I sommersi e i salvati – Primo Levi

Incipit I sommersi e i salvati – Primo Levi

Incipit I sommersi e i salvati

La memoria umana è uno strumento meraviglioso ma fallace. E questa una verità logora, nota non solo agli psicologi, ma anche a chiunque abbia posto attenzione al comportamento di chi lo circonda, o al suo stesso comportamento. I ricordi che giacciono in noi non sono incisi sulla pietra; non solo tendono a cancellarsi con gli anni, ma spesso si modificano, o addirittura si accrescono, incorporando lineamenti estranei. Lo sanno bene i magistrati: non avviene quasi mai che due testimoni oculari dello stesso fatto lo descrivano allo stesso modo e con le stesse parole, anche se il fatto è recente, e se nessuno dei due ha un interesse personale a deformarlo. Questa scarsa affidabilità dei nostri ricordi sarà spiegata in modo soddisfacente solo quando sapremo in quale linguaggio, in quale alfabeto essi sono scritti, su quale materiale, con quale penna: a tutt’oggi, è questa una meta da cui siamo lontani. Si conoscono alcuni meccanismi che falsificano la memoria in condizioni particolari: i traumi, non solo quelli cerebrali; l’interferenza da parte di altri ricordi «concorrenziali»; stati abnormi della coscienza; repressioni; rimozioni. Tuttavia, anche in condizioni normali è all’opera una lenta degradazione, un offuscamento dei contorni, un oblio per così dire fisiologico, a cui pochi ricordi resistono. É probabile che si possa riconoscere qui una delle grandi forze della natura, quella stessa che degrada l’ordine in disordine, la giovinezza in vecchiaia, e spegne la vita nella morte. É certo che l’esercizio (in questo caso, la frequente rievocazione) mantiene il ricordo fresco e vivo, allo stesso modo come si mantiene efficiente un muscolo che viene spesso esercitato; ma è anche vero che un ricordo troppo spesso evocato, ed espresso in forma di racconto, tende a fissarsi in uno stereotipo, in una forma collaudata dall’esperienza, cristallizzata, perfezionata, adorna, che si installa al posto del ricordo greggio e cresce a sue spese.

Incipit tratto da:
Titolo: I sommersi e i salvati
Autore: Primo Levi
Casa editrice: Einaudi
Qui è possibile leggere le prime pagine di I sommersi e i salvati

I sommersi e i salvati - Primo Levi

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Quarta di copertina / Trama

«È avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire». In otto, densi capitoli Primo Levi torna sull’esperienza dei Lager nazisti per leggerla non come un fatto concluso, un evento imprevedibile e circoscritto, insomma un incidente della Storia, ma come una vicenda esemplare attraverso cui è possibile capire fin dove può giungere l’uomo nel ruolo del carnefice e in quello della vittima.
Le domande cui Levi risponde con l’equilibrio e la lucida fermezza che siamo soliti riconoscere ai classici, investono frontalmente il nostro oggi e si propongono alle nuove generazioni, per le quali la parabola nazista si va facendo sempre più lontana e più sfumata.
Quali sono le strutture gerarchiche di un sistema autoritario, e quali le tecniche per annientare la personalità di un individuo? Quali rapporti si creano tra oppressori e oppressi? Chi sono gli esseri che abitano la «zona grigia» della collaborazione? Come si costruisce un mostro? Era possibile capire dall’interno la logica della macchina dello sterminio? Era possibile ribellarsi ad essa? E ancora: come funziona la memoria di un’esperienza estrema? Che cosa sapevano, o volevano sapere, i tedeschi?
Levi non si limita a chiarire gli aspetti del fenomeno Lager che fino ad oggi restavano oscuri. Il suo è anche un libro «militante» che si batte contro ogni falsificazione e negazione della realtà, contro l’inquinamento del senso etico e l’assuefazione a quella degradazione dell’umano che riempie le cronache di questi decenni. «I sommersi e i salvati» rappresenta un contributo importante alla fondazione di una nuova, vigile coscienza critica.
(Ed. Einaudi; Gli Struzzi)

