Notturno indiano – Antonio Tabucchi

Incipit Notturno indiano

Il tassista aveva una barba a pizzo, una reticella sui capelli e un codino legato con un nastro bianco. Pensai che fosse un sikh, perché la mia guida li descriveva esattamente così. La mia giuda si intitolava: India, a travel survival kit, l’avevo acquistata a Londra più per curiosità che per altro, perché forniva sull’India informazioni assai bizzarre e a prima vista superflue. Solo più tardi mi sarei accorto della sua utilità.

Incipit tratto da:
Titolo: Notturno indiano
Autore: Antonio Tabucchi
Casa editrice: Sellerio

Libri di Antonio Tabucchi

Copertine di Notturno indiano di Antonio Tabucchi

Quarta di copertina / Trama

Un’ipotesi dell’autore – una giustificazione per un modo di raccontare così allusivo – è che questo libro potrebbe servire da guida per un amante di percorsi incongrui. E vi è certo dell’incongruo in questa ricerca di un amico disperso, ombra di un passato segnato – s’indovina – da una qualche definitiva rottura; in quest’India conosciuta solo nelle camere d’albergo, negli ospedali, e che pure balugina attraverso i colloqui essenziali con profeti incontrati sui pullman, con gesuiti portoghesi, con gnostici di una società teosofica. Ma è un’incongruità che dall’esplicitarsi di suggerimenti, da concomitanze che si rivelano necessarie, si riordina a metodo. È il lato notturno e occulto delle cose il tema di Notturno indiano.
(Ed. Sellerio; La memoria)

Cronologia opere e bibliografia di Antonio Tabucchi

Da questo romanzo il film Notturno indiano per la regia di Alain Corneau (1989)

La fine del mondo storto – Mauro Corona

Incipit La fine del mondo storto - Mauro Corona

Incipit La fine del mondo storto

Una mattina d’inverno, le disgrazie d’altronde capitano spesso d’inverno, il mondo si sveglia e scopre che non ci sono più petrolio, né gas né carbone né corrente elettrica. A dir la verità, un po’ di corrente esiste ancora. Laddove l’acqua fa girare le turbine c’è forza elettrica, ma è poca cosa. Il problema sono gasolio, benzina, gas, insomma tutto ciò che tiene in vita i motori, e di conseguenza anche la gente, visto che la gente dipende dai motori.

Incipit tratto da:
Titolo: La fine del mondo storto
Autore: Mauro Corona
Casa editrice: Mondadori
Qui è possibile leggere le prime pagine di La fine del mondo storto

La fine del mondo storto - Mauro Corona

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Quarta di copertina / Trama

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Un giorno il mondo si sveglia e scopre che sono finiti il petrolio, il carbone e l’energia elettrica. È pieno inverno, soffia un vento ghiacciato e i denti aguzzi del freddo mordono alle caviglie. Gli uomini si guardano l’un l’altro, hanno occhi smarriti e il terrore stringe i loro cuori. E ora come faranno? La stagione gelida avanza e non ci sono termosifoni a scaldare, il cibo scarseggia, non c’è nemmeno più luce a illuminare le notti. Le città sono diventate un deserto silenzioso, senza traffico e senza gli schiamazzi e la musica dei locali.
Rapidamente gli uomini si accorgono che tutto il benessere conquistato, fatto di oggetti meravigliosi e tecnologia all’avanguardia, è perfettamente inutile. Circondati dal superfluo e privi del necessario, intuiscono che una salvezza esiste, ma si nasconde in un sapere antico, da tempo dimenticato. Capiscono che se vogliono arrivare alla fine di quell’inverno di fame e paura,”l’inverno della morte bianca e nera”, devono guardare indietro, tornare alla sapienza dei nonni che ancora erano in grado di fare le cose con le mani e ascoltavano la natura per cogliere i suoi insegnamenti. Così, mentre un tempo duro e infame si abbatte sul mondo intero e i più deboli iniziano a cadere, quelli che resistono imparano ad accendere fuochi, cacciare gli animali costruendo trappole con i rami più teneri, riconoscere le erbe che nutrono e quelle che guariscono. Segnati dalla fatica e dalla paura, i superstiti si faranno più forti e insieme anche più saggi. La fine del mondo storto raddrizzerà gli animi, cancellerà la supponenza del ricco e punirà l’arroganza del povero, che si ritiene l’unico depositario di coraggio e resistenza. Resi uguali dalla difficoltà estrema, gli uomini si incammineranno verso la possibilità di un futuro più giusto e pacifico, che arriverà insieme alla tanto attesa primavera. Ma il destino del mondo è incerto, consegnato nelle mani incaute dell’uomo…
Facendo un passo indietro per trovare la voce più pura e poetica della natura imperiosa, e balzando in avanti con la forza di un’immaginazione visionaria e insieme intensamente realistica, Mauro Corona ancora una volta stupisce costruendo un romanzo imprevedibile. Un racconto che spaventa, insegna ed emoziona, ma soprattutto lascia senza fiato per la sua implacabile e accorata denuncia di un futuro che ci aspetta.
(Ed. Mondadori; Scrittori italiani e stranieri)

Romanzo vincitore del Premio Bancarella nel 2011

Torneranno le quattro stagioni – Mauro Corona

Incipit Torneranno le quattro stagioni - Mauro Corona

Incipit Torneranno le quattro stagioni

C’era una volta un bambino molto sensibile nato in un paesino di montagna da una famiglia povera. E non solo povera, quello sarebbe stato il male minore. Era una famiglia disgraziata dove la parola amore non aveva mai messo piede.
(Maternità)

Incipit tratto da:
Titolo: Torneranno le quattro stagioni
Autore: Mauro Corona
Casa editrice: Mondadori
Qui è possibile leggere le prime pagine di Torneranno le quattro stagioni

Torneranno le quattro stagioni - Mauro Corona

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Quarta di copertina / Trama

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Mauro Corona racconta la natura per parlare del mondo di oggi e di noi, pieni di difficoltà e impuntature, pieni di risorse, ma anche di problemi che spesso ci siamo creati da soli.
Come ha scritto Claudio Magris: “I suoi racconti hanno l’autorità della favola, in cui il meraviglioso si impone con assoluta semplicità, con l’evidenza del quotidiano”.
Sono storie che parlano a grandi e bambini, storie di bullismo e prepotenza, di rapporto con la manualità e la creatività, ma anche storie d’amore e d’amicizia, storie di uomini e animali, sempre narrate con la voce senza tempo delle sue montagne.
(Ed. Mondadori; I Grandi)