La vita intima – Niccolò Ammaniti

Incipit La vita intima - Niccolò Ammaniti

Incipit La vita intima

Questa storia inizia un mercoledí del decennio passato, sono le nove e quindici del mattino e Maria Cristina Palma sta facendo ginnastica. È impegnata in uno squat bulgaro, un esercizio che tonifica quadricipiti e glutei. Una gamba piegata indietro, una in avanti, flette il ginocchio fissando oltre i vetri della veranda la coltre opaca. Le polveri sottili che hanno costretto i romani a settimane di targhe alterne con la pioggia si sono abbassate. In casa fa caldo, ma dietro i doppi vetri il gelo della notte ha coperto di brina le cicas e la pergola denudata del terrazzo. Tra le colonnine della balaustra s’intravede il lungotevere intasato di auto e piú in là la sagoma sgraziata di Castel Sant’Angelo, evanescente nella foschia malsana della capitale. L’attico in cui vive Maria Cristina è uno di quei paradisi che la maggioranza della gente non sogna nemmeno tanto è inarrivabile. Oltre trecento metri quadrati a due passi da piazza Navona, in un palazzo neoclassico sorvegliato giorno e notte dalle camionette della polizia.
Il suo personal trainer, Mirco Tonik, un ragazzone di Francavilla al Mare, le sta raccontando che ha festeggiato il compleanno del fidanzato Michael Carmichael, un irlandese che traduce manuali d’istruzione di stampanti e router, in un ristorante vegano al Pigneto. Mentre l’allenatore rimembra una parmigiana di melanzane da svenimento toglie un disco dal bilanciere e il peso all’estremità opposta dell’asta, cinque chili di pura ghisa, si sfila e finisce sull’alluce destro della donna, che caccia un urlo cosí potente da zittire la coppia di inseparabili nella gabbia smaltata sopra le felci. La veranda, con le orecchie d’elefante nei vasi azzurri, la kentia e gli stoloni del pothos che si prostrano dalle librerie, le pulsa intorno come l’effetto speciale di un brutto film.
Mirco Tonik, intuendo la vastità della stronzata commessa, si passa le mani sulla testa e ancheggiando invoca il creatore: – Oddio! Oddio! Oh, mio Dio. Che ho fatto.
Maria Cristina vibra di dolore. Deve solo respirare e lasciarlo fluire.

Incipit tratto da:
Titolo: La vita intima
Autore: Niccolò Ammaniti
Casa editrice: Einaudi
Qui è possibile leggere le prime pagine di La vita intima

La vita intima - Niccolò Ammaniti

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Quarta di copertina / Trama

Maria Cristina Palma ha una vita all’apparenza perfetta, è bella, ricca, famosa, il mondo gira intorno a lei. Poi, un giorno, riceve sul cellulare un video che cambia tutto. Nel suo passato c’è un segreto con cui non ha fatto i conti. Come un moderno alienista Niccolò Ammaniti disseziona la mente di una donna, ne esplora le paure, le ossessioni, i desideri inconfessabili in un romanzo che unisce spericolata fantasia, realismo psicologico, senso del tragico e incanto del paradosso.
(Einaudi; Stile Libero Big)

La vita intima - Audiolibro - Ammaniti

Anna – Niccolò Ammaniti

Incipit Anna – Niccolò Ammaniti

Incipit Anna

Aveva tre, forse quattro anni. Era seduto composto sopra una poltroncina di finta pelle, il mento piegato sulla maglietta verde a maniche corte. Il risvolto dei jeans sulle scarpe da ginnastica. In una mano stringeva un trenino di legno che gli pendeva tra le gambe come un rosario.
Dall’altra parte della stanza la donna stesa sul letto poteva avere trenta come quarant’anni. Il braccio coperto di macchie rosse e croste scure era attaccato a una flebo vuota. Il virus l’aveva ridotta a uno scheletro ansimante, ricoperto di pelle secca e pustolosa, ma non era riuscito a strapparle tutta la bellezza, che si scorgeva nella forma degli zigomi e nel naso all’insú.
Il bambino sollevò il capo e la guardò, si aggrappò al bracciolo, scese dalla poltrona e con il trenino in mano si avvicinò al letto.
Lei non se ne accorse. Gli occhi, sprofondati dentro due pozze scure, fissavano il soffitto.

