Accabadora – Michela Murgia

Incipit Accabadora – Michela Murgia

Incipit Accabadora

Fillus de anima.
E così che li chiamano i bambini generati due volte, dalla povertà di una donna e dalla sterilità di un’altra. Di quel secondo parto era figlia Maria Listru, frutto tardivo dell’anima di Bonaria Urrai.
Quando la vecchia si era fermata sotto la pianta del limone a parlare con sua madre Anna Teresa Listru, Maria aveva sei anni ed era l’errore dopo tre cose giuste. Le sue sorelle erano già signorine e lei giocava da sola per terra a fare una torta di fango impastata di formiche vive, con la cura di una piccola donna. Muovevano le zampe rossastre nell’impasto, morendo lente sotto i decori di fiori di campo e lo zucchero di sabbia. Nel sole violento di luglio il dolce le cresceva in mano, bello come lo sono a volte le cose cattive. Quando la bambina sollevò la testa dal fango, vide accanto a sé Tzia Bonaria Urrai in controluce che sorrideva con le mani appoggiate sul ventre magro, sazia di qualcosa che le aveva appena dato Anna Teresa Listru. Cosa fosse con esattezza, Maria lo capì solo tempo dopo.
Andò via con Tzia Bonaria quel giorno stesso, tenendo la torta di fango in una mano, e nell’altra una sporta piena di uova fresche e prezzemolo, miserabile viatico di ringraziamento.

Incipit tratto da:
Titolo: Accabadora
Autrice: Michela Murgia
Casa editrice: Einaudi
Qui è possibile leggere le prime pagine di Accabadora

Accabadora - Michela Murgia

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Perché Maria sia finita a vivere in casa di Bonaria Urrai, è un mistero che a Soreni si fa fatica a comprendere. La vecchia e la bambina camminano per le strade del paese seguite da uno strascico di commenti malevoli, eppure è così semplice: Tzia Bonaria ha preso Maria con sé, la farà crescere e ne farà la sua erede, chiedendole in cambio la presenza e la cura per quando sarà lei ad averne bisogno. Quarta figlia femmina di madre vedova, Maria è abituata a pensarsi, lei per prima, come “l’ultima”. Per questo non finiscono di sorprenderla il rispetto e le attenzioni della vecchia sarta del paese, che le ha offerto una casa e un futuro, ma soprattutto la lascia vivere e non sembra desiderare niente al posto suo. “Tutt’a un tratto era come se fosse stato sempre così, anima e fili’e anima, un modo meno colpevole di essere madre e figlia”. Eppure c’è qualcosa in questa vecchia vestita di nero e nei suoi silenzi lunghi, c’è un’aura misteriosa che l’accompagna, insieme a quell’ombra di spavento che accende negli occhi di chi la incontra. Ci sono uscite notturne che Maria intercetta ma non capisce, e una sapienza quasi millenaria riguardo alle cose della vita e della morte. Quello che tutti sanno e che Maria non immagina, è che Tzia Bonaria Urrai cuce gli abiti e conforta gli animi, conosce i sortilegi e le fatture, ma quando è necessario è pronta a entrare nelle case per portare una morte pietosa. Il suo è il gesto amorevole e finale dell’accabadora, l’ultima madre.
(Ed. Einaudi)

Romanzo vincitore del Premio Campiello nel 2010

Accabadora – Audiolibro - Murgia

Da questo romanzo il film L'accabadoraper la regia di Enrico Pau

Morgana – Michela Murgia e Chiara Tagliaferri

Incipit Morgana – Michela Murgia e Chiara Tagliaferri

Incipit Morgana

Primavera del 1976. Una quindicenne bellissima con uno strano sorriso da Monna Lisa e lunghi capelli biondi aspetta l’autobus a Genova. Dovrebbe indossare la divisa delle orsoline, ma preferisce nasconderla piegata in borsa: quando esce di casa si cambia dove può e mette una minigonna. Si ferma un ragazzo su una vecchia Mini Cooper e le chiede se vuole un passaggio. Il ragazzo si chiama Antonio, ha ventitré anni ed è bello anche lui. […]
(Moana Pozzi)

Incipit tratto da:
Titolo: Morgana. Storie di ragazze che tua madre non approverebbe
Autrici: Michela Murgia e Chiara Tagliaferri
Casa editrice: Mondadori
Qui è possibile leggere le prime pagine di Morgana

