La verità di Maria – Glenn Cooper

Incipit La verità di Maria - Glenn Cooper

Incipit La verità di Maria

Bruna era lei, e brune erano quelle terre.
I suoi occhi erano scuri e tra i capelli, ormai grigi, spiccava ancora qualche ciocca castana. Da ragazza, la sua pelle era così chiara che quando arrossiva si tingeva di rosa come quella di un topolino appena nato, ma il sole l’aveva cotta per oltre cinquant’anni, donandole la sfumatura delle mandorle di terra. La sua vecchia veste di lino, ormai una seconda pelle, era della stessa sfumatura brunita, sebbene lei la lavasse spesso.
I suoi colori si abbinavano a quella terra arida, al marrone che si estendeva oltre il verde lussureggiante dell’oasi: scuro come la corteccia di cedro vicino alla sorgente, per poi passare dal bronzo al senape al beige slavato delle sabbie del deserto. Il gruppetto di case in cui la donna s’imbatté era in tinta con la terra: ruvide pareti di pietra calcarea dello stesso ocra della piana desertica.
Arrivò a dorso di mulo, quando il sole ormai bruciava sulla linea dell’orizzonte e i venti del Nord frustavano la sabbia fine, sollevandola in aria. Uno dei suoi compagni di viaggio bussò a una porta scrostata e si fece da parte per farla passare.
Le aprì un vecchio che, in aramaico, le chiese chi fosse.
«Sono Maria», rispose la donna.

Incipit tratto da:
Titolo: La verità di Maria
Autore: Glenn Cooper
Traduzione: Barbara Ronca
Titolo originale: The Lost Pope
Casa editrice: Nord
In copertina: illustrazione di Luca Tarlazzi
Qui è possibile leggere le prime pagine di La verità di Maria

La verità di Maria - Glenn Cooper

Quarta di copertina / Trama

Egitto, 69 d.C. Ha viaggiato a lungo, e adesso ha bisogno di un posto dove nascondersi dagli uomini che vorrebbero metterla a tacere. Nonostante i rischi, Lia è pronta ad accogliere quella donna nella sua casa e a proteggere lei e la sua storia. Perché la sua verità è un segreto per cui vale la pena morire.

Egitto, oggi. Era sepolta da anni negli archivi del Museo del Cairo, tra altre centinaia di reperti destinati a non essere mai né studiati né esposti. È quello che Samia si ripete per giustificare il furto di una maschera funeraria risalente al I secolo d.C., l’unico modo per racimolare i soldi necessari per pagare le cure mediche della sorella. Prima di rivenderla, però, Samia si accorge che la maschera non è fatta di lino, secondo l’uso dell’epoca, bensì di papiro. E la scritta che v’intravede all’interno cambierà tutto.

Roma, oggi. Cal Donovan è in città per assistere all’inaugurazione del nuovo pontificato, quando riceve la telefonata di una sua ex studentessa di Archeologia, che sostiene di essere entrata in possesso di un oggetto sconcertante e pericoloso. Ma, poche ore dopo, la giovane scompare nel nulla. A Cal non resta quindi che mettersi sulle sue tracce, per evitare che il manufatto cada nelle mani sbagliate e il mondo ne subisca le conseguenze…
(Edizioni Nord)

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La quarta profezia – Glenn Cooper

Incipit La quarta profezia - Glenn Cooper

Incipit La quarta profezia

Aveva piovuto per tutta la notte, una pioggia rossa incessante, sferzata dal vento. Ma la bufera ormai era passata e il cielo era luminoso e terso. Quella mattina era così bella da sembrare la magia di un illusionista. A causa dei venti di scirocco provenienti dal Nordafrica, che avevano caricato le gocce di pioggia di sabbia rossa del Sahara, al loro risveglio i romani avevano trovato la città avvolta da un’afa intollerabile e immersa in un bagliore rosato. In piazza San Pietro, i raggi del sole colpivano il selciato a un’angolazione tale che i sampietrini umidi non erano più blocchi di pietra ma una danza di luce, una coreografia di riflessi scintillanti. Guardando l’obelisco del Vaticano da piazza Pio XII, si aveva l’impressione che turisti e pellegrini camminassero non sul selciato grigio, ma sulla superficie di un mistico mar Rosso luccicante.
Un uomo attraversò la piazza col suo solito passo laborioso. Prima il piede destro, poi il ginocchio sinistro sollevato con attenzione, per evitare che il piede si trascinasse a terra. Sulle superfici lisce se la cavava benone, ma l’irregolarità dei sampietrini era una minaccia costante per il suo equilibrio. L’uomo non voleva aiutarsi con un bastone, altrimenti tutti l’avrebbero considerato un disabile. Preferiva studiare il terreno che doveva affrontare e sollevare più o meno il ginocchio, in base alle necessità. Aveva una lunga esperienza; claudicava da molto tempo. Aveva cinque anni e stava giocando accanto al giardiniere, un vecchio con la pelle bruciata dal sole, quando la lama del tosaerba si era spezzata colpendo un sasso e una scheggia seghettata d’acciaio gli era penetrata nella gamba, appena sotto il ginocchio, tranciando il perone e il nervo. Col tempo, l’osso era guarito; il nervo peroneo, invece, no. Una volta tornato a casa dopo la convalescenza in ospedale, il bambino aveva scoperto che il padre aveva licenziato il giardiniere. Al bambino il vecchio piaceva, quindi aveva protestato, ma inutilmente: il capro espiatorio era stato scelto. Il padre gli aveva pure mostrato il sasso incriminato e il bambino lo aveva riconosciuto per via della forma e del colore: una specie di piramide nera. Era stato lui a trovarlo in un’aiuola e lo aveva usato per schiacciare i soldatini, finché non l’aveva perso nell’erba alta. Il bambino aveva pensato di dire al padre che era sua la colpa, non del giardiniere, ma aveva paura che a quel punto avrebbero mandato via anche lui.