Incipit tratto da:
Titolo: Anna
Autore: Niccolò Ammaniti
Casa editrice: Einaudi
Qui è possibile leggere le prime pagine di Anna

Anna - Niccolò Ammaniti

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Quarta di copertina / Trama

In una Sicilia diventata un’immensa rovina, una tredicenne cocciuta e coraggiosa parte alla ricerca del fratellino rapito. Fra campi arsi e boschi misteriosi, ruderi di centri commerciali e città abbandonate, fra i grandi spazi deserti di un’isola riconquistata dalla natura e selvagge comunità di sopravvissuti, Anna ha come guida il quaderno che le ha lasciato la mamma con le istruzioni per farcela. E giorno dopo giorno scopre che le regole del passato non valgono piú, dovrà inventarne di nuove. Con Anna Niccolò Ammaniti ha scritto il suo romanzo piú struggente. Una luce che si accende nel buio e allarga il suo raggio per rivelare le incertezze, gli slanci del cuore e la potenza incontrollabile della vita. Perché, come scopre Anna, la «vita non ci appartiene, ci attraversa».
(Ed. Einaudi; Stile Libero Big)

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Il momento è delicato – Niccolò Ammaniti

Incipit Il momento è delicato – Niccolò Ammaniti

Incipit Il momento è delicato

Nonna Flaminia a ottantasei anni teneva ancora botta. Le avevano portato via un paio di metri di intestino, ma resisteva in quel letto del policlinico, attaccata alla vita come una zecca.
Suo nipote, Fabietto Ricotti, le era seduto accanto, In mano stringeva un libro ingiallito dall’uso – Nonna, allora, vuoi che ti leggo una favola?
La donna respirava a fatica nella maschera ad ossigeno.
Fabietto spostò lo sgabello e si fece più vicino.
Aveva gli occhi socchiusi e non si capiva se fosse sveglia o se stesse dormendo.

Incipit tratto da:
Titolo: Il momento è delicato
Autore: Niccolò Ammaniti
Casa editrice: Einaudi
Qui è possibile leggere le prime pagine di Il momento è delicato

Il momento è delicato - Niccolò Ammaniti

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Quarta di copertina / Trama

C’era una parte poco frequentata delle edicole della stazione, quasi abbandonata, quella dei tascabili.
Tra i libri accatastati, nascosti dietro un vetro, avvolti nella plastica e ricoperti di polvere cercavo le raccolte di racconti. Era un momento tutto mio, un piacere solitario e veloce perché il treno stava partendo.
Studiavo un po’ i disegni della copertina, pagavo e infilavo il libro in tasca. Appena mi sedevo al mio posto, gli strappavo la plastica che non lo faceva respirare.
Aprivo una pagina a caso, trovavo l’inizio del racconto e attaccavo a leggere. Altre volte, invece, guardavo l’indice e sceglievo il titolo che mi ispirava di più.
E mentre il treno mi portava via finivo su pianeti in cui c’è sempre la notte, su scale mobili che non finiscono mai e tra mogli che uccidono i mariti a colpi di cosciotti di agnello congelati.
Quella era vera goduria. E spero che la stessa goduria la possa provare anche tu, caro lettore, leggendo questa raccolta di racconti che ho scritto durante gli ultimi vent’anni. C’è un po’ di tutto. Non devi per forza leggerla in treno. Leggila dove ti pare e parti dall’inizio o aprendo a caso».
Niccolò Ammaniti
(Ed. Einaudi; Stile libero Big)