L’anno che a Roma fu due volte Natale – Roberto Venturini

Incipit L’anno che a Roma fu due volte Natale

Quando Alfreda si rese conto che tutto lo zucchero dentro la tazzina del caffè si era sciolto da tempo a forza di mescolare, il nevischio iniziò a cadere sulla spiaggia del Villaggio Tognazzi.
Fingeva di non ricordarsene, eppure il telegiornale glielo aveva detto che probabilmente quel giorno avrebbe nevicato su tutta Roma, litorale compreso. E lei si era lasciata avviluppare in un pensiero che le aveva già fatto perdere un’intera serata: come avrebbe potuto attecchire la neve sulla spiaggia; se fosse possibile che un manto di fiocchi congelati pavimentasse l’arenile di fronte a casa fino al mare.
Quell’immagine le piaceva così tanto che l’agitò tutta.
Forse, si diceva, sarebbe potuta perfino uscire. Non senza una buona dose di fatica, vista la mole impressionante di oggetti che la ingabbiavano in quel villino-discarica. In fondo bastava spostare la pila più bassa di riviste davanti al divano, tanto si ricordava che i sacchi di vestiti del corridoio vicino alla porta non erano poi molti. Magari, mettendoli sopra i due televisori addossati alla parete di destra dell’andito e gettandosi alle spalle le buste di carta coi maglioni che impedivano il passaggio, un varco fino all’uscio l’avrebbe potuto conquistare. Certo, lì l’umidità aveva creato l’ambiente ideale per gli scarafaggi, e ad Alfreda quelle bestie facevano ribrezzo; avrebbe fatto di tutto per evitarli, ma tant’è. Era pronta a sopportare lo schifo per figurarsi dal vivo quell’immagine che le passava per la mente. Per quella circostanza eccezionale forse sarebbe riuscita, per una volta, a lottare contro la depressione e avrebbe indossato soltanto un disagio poco appariscente ma molto colorato. Sarebbe uscita e avrebbe passeggiato verso la battigia, stando ben attenta a non avvicinarsi all’acqua.
D’altra parte quel conato di vitalità se lo doveva.
E poi la neve a Torvaianica non l’aveva mai vista. Anche se al mare lei ci viveva da un po’.

Incipit tratto da:
Titolo: L’anno che a Roma fu due volte Natale
Autore: Roberto Venturini
Casa editrice: SEM

Libri di Roberto Venturini

L'anno che a Roma fu due volte Natale di Roberto Venturini

Quarta di copertina / Trama

Villaggio Tognazzi, Torvaianica, sul litorale romano. Alfreda, un’accumulatrice seriale con i primi segni di demenza senile, ha reso il suo villino un tugurio invivibile, dove vive per inerzia tra insetti e cianfrusaglie. Sopra di lei abita il figlio Marco, un giovane fattone, profondamente insicuro, la cui unica occupazione è accudire la madre. Lo spettro di un’azione da parte dell’Ufficio d’igiene rende necessario svuotare in fretta la casa, pena lo sfratto. Alcuni sgangherati amici, assidui frequentatori del bar Vanda, si attivano per sgomberarla, ma la proprietaria si oppone.
Da qualche tempo Alfreda soffre di disturbi del sonno durante i quali le appare Sandra Mondaini, che ha conosciuto ai tempi d’oro del Villaggio Tognazzi, quando era il ritrovo estivo del jet set culturale italiano. Alfreda, nei suoi deliri notturni, immagina di parlare con l’attrice, sofferente per la “separazione” dal marito Raimondo Vianello, che riposa a Roma mentre lei è sepolta a Milano. Anche Alfreda non si è mai ricongiunta al marito, scomparso in mare durante una pesca notturna e mai più ritrovato.
Alfreda decide di mettere fine a quella “ingiustizia” e pone al figlio una condizione per lo sgombero del villino: trafugare la salma di Raimondo dal Verano e portarla al cimitero di Lambrate, da Sandra. Dopo le prime resistenze, Marco getta le basi del piano, aiutato da Carlo, un vecchio pescatore, e da Er Donna, il travestito più ambito della Pontina.
Con il suo secondo romanzo Roberto Venturini si conferma un autore particolarissimo, dotato di un umorismo sottile e in grado di creare situazioni surreali, abitate da personaggi indimenticabili.
(Ed. SEM)

Cronologia opere e bibliografia di Roberto Venturini