Nell’ombra e nella luce – Giancarlo De Cataldo

Incipit Nell’ombra e nella luce

Mentre la gloriosa giornata volgeva al termine, Emiliano Mercalli di Saint-Just, giovane capitano dei carabinieri reali, non poteva sapere che, molto presto, il passato che da due anni cercava invano di rimuovere gli avrebbe presentato il conto, e si sarebbe ritrovato faccia a faccia con il suo peggiore incubo: il Diaul.
Accadde sul far del tramonto.

Incipit tratto da:
Titolo: Nell’ombra e nella luce
Autore: Giancarlo De Cataldo
Casa editrice: Einaudi

Libri di Giancarlo De Cataldo

Copertina di Nell'ombra e nella luce di Giancarlo De Cataldo

Quarta di copertina / Trama

1848. Nella Torino di Carlo Alberto, che si accende a giorno con mille fanali per l’illuminazione a gas, un’ombra turba la festa. È l’ombra lunga di un demonio col naso d’argento, che somiglia a Scaramouche, ma strazia giovani donne. Il suo nome è solo sussurrato. Prima che la paura del misterioso Diaul generi rivolte, dovrà scendere in campo Emiliano Mercalli di Saint-Just, giovane ufficiale dei Carabinieri Reali, eroe di Pastrengo. Ma l’aitante Emiliano è un po’ confuso. Come fa il Diaul a riempire di terrore le notti dei buoni cittadini, se lo stesso Emiliano l’ha spedito da un pezzo all’Ospedale dei Pazzarelli? E oltretutto dopo una caccia all’uomo che gli ha fatto perdere il suo migliore amico, il molto sapiente medico-detective Gualtiero Lancefroid, e la bellissima, affascinante, troppo libera fidanzata, Naide Malarò, idolo dei teatri cittadini.
Con il maldestro, coraggioso, contraddittorio Emiliano di Saint-Just, chiamato a investigare su efferate uccisioni, opera di uno sfuggente criminale che somiglia a un diavolo, Giancarlo De Cataldo ci trasporta in una Torino divisa tra slancio progressista e reazione, nuove tecnologie e vecchi pregiudizi, inconsueta per l’occhio di oggi, ma nella quale è facile ambientarsi per la naturalezza e la precisione dei dettagli: da una nuova grande piazza appena costruita alla mefitica paludosa Vanchiglia, a un gran ballo a Palazzo Carignano, a un dinamicissimo Ghetto dove gli ebrei combattono per non diventare il capro espiatorio della rabbia e della paura di tutti. E sotto i nostri occhi, mentre un Cavour infuriato rischia di esser preso a bastonate dal reazionario duca di Pasquier, e le alte sfere consigliano al giovane carabiniere di cercare il colpevole preferibilmente negli strati piú bassi e «infami» della città, impartendogli una lezione di modernissimo controllo sociale, si svolge una vorticosa, molto attuale commedia umana. Le opposizioni private e pubbliche di gelosia e amore, obbedienza e libertà, viltà e coraggio, politica e crimine, tipiche del futuro carattere nazionale degli italiani, fanno qui le prove generali, come a teatro. E il Diaul, che sia un mostro malvagio, un assassino seriale o la pedina di un complotto politico, diventa la cifra, il luogo geometrico delle contraddizioni di tutti. Senza smettere di far paura, tutt’altro.
(Ed. Einaudi; Stile Libero Big)

Indice cronologico opere e bibliografia di Giancarlo De Cataldo

Il combattente. Come si diventa Pertini – Giancarlo De Cataldo

Incipit Il combattente: Come si diventa Pertini

9 febbraio 1974, ore 9:00 del mattino. Quattro uomini s’incontrano davanti al portoncino blindato al numero 1 di via dell’Impresa, a due passi da Montecitorio, nel cuore della Roma barocca. Di uno di loro, il più anziano, non sappiamo né sapremo mai nulla. Gli è stato ordinato di ricevere tre visitatori e scortarli in un certo ufficio, e tanto basta ai fini della nostra storia. Non è la prima volta che gli viene affidato un incarico riservato, e non sarà l’ultima. La discrezione è la sua cifra esistenziale: non è stato facile conquistarsi la fiducia dell’illustre inquilino di via dell’Impresa, e basterebbe un niente, una parola di troppo, un’espressione sbagliata, a perderla per sempre. Perciò, cali pure su di lui il sipario.

