Exit strategy – Walter Siti

Incipit Exit strategy - Walter Siti

Incipit Exit strategy

La scala telescopica fende l’azzurro fino al quinto piano, come un bisturi d’acciaio lucente; brillando in sincrono un aereo diretto a Fiumicino provvede alla sutura. Cielo formicolante di ruffiana trasparenza. Finalmente sono arrivati i chirurghi e della casa se ne occupano loro; la mia casa ferita e incerottata – da una settimana ho le chiavi di Chiara Gamberale (che villeggia a Formentera) ma non mi sono mai deciso a trasferirmi da lei. Non potevo mollarla qui da sola questa povera tana dove ho vissuto gli anni migliori, tutto l’amore o quel che ho creduto tale, gli scossoni di felicità che ancora oggi mi fanno andare a testa alta. Guardami, Dio, non rinnego niente. Gli amici di Marcello si sono portati via il divano, i pensili della cucina, il tavolo e il frigorifero; hanno strappato le ante del lavello prima che urlando riuscissi a fermarli e non si sono scusati («mica ciavevi detto ch’ii volevi sarvà, a noi si ce dài l’ordine de levà, levamo»). Il proprietario mi tratterrà la caparra per ripagare il danno, dove c’era il mobiletto è rimasto uno scheletro bianco che fa male al cuore, buono giusto per conservarci nell’acqua rugginosa due lattine di birra e un’aranciata. Pure il pinguino De’ Longhi li ho autorizzati a prendersi, e bicchieri e tazzine che forse rimpiangerò, e la centrifuga e il microonde, nella stolta recidiva illusione che un regalo debba essere almeno un po’ ricompensato con un’elemosina d’affetto.

Incipit tratto da:
Titolo: Exit strategy
Autore: Walter Siti
Casa editrice: Rizzoli
Qui è possibile leggere le prime pagine di Exit strategy

Exit strategy – Walter Siti

Quarta di copertina / Trama

“Come se ne esce?” è la domanda che risuona più spesso in questi anni. Non solo dalla crisi economica ma dalla paralisi politica e istituzionale, e anche da quella vocazione al consumo superfluo e al piacere pronto-cassa che dopo aver caratterizzato gli anni ruggenti del berlusconismo rischia ora di lasciare sul campo tanti smarriti e depressi. Ogni mutamento profondo presuppone una conversione e un rimescolamento nella gerarchia dei desideri. In questo romanzo che seziona i giorni come un diario, Siti affronta la questione partendo da un’esperienza personale: racconta la propria uscita da un’ossessione erotica che sembrava eterna, e la propria conversione a qualcosa che sembra rappresentare il suo contrario, dal cielo drogato dei corpi artificiali alla terra di un amore umano troppo umano. A fare da contrappunto ci sono i capitoli della berlusconiade: dal sole in tasca al mesto tramonto, dal tintinnio delle farfalline al cane Dudù. Ritratto spietato dell’immobile frenesia italiana e insieme sincera autoanalisi di un tentativo di liberazione (con un simbolico trasloco da Roma a Milano e un addio altrettanto simbolico al mondo dei reality), il libro non offre ricette miracolose ma suggerisce che una via d’uscita esiste, almeno nel privato, e che le ossessioni si possono, se non sconfiggere, almeno addomesticare. Exit strategy è un romanzo che vive la vita del protagonista e dell’autore permettendo a chi legge un percorso di analogia – chiudendo il cerchio della Trilogia autobiografica con un’ultima disperata tentazione: la serena, responsabile misura.
(Ed. Rizzoli)

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