I sommersi e salvati - Audiolibro - Levi

Lilít e altri racconti – Primo Levi

Incipit Lilít e altri racconti - Primo Levi

Incipit Lilít

Nel giro di pochi minuti il cielo si era fatto nero ed aveva cominciato a piovere. Poco dopo, la pioggia crebbe fino a diventare un acquazzone ostinato, e la terra grassa del cantiere si mutò in una coltre di fango profonda un palmo; non solo lavorare di pala, ma addirittura reggersi in piedi era diventato impossibile, Il Kapo interrogò il capomastro civile, poi si volse a noi: che ognuno andasse a ripararsi sove voleva. C’erano sparsi in giro diversi spezzoni di tubo di ferro, lunghi cinque o sei metri e dal diametro di uno. Mi infilai dentro uno di questi, ed a metà tubo mi incontrai col Tischler, che aveva avuto la stessa idea ed era entrato dall’altra estremità.
(Lilít)

Incipit tratto da:
Titolo: Lilít e altri racconti
Autore: Primo Levi
Casa editrice: Einaudi
Qui è possibile leggere le prime pagine di Lilít e altri racconti

Lilít e altri racconti - Primo Levi

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Quarta di copertina / Trama

Quattro racconti scritti dal 1975 al 1981, hanno argomenti e toni diversi. Ho cercato di raggrupparli, e forzando talvolta sui termini ne ho ricavato un primo gruppo che riprende i temi di Se questo è un uomo e La tregua; un secondo che prosegue le Storie naturali e Vizio di forma, e un terzo in cui i personaggi hanno in una certa misura carne ed ossa. Spero che ogni racconto adempia decorosamente al suo ufficio, che è solo quello di condensare in poche cartelle, e trasmettere al lettore, un ricordo puntuale, uno stato d’animo, o anche solo una trovata. Ce ne sono di allegri e di tristi, perchè i nostri giorni sono allegri e tristi. Non ci sono, che io sappia, né messaggi né profezie fondamentali; se il lettore ce li trova, è bonta sua.
Primo Levi
(Ed. Einaudi; Nuovi Coralli)

Vizio di forma – Primo Levi

Incipit Vizio di forma - Primo Levi

Incipit Vizio di forma

Marta finì di rassettare la cucina, mise in funzione la lavatrice, poi accese una sigaretta e si stese sulla poltrona, seguendo distrattamente la televisione attraverso la fenditura della visiera. Nella camera accanto Giulio era silenzioso : stava probabilmente studiando, o scrivendo il compito di scuola. Da oltre il corridoio giungevano a intervalli regolari i fragori rassicuranti di Luciano, chee giocava con un amico.
(Protezione)

Incipit tratto da:
Titolo: Vizio di forma
Autore: Primo Levi
Casa editrice: Einaudi

Libri di Primo Levi

Vizio di forma - Primo Levi

Quarta di copertina / Trama

Pubblicati nel 1971, i racconti che compongono questo volume ci appaiono oggi muniti di singolari capacità profetiche. Primo Levi li aveva ambientati in un futuro prossimo, che allora sembrava tuttavia abbastanza lontano. Sono passati quindici anni, ed ecco che i divertimenti tecnologici e gli apologhi di Levi hanno finito in qualche caso per superarci, e li possiamo perfino leggere come le cronache del nostro presente di apprendisti stregoni, sempre meno capaci di controllare le forze che abbiamo scatenato.
Ecco Levi descrivere le atroci meraviglie dello knall, il cilindretto che dà la morte istantanea senza emorraggia e si vende «sciolto o a scatole di venti»; le inquietanti caratteristiche dell’acqua viscosa, che appesantisce lentamente la vita vegetale e animale sino alla morte; la rivolta delle piante, che decidono di non purificare più l’aria per l’uomo; o ancora la punizione che attende i due giovani sposi che si sono fatti tatuare sulla fronte delle scritte pubblicitarie. In quello che è forse il racconto più bello della raccolta, uno scenziato cerca i lemming, i roditori che un misterioso impulso spinge al suicidio, e nei componenti di una tribù brasiliana in via di estinzione, la risposta al perché si atrofizzi, negli animali e nell’uomo, la volontà di vita.
I racconti di Levi non si abbandonano tuttavia a voluttà apocalittiche e catastrofizzanti. Al contrario, il loro autore continua a professare un sostanziale ottimismo nelle capacità razionali dell’homo faberdi ribaltare situazioni largamente compromesse. Ma al di là di una banale disputa fra ottimisti e pessimisti, questi racconti confermano a quali felici risultati abbia portato in Levi la doppia componente scientifica e letteraria della sua ispirazione.
(Ed Einaudi; Nuovi Coralli)

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