Incipit tratto da:
Titolo: La quarta profezia
Autore: Glenn Cooper
Traduzione: Barbara Ronca
Titolo originale: The Fourth Prophecy
Casa editrice: Nord
In copertina: illustrazione di Luca Tarlazzi Sanctuary of Fatima. Lucia dos Santos and her cousins
Francisco and Jacinta Marto. Our Lady of Fatima. Portugal
foto © Pascal Deloche / Godong / Bridgeman Images Art director: Giacomo Callo Graphic designer: Davide Nasta
Qui è possibile leggere le prime pagine di La quarta profezia

La quarta profezia - Glenn Cooper

Incipit The Fourth Prophecy

It had rained hard the previous night, a blood rain whipped by wind, but the storm had passed, and the morning sky was luminous and nearly cloudless. A morning such as this seemed a magic trick conjured by a grand illusionist. The sirocco winds from North Africa had carried red Saharan sand clinging to raindrops, and when Romans awoke, they found their city steaming with humidity and dusted with rosy glitter. At Saint Peter’s Square, the sun beat down at just the right angle, transforming the wet cobblestones from hardscape to light, a yellow light that danced with sparkles and flashes. Looking toward the Vatican obelisk from the Piazza Papa Pio XII, pilgrims and tourists appeared to be walking not on gray stones, but on the surface of a shimmering, mystical red sea.
A man made his way across the square at his usual plodding pace. Right foot forward, left knee raised high to clear the left foot from dragging. He was fine on a flat surface, but uneven cobbles threatened to catch his sole and pitch him forward. He loathed canes, for they marked one as disabled. His custom was to survey the ground and adjust his leg lift as required. He was well practiced; his foot drop was old. He had been five, playing near the gardener as the old man with sunbeaten skin pushed a lawn mower. The blade hit a rock and cracked, and a length of jagged steel kicked up from the turf and spun into the boy’s leg just below the knee, breaking the fibula and nicking the peroneal nerve. In time, the bone healed; the nerve did not. When the boy returned from hospital, the gardener, whom he liked, had been fired. The boy protested, but blame had been assigned. His father showed him the rock. The boy recognized it by its color and shape, black and pyramidal. He had found it in a flower bed and had been using it to bash toy soldiers until it became lost in high grass. He wanted to tell his father that it was his fault, not the gardener’s, but he worried that he too, would be sent away.

First Lines
Title: The Fourth Prophecy
Author: Glenn Cooper
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Tui, Spagna, 1943. La fine è vicina, Lúcia dos Santos ne è convinta. Ventisei anni fa, a Fátima, è stata scelta dalla Madonna per custodire il suo ultimo segreto, con la promessa di portarlo con sé nella tomba. Ma ora Lúcia deve infrangere quel giuramento. Non può più tacere, l’ultima profezia è troppo pericolosa, troppo devastante: se morisse con lei, l’umanità intera sarebbe perduta…
Piazza San Pietro, oggi. Un uomo si fa largo tra i fedeli radunati per ammirare la nuova Pietà di Michelangelo, la prima copia dei capolavori che papa Celestino ha messo all’asta per creare un fondo da destinare ai più bisognosi. L’uomo si allontana, disgustato da quel papa debole e sacrilego, profanatore dei tesori di Santa Madre Chiesa. Ma presto la collera del Signore si abbatterà sul mondo…
Lisbona, oggi. Mancano dieci giorni alla messa di canonizzazione di suor Lúcia, quando Cal Donovan viene richiamato d’urgenza in Vaticano. Il papa ha ricevuto una lettera anonima in cui gli si intima di dimettersi prima della cerimonia, altrimenti il suo destino sarà segnato. Negli anni, Celestino VI ha dato prova di grande coraggio, sfidando le tradizioni e le frange più conservatrici della curia. Eppure Cal non lo ha mai visto così spaventato. Perché chiunque abbia scritto quelle parole sembra alludere a un mistero che da oltre un secolo minaccia l’esistenza stessa della Chiesa e che potrebbe cambiare per sempre il corso della Storia. E adesso tocca a Cal Donovan scoprirlo, per il bene di tutti noi…
(Ed. Nord)

