place, which was quiet as a morgue, except for the faint sounds of Hell’s Kitchen traffic late at night and the ripple of the greasy shade when the swiveling Monkey Ward fan turned its hot breath toward the window.
The whole scene was off.
Out of kilter . . .

Incipit tratto da:
Title: Garden of Beats
Author: Jeffery Deaver
Publisher: Pocket Books
Language: English

Quarta di copertina / Trama

New York, 1936. L’America e il mondo intero guardano con apprensione all’ascesa di Hitler. A Paul Schumann, killer di origine tedesca al soldo del gangster Lucky Luciano, viene fatta dall’FBI una strana proposta: l’immunità per tutti i suoi crimini in cambio di un ultimo omicidio, quello di Reinhard Ernst, uomo di ducia del Führer. A Berlino tutto è pronto per le Olimpiadi e Schumann, sotto le mentite spoglie di cronista sportivo, è sul transatlantico che porta la squadra americana in Germania. Ha 48 ore per eludere l’apparato di sicurezza nazista, individuare l’obiettivo ed eliminarlo. Intanto la polizia tedesca lavora per fermare la scia di sangue che Schumann si lascia alle spalle. Il maestro del thriller fa i conti con la Storia in un romanzo avvincente, dove nessuno è ciò che dice di essere.
(Ed. Rizzoli BUR; Best Seller)

Cronologia opere e bibliografia di Jeffery Deaver

Il filo che brucia – Jeffery Deaver

Al centro di controllo del vasto complesso dell’azienda elettrica Algonquin Consolidated Power sull’East River, Queens, New York, il supervisore del mattino aggrottò la fronte vedendo lampeggiare in rosso sul monitor le parole: CRITICAL FAILURE.

Incipit Il filo che brucia

Al centro di controllo del vasto complesso dell’azienda elettrica Algonquin Consolidated Power sull’East River, Queens, New York, il supervisore del mattino aggrottò la fronte vedendo lampeggiare in rosso sul monitor le parole: CRITICAL FAILURE.
Sotto era indicato l’istante in cui si erano prodotte: 11:20:20:003 a.m.
Appoggiò il bicchiere di caffè, di carta, bianca e blu con immagini stilizzate di atleti greci, e si raddrizzò sulla scricchiolante sedia girevole.
Gli impiegati del centro di controllo della Algonquin Consolidated sedevano ciascuno davanti alla propria postazione di lavoro come controllori del traffico aereo. La grande stanza era fortemente illuminata e dominata da un gigantesco schermo piatto, su cui era riportata l’intera rete elettrica che prendeva il nome di Northeastern Interconnection e che forniva energia a New York, Pennsylvania, New Jersey e Connecticut. Anche architettura e arredi erano all’avanguardia… nel 1960, però.
Il supervisore tornò a guardare il quadro che indicava la corrente in arrivo dalle centrali di produzione in giro per il paese: turbine a vapore, reattori e la diga idroelettrica delle Cascate del Niagara. In una minuscola porzione del groviglio di spaghetti che rappresentava quelle linee elettriche c’era qualcosa che non andava. Un cerchio rosso lampeggiava.
CRITICAL FAILURE…

Incipit tratto da:
Titolo: Il filo che brucia
Autore: Jeffery Deaver
Traduzione: Maria Baiocchi e Anna Tagliavini
Titolo originale: The Burning Wire
Casa editrice: Rizzoli

Libri di Jeffery Deaver

Copertine di Il filo che brucia di Jeffery Deaver

Incipit The Burning Wire

Sitting in the control center of Algonquin Consolidated Power and Light’s sprawling complex on the East River in Queens, New York, the morning supervisor frowned at the pulsing red words on his computer screen.
Critical failure.
Below them was frozen the exact time: 11:20:20:003 a.m.
He lowered his cardboard coffee cup, blue and white with stiff depictions of Greek athletes on it, and sat up in his creaky swivel chair.
The power company control center employees sat in front of individual workstations, like air traffic controllers. The large room was brightly lit and dominated by a massive flat-screen monitor, reporting on the flow of electricity throughout the power grid known as the Northeastern Interconnection, which provided electrical service in New York, Pennsylvania, New Jersey and Connecticut. The architecture and decor of the control center were quite modern—if the year were 1960.
The supervisor squinted up at the board, which showed the juice arriving from generating plants around the country: steam turbines, reactors and the hydroelectric dam at Niagara Falls. In one tiny portion of the spaghetti depicting these electrical lines, something was wrong. A red circle was flashing.
Critical failure . . .

Incipit tratto da:
Title: The Burning Wire
Author: Jeffery Deaver
Publisher: Pocket
Language: English

Quarta di copertina / Trama

La notizia raggiunge Lincoln Rhyme nella sua casa-laboratorio di Central Park West: l’Orologiaio, l’unico criminale a essergli sfuggito, è stato avvistato all’aeroporto di Città del Messico. Rhyme sta già pregustando l’occasione di regolare i conti con la sua nemesi, quando al quartier generale dell’NYPD scatta l’allarme per un caso che richiede il suo intervento. Perché in pieno centro a Manhattan un autobus di linea è stato colpito da una violenta scarica elettrica che lo ha ridotto a una carcassa di metallo incandescente. La scena del crimine non lascia dubbi: qualcuno si è divertito a giocare con la rete elettrica della città, e quello che poteva sembrare un incidente è in realtà un attentato riuscito solo a metà.
Poco dopo, infatti, il misterioso attentatore si fa vivo con la polizia per avanzare la sua esorbitante richiesta: una riduzione dei consumi elettrici così drastica da condannare New York alla paralisi. Mentre la task-force guidata da Rhyme segue la pista di un gruppo di ecoterroristi, i blackout e gli incidenti letali si moltiplicano, la città precipita nel caos e la minaccia elettrica rivela tutto il suo devastante potenziale distruttivo. Solo Lincoln Rhyme può sperare di sventare il piano criminale di chi sta trasformando New York in una gigantesca trappola mortale. Ma prima di incastrare il colpevole, Rhyme dovrà affrontare i fantasmi più reconditi della propria coscienza e del proprio passato. Evitando di lasciarci la pelle.
Torna il personaggio più amato del maestro della suspense Jeffery Deaver, in un thriller teso e incalzante, percorso dalla sottile scossa della paura.
(Ed. Rizzoli BUR; Best Seller)

Cronologia opere e bibliografia di Jeffery Deaver

Il collezionista di ossa – Jeffery Deaver

Voleva soltanto dormire.

