Trascurate Milano – Luca Ricci

Incipit Trascurate Milano - Luca Ricci

Incipit Trascurate Milano. Racconto di Natale

Cammino nel buio prematuro di Milano.
A dicembre qui la luce va via sempre troppo presto. La luce di dicembre a Milano è come l’acqua quando viene risucchiata dal lavandino, a un certo punto del pomeriggio puoi sentirla quasi gorgogliare, sparire d’improvviso tutta insieme, eppure mancano ancora diverse ore prima della sera. A dicembre, il buio è la chiave della città. Le buone maniere dei milanesi, per esempio: la gente per strada non si saluta per gentilezza, piuttosto per farsi coraggio.

Incipit tratto da:
Titolo: Trascurate Milano. Racconto di Natale
Autore: Luca Ricci
Casa editrice: La nave di Teseo
Qui è possibile leggere le prime pagine di Trascurate Milano

Trascurate Milano - Luca Ricci

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Quarta di copertina / Trama

Un uomo e una ragazzina nel freddo Natale di Milano. Una storia d’amore sorprendente che nasce nei vagoni della metropolitana. Lui, sposato con figli, mentre va e torna dal lavoro, cerca un contatto con gli altri attraverso i loro corpi, entra nella vita di perfetti sconosciuti con piccoli abusi e prevaricazioni che lo rendono un molestatore. Lei è Martina, studia odontoiatria e non ha la leggerezza delle ragazze della sua età.
Un racconto perfetto – una preghiera laica – che ci affranca dal rituale ipocrita della festa, ma che ci rende tutti più umani.
(ED. La nave di Teseo)

Cosmetica del nemico – Amélie Nothomb

Incipit Cosmetica del nemico– Amélie Nothomb

Incipit Cosmetica del nemico

Cosmetico, l’uomo si lisciò i capelli con il palmo della mano. Doveva essere impeccabile perché l’incontro con la sua vittima avvenisse a regola d’arte.


Quando la voce della speaker annunciò che l’aereo sarebbe partito con un forte ritardo a causa di problemi tecnici, Jérome Angust aveva già i nervi a fior di pelle.
“Ci mancava anche questà” pensò.
Odiava gli aeroporti e lo esasperava la prospettiva di restare in quella sala d’attesa per un tempo indefinito.
Tirò fuori un libro dalla borsa e sprofondò rabbiosamente nella lettura.
-Buongiorno – gli disse qualcuno in tono cerimonioso.
Sollevò appena la testa e -ricambiò il buongiorno con meccanica gentilezza.
L’uomo gli si sedette accanto.
-Sono esasperanti questi ritardi, vero? –
-Sì – borbottò lui.
-Se almeno si sapesse quanto c’è da aspettare, uno si organizzerebbe.
Jéròme Angust annuì.
-È bello il suo libro? – domandò lo sconosciuto.
“È il colmo” pensò Jéròme “ci voleva pure un seccatore che venisse ad attaccare bottone.”
-Hm, hm – rispose, con l’aria di dire: “Mi lasci in pace.”
-Lei è fortunato. Io sono incapace di leggere in un luogo pubblico.
“Per questo va a scocciare quelli che ne sono capaci” sospirò tra sé Angust.
-Odio gli aeroporti, – continuò l’uomo. (“Anche io, sempre di più” pensò Jéròme.) – Gli ingenui credono di trovarvi i viaggiatori. Che errore romantico! Lo sa che razza di gente s’incontra?
-Gli importuni? – ringhiò quello continuando a simulare la lettura.
-No, – disse l’altro senza cogliere l’allusione. Dirigenti in viaggio d’affari. Il viaggio d’affari è a tal punto la negazione del viaggio che non dovrebbe più chiamarsi così. Si dovrebbe dire ‘spostamento di commerciante’. Non lo trova più corretto?Io sono i
-In viaggio d’affari – articolò Angust, pensando che lo sconosciuto si sarebbe scusato per la gaffe.
-Inutile precisarlo. Si vede.
“E villano, per giunta” tuonò Jérome tra sé.
Poiché le regole della buona educazione erano state infrante, decise che aveva anche lui il diritto di farne a meno.
-Forse non ci siamo capiti: non ho nessuna voglia di parlare con lei.
-Perché? – domandò lo sconosciuto con naturalezza.
-Perché sto leggendo.
-No.
-Prego?
-Lei non legge. Forse pensa di leggere. La lettura e un’altra cosa.
-Beh, senta, non ho nessuna intenzione di ascoltare le sue profonde riflessioni sulla lettura. Lei mi dà ai nervi. Anche se non leggessi, non avrei voglia di parlarle.
-Si vede subito quando uno legge. Chi legge, chi legge veramente, è altrove. Lei invece sta qua.

