Ombre sull’Hudson – Isaac B. Singer

Quella sera gli ospiti erano riuniti nell’appartamento di Boris Makaver, nell’Upper West Side.

Incipit Ombre sull’Hudson

Quella sera gli ospiti erano riuniti nell’appartamento di Boris Makaver, nell’Upper West Side. Il palazzo di abitazioni dove aveva appena traslocato gli ricordava Varsavia. Costruito attorno a un grandissimo cortile, dava sulla Broadway da un lato e su West End Avenue dall’altro. Il cabinet de travail – o studio, come lo chiamava sua figlia Anna – aveva una finestra che dava sul cortile, per cui ogni volta che gettava un’occhiata fuori, Boris poteva quasi immaginare di essere di nuovo a Varsavia. Sempre tranquillo al suo centro, il cortile racchiudeva un giardinetto circondato da uno steccato. Di giorno il sole risaliva lentamente la parete di fronte. Bambini scorrazzavano sull’asfalto giocando, fumo si levava dal camino, passeri svolazzavano e cinguettavano. Sembrava che mancasse soltanto un ambulante con un sacco di mercanzia di seconda mano o un indovino con pappagallo e organetto. Ogni volta che gettava un’occhiata nel cortile e ne ascoltava il silenzio, il trambusto dell’America svaporava e la mente di Boris si riempiva di pensieri europei, oziosi, divaganti, pieni di nostalgie giovanili. Ma gli bastava spostarsi nel salon – il soggiorno – per sentire il frastuono della Broadway riverberarsi fino al quattordicesimo piano. Lì, in pedi a guardare le rumorose auto, i bus e i camion, e a cogliere il rombo della metropolitana attraverso le grate metalliche, gli tornavano in mente i suoi affari a pensava di telefonare al brocker e di combinare un incontro con il contabile. Di punto in bianco la giornata si era fatta troppo corta e sentiva il bisogno di tirar fuori la stilografica per scribacchiare qualcosa sull’agenda. In simili occasioni pensava al versetto biblico: “Il Signore non era nel terremoto”. Quando fuori nevicava, invece, la Broadway si faceva confortevolmente familiare. Essendo inverno, le finestre erano sbarrate, protette con imposte e coperte da tende.

Incipit tratto da:
Titolo: Ombre sull’Hudson
Autore: Isaac B. Singer
Traduzione: Mario Biondi
Titolo originale: Shadows on the Hudson
Casa editrice: TEA

Libri di Isaac B. Singer

Copertine di Ombre sull'Hudson di Isaac B. Singer

Incipit Shadows on the Hudson

That evening the guests gathered in Boris Makaver’s apartment on the Upper West Side. The apartment building into which Boris had just moved reminded him of Warsaw. Built around an enormous courtyard, it faced Broadway on one side and West End Avenue on the other. The cabinet de travail–or study, as his daughter Anna called it–had a window overlooking the courtyard, and whenever Boris glanced out he could almost imagine he was back in Warsaw. Always quiet at its center, the courtyard enclosed a small garden surrounded by a picket fence. During the day the sun crept slowly up the wall opposite. Children ran around on the asphalt in play, smoke rose from the chimney, sparrows fluttered and chirped. All that seemed to be missing was a huckster carrying a sack of secondhand goods or a fortune teller with a parrot and a barrel organ. Whenever Boris gazed into the courtyard and listened to its silence, the bustle of America evaporated and he thought European thoughts–leisurely, meandering, full of youthful longing. He had only to go into the salon–the living room–to hear the din of Broadway reverberating even here on the fourteenth floor. Standing there watching the noisy automobiles, buses, and trucks and catching the subway’s roar from under the iron gratings, he was reminded of all his business affairs and thought of telephoning his broker and arranging to meet his accountant. The day had suddenly become too short and he felt the need to take out his fountain pen and scribble in his notebook. On such an occasion Boris thought of the biblical verse “The Lord was not in the earthquake.” When it was snowing outside, however, Broadway became cozily familiar. Since it was winter, the windows were fastened tightly, protected with shutters and covered with drapes.