Copertine di Morgana di Michela Murgia

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Controcorrente, strane, pericolose, esagerate, difficili da collocare. E rivoluzionarie. Sono le dieci donne raccontate in questo libro e battezzate da una madrina d’eccezione, la Morgana del ciclo arturiano, sorella potente e pericolosa del ben più rassicurante re dalla spada magica. Moana Pozzi, Caterina da Siena, Grace Jones, le sorelle Brontë, Moira Orfei, Tonya Harding, Marina Abramovic, Shirley Temple, Vivienne Westwood, Zaha Hadid.
Morgana non è un catalogo di donne esemplari; al contrario, sono streghe per le donne stesse, irriducibili anche agli schemi della donna emancipata e femminista che oggi, in piena affermazione del pink power, nessuno ha in fondo più timore a raccontare.
Il nemico simbolico di questa antologia è la “sindrome di Ginger Rogers”, l’idea – sofisticatamente misogina – che le donne siano migliori in quanto tali e dunque, per stare sullo stesso palcoscenico degli uomini, debbano sapere fare tutto quello che fanno loro, ma all’indietro e sui tacchi a spillo. In una narrazione simile non c’è posto per la dimensione oscura, aggressiva, vendicativa, caotica ed egoistica che invece appartiene alle donne tanto quanto agli uomini.
Le Morgane di questo libro sono efficaci ciascuna a suo modo nello smontare il pregiudizio della natura gentile e sacrificale del femminile. Le loro storie sono educative, non edificanti, disegnano parabole individuali più che percorsi collettivi, ma finiscono paradossalmente per spostare i margini del possibile anche per tutte le altre donne.
Nelle pagine di questo libro è nascosta silenziosamente una speranza: ogni volta che la società ridefinisce i termini della libertà femminile, arriva una Morgana a spostarli ancora e ancora, finché il confine e l’orizzonte non saranno diventati la stessa cosa.
(Ed. Mondadori; Strade blu)

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Persone che devi conoscere – Michela Murgia

Incipit Persone che devi conoscere – Michela Murgia

Incipit Persone che devi conoscere

Pinuccio ha gli occhi chiari, una testa leonina di capelli bianchi e le stesse mani forti e segnate dei contadini e dei pugili. Quando l’ho visto per la prima volta stava al centro di un parco ed era accomodato con disinvoltura su un dondolo a molla a forma di cavallino, dal quale si godeva l’ascolto di uno spettacolo letterario in apparente noncuranza degli sguardi dei curiosi. L’ho rivisto poi molte altre volte, ma sempre mi torna in mente quella prima immagine di libertà infantile in cui lo colsi senza che mi vedesse: resta per me una chiave indispensabile per capire chi è quest’uomo di settant’anni capace di trarre suoni d’acqua dal calcare e di intuire dentro a enormi blocchi di basalto un’anima ferrosa fatta di geometrie nascoste. Pinuccio è uno scultore, dicono. Io penso di no. Gli scultori maneggiano materiali inerti, mentre lui agisce come se tutto quello che tocca fosse vivo e gli proponesse dialoghi e relazioni. Nel suo sguardo chiaro è presente la stessa capacità di intuire il celato che è propria degli esorcisti e delle levatrici.
(L’uomo che suonava la pietra)

Incipit tratto da:
Titolo: Persone che devi conoscere
Autrice: Michela Murgia
Casa editrice: Messaggero di Sant'Antonio
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Persone che devi conoscere – Michela Murgia

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Questo libro non è un catalogo di storie esemplari. È invece una sequenza di vicende che più normali di così non potrebbero essere. Dentro queste pagine ci sono persone che dovreste e potreste conoscere perché camminano per le stesse strade dove camminiamo tutti e tutte, fanno le stesse cose che facciamo noi e a qualunque sguardo superficiale apparirebbero del tutto prive di quella misteriosa luce di predestinazione che dovrebbe distinguere una persona speciale dalla massa di chi speciale non è. Sono tutte storie così, semplici al punto che brillano solo se qualcuno se ne accorge e le racconta, e hanno protagonisti con nomi comuni.
(Ed. Messaggero di Sant’Antonio)