Incipit tratto da:
Titolo: Cosmetica del nemico
Autore: Amélie Nothomb
Traduzione: Biancamaria Bruno
Titolo originale: Cosmétique de l’ennemi
Casa editrice: Voland
Qui è possibile leggere le prime pagine di Cosmetica del nemico

Cosmetica del nemico - Amélie Nothomb

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Incipit Cosmétique de l’ennemi

Cosmétique, l’homme se lissa les cheveux avec le plat de la main. Il fallait qu’il fût présentable afin de rencontrer sa victime dans les règles de l’art.


Les nerfs de Jérôme Angust étaient déjà à vif quand la voix de l’hôtesse annonça que l’avion, en raison de problèmes techniques, serait retardé pour une durée indéterminée.
« Il ne manquait plus que ça », pensa-t-il.
Il détestait les aéroports et la perspective de rester dans cette salle d’attente pendant un laps de temps pas même précisé l’exaspérait. Il sortit un livre de son sac et s’y plongea rageusement.
– Bonjour, monsieur, lui dit quelqu’un avec cérémonie.
Il souleva à peine le nez et rendit un bonjour de machinale politesse.
L’homme s’assit à côté de lui.
– C’est assommant, n’est-ce pas, ces retards d’avion ?
– Oui, marmonna-t-il.
– Si au moins on savait combien d’heures on allait devoir attendre, on pourrait s’organiser.
Jérôme Angust approuva de la tête.
– C’est bien, votre livre ? demanda l’inconnu.
« Allons bon, pensa Jérôme, faut-il en plus qu’un raseur vienne me tenir la jambe ? »
– Hm hm, répondit-il, l’air de dire : « Fichez-moi la paix. »
– Vous avez de la chance. Moi, je suis incapable de lire dans un lieu public.
« Et du coup, il vient embêter ceux qui en sont capables », soupira intérieurement Angust.
– Je déteste les aéroports, reprit l’homme. (« Moi aussi, de plus en plus », songea Jérôme.) Les naïfs croient que l’on y croise des voyageurs. Quelle erreur romantique ! Savez-vous quelle espèce de gens l’on voit ici ?
– Des importuns ? grinça celui qui continuait à simuler la lecture.
– Non, dit l’autre qui ne prit pas cela pour lui. Ce sont des cadres en voyage d’affaires. Le voyage d’affaires est à ce point la négation du voyage qu’il ne devrait pas porter ce nom. Cette activité devrait s’appeler « déplacement de commerçant ». Vous ne trouvez pas que cela serait plus correct ?
– Je suis en voyage d’affaires, articula Angust, pensant que l’inconnu allait s’excuser pour sa gaffe.
– Inutile de le préciser, monsieur, cela se voit.
« Et grossier, en plus ! » fulmina Jérôme.
Comme la politesse avait été enfreinte, il décida qu’il avait lui aussi le droit de s’en passer.
– Monsieur, puisque vous ne semblez pas l’avoir compris, je n’ai pas envie de vous parler.
– Pourquoi ? demanda l’inconnu avec fraîcheur.
– Je lis.
– Non, monsieur.
– Pardon ?
– Vous ne lisez pas. Peut-être croyez-vous être en train de lire. La lecture, ce n’est pas ça.
– Bon, écoutez, je n’ai aucune envie d’entendre de profondes considérations sur la lecture. Vous m’énervez. Même si je ne lisais pas, je ne voudrais pas vous parler.
– On voit tout de suite quand quelqu’un lit. Celui qui lit – qui lit vraiment – n’est pas là. Vous étiez là, monsieur.

