La setta delle ciambelle – Joe R. Lansdale

Incipit La setta delle ciambelle – Joe R. Lansdale

Incipit La setta delle ciambelle

Era notte fonda e mi trovavo sul mio portico panoramico, seduto al tavolo con una tazza di tè caldo e una coperta buttata sulle spalle, a farmi passare un leggero mal di testa. Cominciava a fare fresco e il verde dei boschi che circondavano la casa si era spento. Ma la morte dell’estate e l’arrivo dell’autunno mi concedevano un altro tipo di bellezza. Foglie marroni e oro, rosse e arancioni.
Naturalmente ora, al buio, non potevo vederle. Ma potevo sentire il vento leggero e i rami che si agitavano nel profondo della notte, e immaginavo le foglie che si staccavano e cadevano al suolo, sospinte dal vento del Nord. Al mattino le foglie avrebbero creato un arazzo multicolore sull’erba, un tappeto nel bosco.
Sorseggiai l’ultimo sorso di tè con entrambe le mani, godendo del calore della tazza sui palmi. Poi posai la tazza sul tavolo e scesi dal portico avvolto nella coperta.
Mi misi a passeggiare in giardino, dove avevo sistemato uno sgabello alto e un telescopio su un treppiede. Mi sedetti sullo sgabello, sistemandomi la coperta sulle spalle, e guardai attraverso il telescopio. C’era un cerchio luminoso attorno alla luna: o mi si stava formando la cataratta o, piú probabilmente, si trattava del segnale che preannunciava al vecchio contadino il cambiamento del tempo.
Stavo riposizionando il telescopio quando sentii un motore ronzare nel mio lungo viale. Scesi dallo sgabello e mi avviai verso il lato della casa. Vidi subito le luci di un’automobile che si fermavano al cancello e poi si spegnevano. Uno sportello si apri e per un attimo, nella luce interna dell’auto, vidi una donna incorniciata dal bagliore. A quella distanza era piú che altro una sagoma, ma la riconobbi subito. Sapevo come si muoveva, conoscevo il suo odore e come mi toccava.

Incipit tratto da:
Titolo: La setta delle ciambelle
Autore: Joe R. Lansdale
Traduzione: Luca Briasco
Titolo originale: The Donut Legion
Casa editrice: Einaudi

Libri di Joe R. Lansdale

La setta delle ciambelle - Joe R. Lansdale

First Lines The Donut Legion

It was late at night and I was on my long wraparound porch sitting at my deck table with a cup of hot tea, a blanket thrown over my shoulders, nursing a light headache. The weather had begun to go cool and the greenery of the woods that surrounded my house had died. But the death of summer and the rise of fall had given me another kind of beauty. Brown and gold, red and orange leaves.

Title: The Donut Legion
Author: Joe R. Lansdale
Language: English
Incipit La setta delle ciambelle – Joe R. Lansdale

Quarta di copertina / Trama

Charlie Garner ha un brutto presentimento. Meg, la sua ex moglie, è scomparsa da oltre una settimana e, nonostante i vicini sostengano che stia soltanto fuggendo dagli esattori, lui sospetta che ci sia qualcosa di piú sinistro in ballo. L’ultima volta è stata avvistata al lavoro, nel negozio di ciambelle locale gestito da un losco gruppo conosciuto come il Popolo dei dischi volanti: una congrega evangelista che crede che la propria attività si trovi sul suolo del prossimo sbarco extraterrestre. Indagando insieme al fratello Felix, alla fidanzata di lui e alla giornalista Amelia «Scrappy» Moon, Charlie fa delle scoperte alquanto strambe nella zona in cui lavorava Meg: prima viene a conoscenza di un minaccioso scimpanzé tenuto al guinzaglio, poi di un enorme arsenale di armi stoccate in vista dell’apocalisse. E quando il corpo del loro informatore chiave viene trovato morto e smembrato, Charlie capisce che la sua vita e quella della sua combriccola sono in serio pericolo.
(Einaudi; Stile Libero Big)

