Il gigante sepolto – Kazuo Ishiguro

A lungo avreste cercato il tratturo serpeggiante o il quieto prato per cui l’Inghilterra sarebbe nel tempo divenuta celebre.

Incipit Il gigante sepolto

A lungo avreste cercato il tratturo serpeggiante o il quieto prato per cui l’Inghilterra sarebbe nel tempo divenuta celebre. Al loro posto, miglia di terra brulla e incolta; qua e là scabri sentieri lungo colli scoscesi o brughiere desolate. Le strade costruite dai romani, in larga parte in rovina o invase dalla vegetazione, spesso si perdevano nel nulla. Gelide nebbie pesavano sui fiumi e gli acquitrini, rendendo un ottimo servigio agli orchi che ancora popolavano la contrada. Gli abitanti della zona – c’era da domandarsi quale disperazione li avesse spinti a stanziarsi in luoghi tanto tetri – dovevano temere molto quelle creature il cui respiro ansante si faceva udire ben prima che le loro sagome deformi emergessero dalla bruma. Ma simili mostri non avrebbero suscitato meraviglia. La gente li avrebbe annoverati tra i rischi quotidiani, e al tempo, erano cosí tante le cose di cui preoccuparsi. Come procacciarsi di che vivere da quella terra avara; come non restare senza legna da ardere; come fermare un morbo che poteva uccidere dieci maiali in un solo giorno e scatenare orrendi sfoghi verdi sul volto dei bambini.

Incipit tratto da:
Titolo: Il gigante sepolto
Autore: Kazuo Ishiguro
Traduzione: Susanna Basso
Titolo originale: The Buried Giant
Casa editrice: Einaudi

Libri di Kazuo Ishiguro

Il gigante sepolto di Kazuo Ishiguro

Incipit The Buried Giant

You would have searched a long time for the sort of winding lane or tranquil meadow for which England later became celebrated. There were instead miles of desolate, uncultivated land; here and there rough-hewn paths over craggy hills or bleak moorland. Most of the roads left by the Romans would by then have become broken or overgrown, often fading into wilderness. Icy fogs hung over rivers and marshes, serving all too well the ogres that were then still native to this land. The people who lived nearby – one wonders what desperation led them to settle in such gloomy spots – might well have feared these creatures, whose panting breaths could be heard long before their deformed figures emerged from the mist. But such monsters were not cause for astonishment. People then would have regarded them as everyday hazards, and in those days there was so much else to worry about. How to get food out of the hard ground; how not to run out of firewood; how to stop the sickness that could kill a dozen pigs in a single day and produce green rashes on the cheeks of children.

Incipit tratto da:
Title: The Buried Giant
Author: Kazuo Ishiguro
Publisher: Faber and Faber
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Il leggendario re Artù è morto ormai da qualche tempo ma la pace che egli ha imposto sulla futura Inghilterra, dilaniata per decenni dalla guerra intestina fra sassoni e britanni, seppure incerta, perdura. Nella dimora buia e angusta di Axl e Beatrice, tuttavia, non vi è pace possibile. La coppia di anziani coniugi britanni è afflitta da un arcano tormento: una sorta di inspiegabile amnesia che priva i due di una storia condivisa. A causarla pare essere una strana nebbia dilagante che, villaggio dopo villaggio, avvolge indistintamente tutte le popolazioni, ammorbandole con i suoi miasmi. Axl e Beatrice ricordano di aver avuto un figlio, ma non sanno più dove si trovi, né che cosa li abbia separati da lui. Non possono indugiare oltre: a dispetto della vecchiaia e dei pericoli devono mettersi in viaggio e scoprire l’origine della nebbia incantata, prima che la memoria di ciò a cui più tengono sia perduta per sempre. Lungo il cammino si uniscono ad altri viandanti – il giovane Edwin, che porta il marchio di un demone, e il valoroso guerriero sassone Wistan, in missione per conto del suo re – e con essi affrontano ogni genere di prodigio: la violenza cieca degli orchi e le insidie di un antico monastero, lo scrutinio di un oscuro barcaiolo e l’aggressione di maligni folletti, il vetusto cavaliere di Artù Galvano e il potente drago Querig. Giungono infine in vista della meta, e qui li attende la prova più grande: saggiare la purezza del proprio cuore. Per il suo settimo romanzo Ishiguro torna ai temi a lui da sempre cari – la fallibilità e il ruolo della memoria, la dimensione onirica e quella nostalgica dell’esistenza, il dolore della vecchiaia e della perdita – ma lo fa qui scegliendo una forma inedita e quanto mai sorprendente. Calando la sua storia sul terreno del fantastico e attingendo a una varietà di suggestioni storiche e letterarie diverse, dal Beowulf della tradizione anglosassone al Caronte di quella classica, dal Lear shakespeariano fino alla missione di Tolkien, Ishiguro imprime tanta più forza al suo dilemma: se i nostri eroi sapranno debellare la nebbia della dimenticanza riappropriandosi dei preziosi ricordi; se insieme a loro ogni britanno e ogni sassone, ogni umano di ogni tempo, recupererà contezza dei torti subiti e inflitti; se il gigante sepolto della storia sarà rianimato, e riarmato, e restituito alla sua integrità, come giustizia vuole, che ne potrà mai essere della pacifica convivenza fra gli individui e i popoli?
(Ed. Einaudi; Supercoralli)

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