Incipit tratto da:
Titre: Cosmétique de l’ennemi
Auteur: Amélie Nothomb
Editeur: Albin Michel
Langue: Français
Cosmetica del nemico - Audiolibro - Amélie Nothomb

Quarta di copertina / Trama

All’uomo d’affari, già irritato per la snervante attesa in aereoporto, non poteva capitare di peggio: uno sconosciuto impiccione, attaccabrighe, molesto.Un giallo? Forse. Certamente un’indagine sulla doppiezza dell’uomo e sulla sua cecità, condotta in dialoghi mozzafiato.
(Ed.Voland; Supereconomici)

Keyla la Rossa – Isaac Bashevis Singer

Il suo vero nome era Yermiahu Eliezer Holtzman, ma dalle parti di via Krochmalna, dove non si aveva pazienza per i nomi troppo lunghi, lo chiamavano Yarme, e ci aggiungevano « Spino ».

Incipit Keyla la Rossa

Il suo vero nome era Yermiahu Eliezer Holtzman, ma dalle parti di via Krochmalna, dove non si aveva pazienza per i nomi troppo lunghi, lo chiamavano Yarme, e ci aggiungevano « Spino ». Sua moglie era Keyla Leah Kupermintz, ma tutti la chiamavano Keyla la Rossa per via della chioma fiammeggiante. Il soprannome « Spino » veniva dalle lappe che i bambini lanciavano per tradizione il 9 del mese di Av. Quando una lappa s’impigliava in una barba o nei capelli di una ragazza non era facile districarla. E poi, Yarme Spino amava punzecchiare i compagni o le donne con cui aveva a che fare.
A trentadue anni, Yarme Spino era già finito quattro volte nella prigione di Pawiak per furto (era un maestro nell’aprire serrature). Era stato anche arrestato diverse volte con l’accusa di tratta delle bianche. A ventinove anni, Keyla la Rossa era già passata per tre bordelli – via Krochmalna, via Smocza e via Tamka. Il suo primo protettore era stato Itche il Guercio. Yarme aveva conosciuto Keyla nel covo di ladri di via Krochmalna 6. Dopo aver trascorso con lei un giorno e una notte, l’aveva portata da un rabbino del quartiere e l’aveva sposata. A differenza degli altri rabbini, quello di via Stawki non faceva domande a chi andava da lui per sposarsi o per divorziare. Si limitava a prendere i tre rubli della tariffa e scriveva quel che c’era da scrivere.

Incipit tratto da:
Titolo: Keyla la Rossa
Autore: Isaac Bashevis Singer
Traduzione: Marina Morpurgo
Titolo originale: Yarme and Keyle
In copertina: Félix Vallotton, Giovane donna seduta di profilo
Casa editrice: Adelphi

Libri di Isaac Bashevis Singer

Copertine di Keyla la Rossa di Isaac Bashevis Singer

Quarta di copertina / Trama

«Capitava di rado che una femmina già passata per tre bordelli si sposasse … Era un segno del cielo inviato a tutte le puttane di Varsavia: non dovevano perdere la speranza, l’amore avrebbe continuato a governare il mondo». Ed è proprio l’amore la sostanza incandescente di questo romanzo: l’amore-passione, quello che non lascia scampo, quello che può indurre alla follia. A Keyla la Rossa nessuno resiste: né Yarme – un seducente avanzo di galera –, né il giovane e fervido Bunem – che pure era destinato a diventare rabbino come suo padre –, né l’ambiguo Max. Se questo magnifico libro è rimasto praticamente inedito fino a oggi, è forse perché Singer esitava a mettere sotto gli occhi dei lettori goy il «lato oscuro» di quella via Krochmalna da lui resa un luogo letterariamente mitico. In Keyla la Rossa si parla infatti in modo esplicito di due argomenti tabù: la tratta, a opera di malavitosi ebrei, di ragazze giovanissime, che dagli shtetl dell’Europa orientale venivano mandate a prostituirsi in Sudamerica, e l’ignominia di un ebreo che va a letto sia con donne che con uomini. Alle turbinose vicende dei quattro protagonisti (e dei numerosi, pittoreschi comprimari) fa da sfondo, all’inizio, la vita brulicante, ardente, odorante e maleodorante del ghetto in cui era confinata, in condizioni di estrema miseria, la comunità ebraica di Varsavia, e poi quella, non meno miserabile e caotica, delle strade di New York in cui si ammassavano gli emigrati nei primi decenni del secolo scorso: affreschi possenti, che non a caso molti hanno accostato a quelli ottocenteschi di Dickens e Dostoevskij.
(Ed. Adelphi)

Indice cronologico opere e bibliografia di Isaac B. Singer