Incipit tratto da:
Title: Shadows on the Hudson. A novel
Author: Isaac Bashevis Singer
Language: English

Quarta di copertina/ Trama

Siamo alla fine degli anni Quaranta nella comunità ebraica di New York, fra coloro che hanno cercatosalvezza in America e quanti sono sopravvissuti all’Olocausto. Boris Makaver, un pio uomo d’affari, decide di diseredare la figlia Anna non appena scopre che ha lasciato il secondo marito, un cupo avvocato molto più anziano di lei, per fuggire con il suo ex precettore, Hertz Grein, un uomo inquieto, a sua volta sposato e con un’amante. Attornp a luie alla sua casa si muove una costellazione di personaggi eccentrici e curiosi che formano una corte dei miracoli tipica del mondo ebraico americano. E sebbene Singer cerchi sempre una risposta di ordine mistico-religiosa agli enigmi della vita, serpeggia in quest’opera, tra le maggiori del grande scrittore, un sottile ma radicato pessimismo sulla natura umana. Il riso amaro, e talora beffardo, che la pervade è soltanto l’altra faccia , cioè la maschera, della disperazione.
(Ed. TEA; TEA biblioteca)

Cronologia opere e bibliografia di Isaac B. Singer

Ricerca e perdizione – Isaac B. Singer

Incipit Ricerca e perdizione

Coloro che hanno letto le mie opere, in particolare il volume di scritti autobiografici intitolati Alla corte di mio padre, sanno che sono nato allevato in una casa dove la religione – quella ebraica – era praticamente l’aria che respiravamo. Io discendo da generazioni di rabbini, chassidim e cabalisti. Posso dire con franchezza che in casa nostra l’ebraismo non era una qualsiasi forma attenuata di religione, ma conteneva in sé tutti gli aromi , tutte le vitamine, tutto il misticismo della fede. Gli ebrei vivono da duemila anni in esilio, cacciati di terra in terra e di ghetto in ghetto, ma non perciò la loro religione è svanita. Hanno dovuto subire una selezione che non presenta paralleli in una qualsiasi fra le altre religioni. Di essi, coloro che bob possedevano convinzioni o sentimenti religiosi sul serio, dando ai figli un’educazione religiosa completa. Gli ebrei della Diaspora si sono aggrappati a una sola speranza: che il Messia sarebbe venuto. La venuta del Messia non era solo redenzione in questo mondo, una riconquista della terra perduta, ma un giudizio spirituale che avrebbe cambiato il mondo intero, sradicato ogni forma di male e portato sulla terra il Regno dei Cieli.

Incipit tratto da:
Titolo: Ricerca e perdizione
Autore: Isaac Bashevis Singer
Traduzione: Mario Biondi
Titolo originale: A Little Boy in Search of God, A Young Man in Search of Love, Lost in America
Casa editrice: Guanda

Libri di Isaac B. Singer

Copertine di Ricerca e perdizione di Isaac B. Singer

Quarta di copertina / Trama

In questo libro, definito dall’autore «un’opera di narrativa basata sulla verità». Singer ha creato il più memorabile dei suoi personaggi: se stesso. Se stesso bambino in cerca di Dio, nella corte del padre rabbino chassidico, nelle viuzze ebraiche di Varsavia, nei minuscoli shtetl della campagna polacca. Se stesso giovane e poverissimo aspirante scrittore nel fervido clima intelletuale della Varsavia del primo dopoguerra. Se stesso famelico di vita e soprattutto di amore. Se stesso, infine, in fuga davanti al terrore nazista ed emigrato in America, terra estranea e ignota, che gli propone la sfida drammatica ed esaltante di un futuro assolutamente di un futuro assolutamente incerto, senza legami col passato, senza tradizioni, senza lingua.
(Ed. Guanda; Le Fenici Tascabili)

