La porta – Magda Szabó

Sogno raramente

Incipit La porta

Sogno raramente. E se capita, mi risveglio di soprassalto in un bagno di sudore. In questi casi, poi, mi abbandono nel letto e medito sul potere magico e inesorabile delle notti aspettando che il cuore si calmi. Da bambina, o da ragazza, non facevo sogni, né belli né brutti, è la vecchiaia che mi trasporta senza sosta un orrore impastato di detriti del passato, che mi travolge con la sua massa via via sempre più compatta, sempre più opprimente, un orrore più tragico di ogni esperienza reale perché le cose che vedo nell’incubo non le ho mai vissute sul serio. E mi risveglio urlando.

Incipit tratto da:
Titolo: La porta
Autrice: Magda Szabó
Traduzione: Bruno Ventavoli
Titolo originale: Az ajtó
Casa editrice: Einaudi

Libri di Magda Szabó

Copertina di La porta di Magda Szabó

Quarta di copertina / Trama

È un rapporto molto conflittuale, fatto di continue rotture e difficili riconciliazioni, a legare la narratrice a Emerenc Szeredás, la donna che la aiuta nelle faccende domestiche. La padrona di casa, una scrittrice inadatta ad affrontare i problemi della vita quotidiana, fatica a capire il rigido moralismo di Emerenc, ne subisce le spesso indecifrabili decisioni, non sa cosa pensare dell’alone di mistero che ne circonda l’esistenza e soprattutto la casa, con quella porta che nessuno può varcare.
In un crescendo di rivelazioni scopre che le scelte spesso bizzarre e crudeli, ma sempre assolutamente coerenti dell’anziana donna, affondano in un destino segnato dagli avvenimenti più drammatici del Novecento.
Quando cerca una persona che la aiuti nelle faccende domestiche, alla narratrice viene da più parti segnalata Emerenc Szeredás, una donna instancabile che gode dell’assoluta fiducia del quartiere di Budapest in cui entrambe vivono. Ma il rapporto fra le due, che non potrebbero essere più diverse per età, cultura, estrazione sociale, attitudine nei confronti dell’esistenza, sarà sin dal principio caratterizzato dalle asprezze, dai misteri, dalle prese di posizione sempre estreme e a prima vista incomprensibili dell’anziana donna. E dalle sue ossessioni, fra cui spicca l’assoluto divieto – che dà luogo a dicerie e sospetti di ogni genere – a varcare la porta della casa in cui vive e dove prima della guerra abitava una famiglia ebraica poi scomparsa.
Passano così venti anni, durante i quali cambiano profondamente gli assetti politici dell’Ungheria contemporanea e la scrittrice ottiene infine i riconoscimenti che in precedenza le erano stati negati. Nonostante i conflitti, ora drammatici, ora involontariamente comici, fra le due donne si è instaurato un rapporto di profonda fiducia: sarà però proprio la narratrice, incapace di capire fino in fondo le motivazioni di Emerenc, a forzare l’invalicabile soglia e a provocare la crisi più profonda e irreparabili.
(Ed. Einaudi; SuperCoralli)

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