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Il tempo del diavolo – Glenn Cooper

Incipit Il tempo del diavolo – Glenn Cooper

Incipit Il tempo del diavolo

Villa Shibui.
Nessuno da quelle parti conosceva il significato del termine «shibui». Leggendo la targa sul cancello, quasi tutti gli abitanti di Filarete pensavano che i proprietari della villa, che erano americani, avessero fatto pasticcio con le lingue. Pochi sapevano che la moglie era italiana, ancora meno che Elena era nata in Calabria, ed erano gli unici a smentire quelle teorie.
Jesper ed Elena Andreason avevano comprato la villa tre anni prima, quando Victoria aveva due anni ed Elizabeth cinque. All’epoca, era nota come Villa del Mare, un nome scialbo che le era rimasto appiccicato addosso dal XIX secolo. I proprietari precedenti l’avevano assai trascurata, infatti era ridotta a un rudere, ma Jesper ed Elena avevano guardato oltre, riconoscendone la struttura solida, i fini dettagli d’epoca e la posizione invidiabile, su un promontorio con una spettacolare vista sul mare. Ciononostante Elena era restia a sobbarcarsi un tale, mastodontico impegno, soprattutto perché avrebbe dovuto coordinare i lavori di ristrutturazione da ottomila chilometri di distanza. Jesper però era entusiasta, come suo solito, e aveva convinto Elena che la villa sarebbe diventata un gioiello. Per assicurarsene, aveva allocato un budget pressoché infinito, assunto un famoso architetto milanese e la migliore impresa edile di Catanzaro. Il design degli interni, l’aveva affidato a Leonora, la madre di Elena, che era un’artista. Lei e il marito vivevano lì vicino, sulla costa, altro argomento a favore dell’acquisto. Anni prima, quando, con un gesto un po’ vecchio stile, Jesper aveva chiesto al padre di Elena la mano della figlia, aveva anche promesso che un giorno avrebbero comprato una casa vacanze in Calabria, in modo che i futuri suoceri avessero tutto il tempo di godersi i nipoti. E così Leonora aveva impiantato il gusto semplice e moderno di Jesper nelle radici mediterranee della casa, dando vita a un ensemble unico, al tempo stesso minimalista e solare.

Incipit tratto da:
Titolo: Il tempo del diavolo
Autore: Glenn Cooper
Traduzione: Giorgia Di Tolle
Titolo originale: The Jaws of the Final Beast
In copertina: illustrazione di Luca Tarlazzi;
foto © Henry Steadman/Arcangel Images
Art director: Giacomo Callo
Graphic designer: Davide Nasta
Casa editrice: Nord
Qui è possibile leggere le prime pagine di Il tempo del diavolo

Il tempo del diavolo - Glenn Cooper

Quarta di copertina / Trama

Possono due bambine custodire il segreto della vita?
Dalla finestra della sua nuova casa per le vacanze, Jesper Andreason guarda il mare nero lambire la costa della Calabria. La moglie e le due figlie dormono, e lui pensa a quanto gli mancheranno domani, quando dovrà rientrare negli Stati Uniti per un impegno di lavoro. Ma Jesper non arriverà mai in aeroporto. La mattina dopo, i domestici trovano la villa deserta. Non ci sono segni di effrazione e non è stato rubato niente. Nemmeno le ingenti risorse messe a disposizione dal nonno, il miliardario Mikkel Andreason, riescono ad aiutare le autorità a fare luce sul mistero. L’intera famiglia è svanita nel nulla.
Quattro anni dopo, all’improvviso, le sorelle Andreason ricompaiono in quella stessa villa. Gli ingressi non sono stati forzati, le finestre sono chiuse dall’interno e le bambine non hanno nessun ricordo di cosa sia successo. Ma non è solo questo a sconvolgere Mikkel, bensì un altro fatto, ancora più inquietante: le nipotine non sono cresciute di un giorno. Per loro, il tempo non è passato. Nel giro di poche ore, la notizia fa il giro del mondo e si scatenano le teorie più audaci. Qualcuno sostiene si tratti di un miracolo, altri che sia una maledizione, soprattutto dopo la scoperta che entrambe le bambine sono affette dalla stessa forma di leucemia. Nessuno può immaginare che la verità, forgiata nel fuoco e nel sangue, si nasconda là dove la nostra speranza più ardita incontra la nostra paura più profonda…
(Ed. Nord)

Cronologia opere, libri, biografia di Glenn Cooper su Incipitmania