Cronologia opere e biografia di Joe R. Lansdale

Non aprite quella morta – Joe R. Lansdale e Kasey Lansdale

Incipit Non aprite quella morta – Joe R. Lansdale

Incipit Non aprite quella morta

Immagino si possa dire che è una specie di associazione, ma ci piace pensarlo come un club, e non uno di quelli frequentati da soli uomini. Le donne sono ammesse. Almeno un paio. E poi, ovviamente, c’è Dana Roberts. È stata nostra ospite.
Il club ha regole semplici. Ci incontriamo una volta al mese per chiacchierare, bere e mangiare qualcosa. A volte invitiamo un ospite. Ci impegniamo sempre a far venire persone interessanti, non qualcuno che riempia semplicemente un buco. Preferiamo non avere ospiti, piuttosto che una persona qualunque che venga a dirci come essiccare la legna o fare la marmellata di fragole.
Il fatto è che votiamo su chi sarà l’oratore. Quando è uscito fuori il nome di Dana Roberts, in realtà non avevo intenzione di votarla. Non volevo un investigatore del soprannaturale lí, perché trovo quel genere di cose sciocche e inverosimili, e per lo piú irritanti.
Esistono tanti show televisivi sui cacciatori di fantasmi, i bambini sensitivi e cosí via, e tutti quanti mi fanno venire voglia di dare un calcio alla tv. Immagino costituisca un buon affare, fare spettacoli di ombre e illusioni. Certe persone dicono di sentire questo o quello, di vedere questo o quello, e tu non vedi e non senti un bel niente. Devi solo credergli sulla parola.
Quando poi dicono di avere una prova, si tratta sempre di un’immagine sfocata, o di uno strano suono che hanno registrato e dicono sia il fantasma che impone loro di andarsene da casa, o qualcosa del genere. In questi casi non comincio a credere a ciò che dicono, anzi, ci credo ancora di meno. I suoni sembrano prodotti dalla voce contraffatta dell’investigatore e le foto assomigliano a quelle orribili che faccio in vacanza.
Ma gli altri membri avevano insistito molto su Dana, e io ero stato messo in minoranza, dunque giovedí sera, subito dopo aver tenuto una riunione generale per discutere di alcuni argomenti che riguardavano il club, Dana è arrivata.
(Il caso del faro infestato)

Incipit tratto da:
Titolo: Non aprite quella morta
Autori: Joe R. Lansdale e Kasey Lansdale
Traduzione: Luca Briasco
Titolo originale: Terror is Our Business
Casa editrice: Einaudi

Libri di Joe R. Lansdale

Non aprite quella morta - Joe R. Lansdale e Kasey Lansdale

Quarta di copertina / Trama

Che si tratti di un faro maledetto, di una villa infestata in Italia, di un inquietante sfasciacarrozze in Texas o di un sinistro villaggio sotterraneo, Dana Roberts e la sua assistente Jana si ritrovano ogni volta a indagare su casi inspiegabili e parecchio pericolosi. Ad assisterle, oltre all’intuito infallibile e un ingegno analitico che tanto ricordano quello di Sherlock Holmes e John Watson, una serie di preziosissimi oggetti-amuleti: acqua santa, candele fatte di grasso umano, polveri benedette, terra di cimitero e vari strumenti di magia che acquistano potere grazie alla fede di chi li possiede. Qualsiasi cosa pur di impedire agli esseri provenienti da altre dimensioni di creare scompiglio nel nostro mondo. Una raccolta di storie inedite popolate da personaggi memorabili che colloca Joe e Kasey Lansdale al fianco dei maestri indiscussi dei libri dell’orrore.

«A differenza degli investigatori dell’occulto con cui sono cresciuto, il mio è una donna. Volevo scrivere una storia con una protagonista femminile, ovvero, nel caso di Dana Roberts, un’investigatrice di quello che lei chiama il “sopranormale”».
Joe R. Lansdale

«Sono entusiasta di vedere queste storie in una raccolta. È una deviazione divertente rispetto a ciò che molti conoscono dell’universo di Lansdale, e, nel mio piccolo, sono onorata di farne parte».
Kasey Lansdale
(Ed. Einaudi; Stile Libero Big)