Incipit Il collezionista di ossa

Voleva soltanto dormire.
L’aereo era atterrato con due ore di ritardo e c’era stata un’attesa infinita per i bagagli. E poi l’autonoleggio aveva fatto casino: la limousine se n’era andata un’ora prima. E così, ora stavano aspettando un taxi.
Lei era in fila con gli altri passeggeri, il corpo snello piegato in avanti per il peso del computer portatile. John sproloquiava qualcosa sui tassi di interesse e su nuovi modi possibili di rinegoziare l’accordo, ma tutto ciò che lei riusciva a pensare era: Sono le dieci e mezzo di venerdì sera. Voglio mettermi in tuta e buttarmi sul letto.
Gli occhi fissi sulla fiumana senza fine di taxi gialli. Qualcosa, nel colore e nella somiglianza delle automobili tra loro, le ricordava gli insetti. E rabbrividì alla sensazione di fastidio che le tornò in mente, un ricordo della sua infanzia sulle montagne, quando lei e il fratello si imbattevano in un tasso sventrato da qualche animale o scalciavano un nido di formiche rosse e rimanevano a osservare attoniti la massa umida di corpi e zampette brulicanti.

Incipit tratto da:
Titolo: Il collezionista di ossa
Autore: Jeffery Deaver
Traduzione: Stefano Massaron
Titolo originale: The Bone Collector
Casa editrice: Rizzoli

Libri di Jeffery Deaver

Copertine di Il collezionista di ossa di Jeffery Deaver

Incipit The Bone Collector

She wanted only to sleep.
The plane had touched down two hours late and there’d been a marathon wait for the luggage. And then the car service had messed up; the limo’d left an hour ago. So now they were waiting in line for a cab.
She stood in the line of passengers, her lean body listing against the weight of her laptop computer. John rattled on about interest rates and new ways of restructuring the deal but all she could think was: Friday night, 10:30. I wanna pull on my sweats and climb into bed.
Gazing at the endless stream of yellow cabs. Something about the color and the similarity of the cars . . . . they reminded her of insects. And she shivered with the creepy-crawly feeling she remembered from her childhood in the mountains when she and her brother’d find a gut-killed badger or kick over a red ant nest and gaze at the wet mass of squirming bodies and legs

Incipit tratto da:
Title: The Bone Collector
Author: Jeffery Deaver
Publisher: Signet
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Lyncol Rhyme è uno dei più famosi penalisti a livello internazionale. È anche tetraplegico, paralizzato dal collo in giù in seguito ad un incidente accadutogli durante un’indagine. Condannato all’immobilità assoluta, disperato, sta pensando di porre fine alla sua vita.
Ma c’è qualcuno ancora più disperato che a lui si rivolge in cerca di aiuto. Lon Sellitto, un vecchio collega della polizia, si trova in un bel guaio e Lincoln è proprio l’unico in grado di sbrogliare la matassa.
Sepolta sotto un vecchio binario abbandonato nel West Side di New York è stata ritrovata una mano: apparteneva ad un uomo che, salito su un taxi all’aeroporto, non ne è più sceso. Perchè il conducente altri non era che “Il collezionista d’ossa”, l’efferato assassino che come una belva si accanisce sulle sue vittime… riducendole all’osso. Un terrificante e sconosciuto serial killer convinto di essere la moderna incarnazione del “Collezionista di Ossa” che, al volgere del secolo e sempre a New YOrk, colpiva uomini, donne e bambini, seppellendoli spesso quando erano ancora vivi affinché il tempo li riducesse puri scheletri. Perché le ossa sono la “parte nobile” del corpo, quella che non deperisce, quella che è immortale.
Così la polizia oggi si ritrova a inseguire colui che sembra un letale fantasma tornato dal passato. Lincoln è l’unico in grado di “leggere” e decifrare le tracce che “Il collezionista” appositamente lascia sulle scene di ogni delitto.
Il fattore tempo è cruciale: ogni minuto che passa è come un conto alla rovescia per ogni vittima successiva, finché gli indizi non verranno interpretati. Lincoln, con l’aiuto di Amelia Sachs – la funzionaria di polizia che sostituisce le sue braccia e le sue gambe inerti – comincia a stringere il laccio intorno al killer. Riesce a tracciare un profilo relativo al suo aspetto, alle sue abitudini e all’idea fissa che lo spinge ad uccidere. Ma nella caccia all’uomo appare chiaro che “Il collezionista” ha un suo piano, ed è lui che lentamente stringe il laccio… intorno a Rhyme, perché in realtà è proprio lui che vuole colpire.
Settantadue ore di pura suspance: questi l’arco di tempo in cui si snoda Il collezionista di ossa, un thriller agghiacciante, dal ritmo serrato ricco di colpi di scena e sviluppi imprevisti dalla prima all’ultima riga.
(Ed.Sonzogno;

Cronologia opere e bibliografia di Jeffery Deaver

Da questo romanzo il film Il collezionista di ossa (The Bone Collector) per la regia di Phillip Noyce (1999)