Incipit Lila
La bambina se ne stava al buio sui gradini dell’uscio, le braccia strette intorno al corpo per difendersi dal freddo, senza piú lacrime e quasi addormentata. Non aveva la forza di urlare ancora, ma tanto non la sentivano e, nel caso, sarebbe stato anche peggio. Qualcuno aveva gridato: «Falla smettere, se no ci penso io!» e allora una donna l’aveva trascinata via per un braccio da sotto il tavolo e spinta fuori sui gradini sbattendo la porta, e i gatti si erano rifugiati sotto la casa. Non si lasciavano piú avvicinare da lei perché certe volte li sollevava per la coda. Aveva le braccia piene di graffi, e i graffi pizzicavano. Si infilava sotto la casa per cercare i gatti, ma anche quando riusciva ad acchiapparne uno, piú lei lo stringeva piú quello si difendeva e la morsicava, e allora lo lasciava andare. Vuoi buttar giú la porta a furia di bussare? Nessuno ti vuole tra i piedi se ti comporti cosí. E allora la zanzariera si era richiusa, e dopo un po’ era scesa la notte. Quelli dentro casa avevano litigato fino a quietarsi, e la notte era andata avanti per un pezzo. Lei aveva paura a stare sotto la casa, e aveva paura a stare sulla scala, ma se rimaneva vicino alla porta c’era il pericolo che si aprisse. La luna la fissava dritto in faccia, e dal bosco arrivavano dei rumori, ma si era quasi addormentata quando Doll arrivò su per il viottolo e la trovò in quello stato pietoso che piú pietoso non si poteva, la prese in braccio avvolgendola nel suo scialle e disse: – Allora, non abbiamo nessun posto dove andare. Dove andiamo?
Incipit tratto da:
Titolo: Lila
Autrice: Marilynne Robinson
Traduzione: Eva Kampmann
Titolo originale: Lila
Casa editrice: Einaudi
Incipit Lila
The child was just there on the stoop in the dark, hugging herself against the cold, all cried out and nearly sleeping. She couldn’t holler anymore and they didn’t hear her anyway, or they might and that would make things worse. Somebody had shouted, Shut that thing up or I’ll do it! and then a woman grabbed her out from under the table by her arm and pushed her out onto the stoop and shut the door and the cats went under the house. They wouldn’t let her near them anymore because she picked them up by their tails sometimes. Her arms were all over scratches, and the scratches stung. She had crawled under the house to find the cats, but even when she did catch one in her hands it struggled harder the harder she held on to it and it bit her, so she let it go. Why you keep pounding at the screen door? Nobody gonna want you around if you act like that. And then the door closed again, and after a while night came. The people inside fought themselves quiet, and it was night for a long time. She was afraid to be under the house, and afraid to be up on the stoop, but if she stayed by the door it might open. There was a moon staring straight at her, and there were sounds in the woods, but she was nearly sleeping when Doll came up the path and found her there like that, miserable as could be, and took her up in her arms and wrapped her into her shawl, and said, “Well, we got no place to go. Where we gonna go?
Incipit tratto da:
Title: Lila
Author: Marilynne Robinson
Language: English
Quarta di copertina / Trama
Lila viaggia leggera: un vestito, un vecchio coltello arrugginito, e un bagaglio di ricordi e delusioni. Non ha mai avuto altro, Lila, nemmeno un nome, prima che, da bambina, una vecchia di passaggio gliene offrisse uno per pietà. Poi un giorno la misteriosa Doll, sfregiata in volto e nel cuore, diseredata a sua volta, forse una fuorilegge, raccoglie quel fagotto di pelle, ossa e sporcizia, lo avvolge nel suo scialle capiente, e lo porta via da quella casa senza amore. Per loro inizia una vita di vagabondaggio, fra i pericoli della strada sempre piú arcigna dopo l’arrivo della Grande Depressione, e l’intimità gioiosa di due anime perse e sole che bastano a loro stesse. Lila cresce al fianco protettivo di Doll, madre e padre per lei, e legge, e religione, fino a che all’improvviso si ritrova sola al mondo, e la strada le mostra un’altra faccia. Quando il suo errare la conduce al villaggio di Gilead, è ormai una randagia incallita e diffidente, malata di solitudine. Nulla la può sorprendere, tranne forse l’uomo che incontra oltre la porta della chiesa dove si rifugia per sfuggire all’acquazzone. John Ames sa parlare e sa ascoltare. È il vecchio pastore del paese, rispettato da tutti, da molti giudicato un santo. Il reverendo conosce bene la sofferenza, e ne riconosce in lei una gemella, e un’identica tensione alla verità, e molto altro ancora. Lila ha bisogno di sapere, di capire tutto quanto, che cosa sia il firmamento, per esempio, e perché un bambino possa essere tanto maltrattato, e come si coniughi la religione del perdono con la condanna dei peccatori. Ha bisogno di risposte che spazzino via la vergogna di tutta la sua vita e rivolge al vecchio Ames le domande piú difficili della sua lunga carriera. Fino alla richiesta estrema: sposami. Dopo Gilead (Premio Pulitzer 2005) e Casa (Orange Prize 2009), con Lila (National Book Critics Circle Award 2015) Marilynne Robinson ritorna ai suoi protagonisti e alla sua ambientazione esemplare, la sua Yoknapatawpha del Midwest, per regalarci una prospettiva nuova – femminile, tormentata, forte – su questo viaggio umano.
(Ed. Einaudi; Supercoralli)
Indice cronologico opere e bibliografia di Marilynne Robinson