Incipit Non aprite quella morta – Joe R. Lansdale

Cronologia opere e bibliografia di Joe R. Lansdale

Cronache dal selvaggio West – Joe R. Lansdale

Incipit Cronache dal selvaggio West - Joe R. Lansdale

Incipit Cronache dal selvaggio West

All’epoca dovevo avere sei o sette anni, e questo raduno di parenti era un evento che si verificava ogni anno. Non ricordo l’occasione precisa, semmai ce ne fosse stata una. Nel senso che non aveva niente a che fare con il Natale, il giorno del Ringraziamento o altre festività. Credo si trattasse semplicemente di una visita alla nonna. Viveva a circa un’ora da noi, in una grande e vecchia casa costruita su dodici ettari di terra. Era già piuttosto anziana, allora, ma riusciva ancora a muoversi bene. Era l’unica in vita, tra i miei nonni. Gli altri erano morti parecchio tempo prima.
Mia nonna era nata negli anni Ottanta dell’Ottocento, ed era arrivata in Texas da bambina, in un carro coperto, dall’Oklahoma. Aveva visto il Wild West Show di Buffalo Bill, e gli uomini atterrare sulla Luna. Ha vissuto fino a quasi cento anni, quando un attacco di polmonite le ha tolto la possibilità di diventare centenaria.
Quel giorno faceva freddo. Una cosa rara nel Texas orientale, ma ci sono un paio di mesi, a volte tre, in cui succede. Non c’era gelo o umidità, solo freddo.
Fu l’odore del pollo fritto nello strutto, dopo essere stato fatto rotolare nella farina e nelle uova e immerso nel grasso bollente, a svegliarmi. Non ricordo quale giorno della settimana fosse, ma mio padre non c’era, quindi probabilmente stava lavorando. Poteva essere qualsiasi giorno dal lunedí al sabato, e forse pure domenica, anche se a mia madre e ad altre persone religiose come lei non piaceva l’idea di lavorare nel giorno del Signore.
«Che Dio venga a cercarmi, allora», era solito ribattere, e io lo immaginavo mentre prendeva Dio a calci in culo. Mio padre era molto rassicurante.
Quando mi alzai dal letto, mia madre mi preparò la colazione. Ricordo di aver mangiato quella che lei chiamava pappa di mais. Si trattava essenzialmente di porridge con burro, un cucchiaio di zucchero e un goccio di latte. All’epoca era la mia colazione preferita. Ogni tanto ci aggiungevo una banana a fette.
Mentre mangiavo, mia madre prese con le pinze il pollo fritto dalla padella e lo poggiò su un piatto ricoperto di carta assorbente, poi lo coprí con altra carta.
Dopo colazione mi misi a mescolare l’impasto del pane di mais con un mestolo di legno cosí grande e lungo che dovevo appoggiarmelo su una spalla. Fatto ciò, mamma infilò l’impasto nel forno e insieme mettemmo tutto nelle scatole e nei sacchi di carta marrone che avremmo caricato in macchina. Non so che tipo di macchina fosse, ma ricordo che era verde. Mia madre mi fece portare dei recipienti e un sacco con degli utensili da cucina e una scatola di tè Lipton, che la maggior parte dei texani dell’est considerava il nettare degli dèi.
Io la penso ancora cosí.
(La cucina)

Incipit tratto da:
Titolo: Cronache dal selvaggio West. Hap e Leonard, le origini
Autore: Joe R. Lansdale
Traduzione: Luca Briasco
Titolo originale: Of Mice and Minestrone. Hap and Leonard: The Early Years
Casa editrice: Einaudi

Libri di Joe R. Lansdale

Cronache dal selvaggio West – Joe R. Lansdale

Quarta di copertina / Trama

Con l’umorismo nero che lo contraddistingue, e la malinconia di chi ha passato una vita con i propri personaggi, in Cronache dal selvaggio West Joe R. Lansdale approfondisce e arricchisce il mito di Hap e Leonard: a volte drammatici, a volte esilaranti, e sempre sopra le righe, in questi racconti estremamente autentici si ha la sensazione di tornare a casa dopo tanto tempo. Perché, come dice Hap: «Ci sono persone con cui non parli per un paio d’anni, forse di piú, ma appena le vedi ti sembra che abbiano lasciato la stanza solo un momento fa, e cosí fu per me e Leonard».
(Ed. Einaudi; Stile Libero Big)

Incipit Cronache dal selvaggio West - Joe R. Lansdale

Indice cronologico opere e bibliografia di Joe R. Lansdale