Indice cronologico opere e bibliografia di Isaac Bashevis Singer

Satana a Goray – Isaac B. Singer

Nell’anno 1648, il malvagio atamano ucraino Bogdan Chmelnicki e i suoi seguaci assediarono la città di Zamosc, ma non riuscirono ad espugnarla perché era saldamente fortificata

Incipit Satana a Goray

Nell’anno 1648, il malvagio atamano ucraino Bogdan Chmelnicki e i suoi seguaci assediarono la città di Zamosc, ma non riuscirono ad espugnarla perché era saldamente fortificata; i contadini haidamak ribelli proseguirono, portando distruzioni e stragi a Tomaszów, Bilgoray, Krasnik, Turbin, Frampol… e a Goray, inoltre, la cittadina situata tra i monti in capo al mondo. Ovunque massacrarono, scorticarono vivi gli uomini, assassinarono i bimbetti, violentarono le donne, e in seguito ne scartarono il ventre per cucirvi dentro i gatti. Molti fuggirono a Lublino, molti si fecero battezzare, ovvero vennero venduti come schiavi. Goray, nota un tempo per i suoi studiosi e uomini di talento, rimase completamente deserta. La piazza del mercato, ove giungevano per la fiera i contadini da ogni parte, venne invasa dalle erbacce, la casa di preghiera e la casa di studio erano colme dello sterco lasciatovi dai cavalli che i soldati vi avevano riparato. Quasi tutte le case di abitazione erano state rase al suolo dagli incendi. Per settimane dopo la distruzione di Goray, cadaveri giacquero abbandonati in ogni viuzza, e nessuna li seppellì. Cani selvatici ne azzannavano gli arti smembrati, e avvoltoi e corvi si saziavano di carne umana. La manciata di superstiti abbandonò la cittadina e si allontanò vagabondando. Sembrava che Goray avesse cessato di esistere per sempre.

Incipit tratto da:
Titolo: Satana a Goray
Autore: Isaac B. Singer
Traduzione: Bruno Oddera
Titolo originale: Satan in Goray
Casa editrice: Longanesi

Libri di Isaac B. Singer

Copertine di Satana a Goray di Isaac B. Singer

Quarta di copertina / Trama

Polonia, 1665. A Goray, un remoto villaggio nei pressi di Lublino, Rabbi Benish guida con ortodossa disciplina una piccola comunità di ebrei, sopravvissuta ai massacri di una feroce ataman cosacco. La sonnecchiosa tranquillità della cittadina viene un giorno turbata dall’arrivo inaspettato di un venditore ambulante. Reb Itche Mates, che annuncia la comparsa dell’atteso Messia, Sabbatai Zevi, destinato a condurre il popolo eletto nella nuova Gerusalemme. Invano Rabbi Benish tenta di contrastare l’euforia dei suoi concittadini per colui che alla fine si rivelerà un falso profeta. Intanto, a Goray, cominciano a verificarsi strani prodigi, mentre la discordia s’insinua tra i membri della comunità sempre più divisa tra l’estasi mistica e la lascivia. E lecose precipitano definitivamente quando in paese giunge il macellatore ritule Reb Gedaliya, pratico di magia e di cabala, che s’invaghisce di Rachele, la moglie di Reb Itche Mates, facendola precipitare in un baratro di lussuria e turpitudine. Il cammino verso la sciagura è ineluttabile…
Atmosfera medievale, struttura epica, tono distaccato e stile classico: sono questi gli elementi che fanno del primo romanzo di Isaac Bashevis Singer, pubblicato nel 1935, un’opera già matura, in cui il rapporto tra la fede e scetticismo, i vari registri espressivi e il tema dello smarrimento di fronte all’incerto divenire della vita, appaiono dispiegati con forza ed evidenza.
(Ed.TEA)

Ordine cronologico opere e bibliografia di Isaac Bashevis Singer