Incipit tratto da:
Titolo: Il combattente: Come si diventa Pertini
Autore: Giancarlo De Cataldo
Casa editrice: Rizzoli

Libri di Giancarlo De Cataldo

Copertina di Il combattente di Giancarlo De Cataldo

Quarta di copertina / Trama

Esistono uomini talmente smisurati, complessi e contraddittori che sembra impossibile raccontarli. Per esempio, come si racconta la vita di uno come Sandro Pertini, che ha attraversato da protagonista tutte le stagioni del Novecento italiano? Da dove si parte: dal giovane soldato in azione tra le trincee della Prima guerra che, pur contrario al conflitto, combatte furiosamente e conduce i suoi soldati in imprese al limite della follia? Dal militante socialista, picchiato e bandito dal fascismo, che al fianco di Turati fugge dall’Italia su un motoscafo nel mare in tempesta? Oppure dal partigiano che, dopo quattordici anni fra carcere e confino, diventa intransigente giustiziere di camicie nere? O magari dall’ultima fase, dall’immagine benevola del vecchietto con la pipa? Rispondere a queste domande è la sfida del Giancarlo De Cataldo protagonista di questo libro. Sfida doppia, perché da un lato è chiamato a sceneggiare un film sul “Presidente di tutti gli italiani”, dall’altro cerca di spiegare a suo figlio tredicenne la grandezza di quell’uomo, e il contrasto, doloroso, tra passato e presente. Ma per lui il combattente Pertini è qualcosa di più: è un’affinità elettiva, è l’integrità che illumina la lunga notte del regime e della prima repubblica, è l’orgoglio delle idee, è la furia della battaglia. È l’eroe incorruttibile, libero, severo, ma anche guascone e maldestro, che tutti noi vorremmo avere accanto.
(Ed, Rizzoli)

Indice cronologico opere e bibliografia di Giancarlo De Cataldo

Suburra – G. De Cataldo e C. Bonini

Incipit Suburra

Roma, luglio 1993
Nel buio umido della notte d’estate, tre uomini attendevano a bordo di un Fiat Ducato dei carabinieri parcheggiato sul lungotevere. Indossavano divise dell’arma, ma erano criminali. Dalla parte sbagliata di Roma li conoscevano con i nomi di battaglia di Botola, Lothar e Mandrake. Botola scese dal furgone e si affacciò sul fiume. Cacciò dalla tasca un novellino Gentilini sbriciolato e lo depose sulla spalletta. Arretrò di qualche passo e rimase a fissare un gabbiano che affondava il becco tra i rimasugli del biscotto.
– Che belli i gabbiani.
Risalí sul furgone. Quello che chiamavano Lothar si accese l’ennesima sigaretta e sbuffò.

Incipit tratto da:
Titolo: Suburra
Autori:Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini
Casa editrice: Einaudi

Libri di Giancarlo De Cataldo

Copertina di Suburra di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini

Quarta di copertina / Trama

«Il Libanese era morto.
Tanti altri erano morti, qualcuno era diventato infame, qualcuno si faceva la galera in silenzio, sognando di ricominciare, magari con un lavoretto senza pretese.
Il Samurai era ancora là. L’antico nome di battaglia denunciava ormai soltanto sogni abbandonati. Ad affibbiarglielo era stato il Dandi, ma lui aveva cercato di esserne degno.
E il potere, quello, era concreto, vivo, reale.
Il Samurai era il numero uno».
(Ed. Einaudi; Stile libero Big)

Indice cronologico opere Giancarlo De Cataldo

Da questo romanzo il film Suburra (2015) per la regia di Stefano Sollima