La pista di ghiaccio – Roberto Bolaño

Incipit La pista di ghiaccio

La prima volta che lo vidi fu in calle Bucareli, a Città del Messico, cioè durante l’adolescenza, nella zona fumosa ed esitante che apparteneva ai poeti di ferro, in una notte carica di nebbia che obbligava le auto a circolare lentamente e induceva chi passava a commentare, con gioioso stupore, il fenomeno della bruma, così insolito in quelle notti messicane, almeno a quanto mi ricordo io. Ancora prima che me lo presentassero, sulla porta del caffè La Habana, sentii la sua voce, profonda, come di velluto, l’unica cosa che non è cambiata col passare degli anni. Disse: è una notte ideale per Jack. Si riferiva a Jack lo Squartatore, ma la sua voce evocò terre senza legge, dove ogni cosa era possibile. Eravamo tutti adolescenti, adolescenti scafati, questo sì, e poeti, e ridevamo. Lo sconosciuto si chiamava Gaspar Heredia, Gasparín per gli amici e i nemici gratuiti. Ricordo ancora la nebbia sotto le porte girevoli e le battute maliziose che andavano e venivano. I volti e le luci si scorgevano a stento e la gente avvolta in quella cappa sembrava energica e ignara, frammentata e innocente, come in effetti eravamo. Ora siamo a migliaia di chilometri dal caffè La Habana e la nebbia, ideale per Jack lo Squartatore, è più fitta di allora. Da calle Bucareli, Città del Messico, all’omicidio!, penserete voi… Lo scopo di questa storia è cercare di convincervi del contrario…
(REMO MORÁN)

Incipit tratto da:
Titolo: La pista di ghiaccio
Autore: Roberto Bolaño
Traduzione: Ilide Carmignani
Titolo originale: La pista de hielo
In copertina: Helena Almeida, Giorni quasi tranquilli (1984)
Casa editrice: Adelphi

Libri di Roberto Bolaño

Incipit La pista de hielo

Lo vi por primera vez en la calle Bucareli, en México, es decir en la adolescencia, en la zona borrosa y vacilante que pertenecía a los poetas de hierro, una noche cargada de niebla que obligaba a los coches a circular con lentitud y que disponía a los andantes a comentar, con regocijada extrañeza, el fenómeno brumoso, tan inusual en aquellas noches mexicanas, al menos hasta donde recuerdo. Antes de que me lo presentaran, en las puertas del Café La Habana, oí su voz, profunda, como de terciopelo, lo único que no ha cambiado con el paso de los años. Dijo: es una noche a la medida de Jack. Se refería a Jack el Destripador, pero su voz sonó evocadora de tierras sin ley, donde cualquier cosa era posible. Todos éramos adolescentes, adolescentes bragados, eso sí, y poetas, y nos reíamos. El desconocido se llamaba Gaspar Heredia, Gasparín para los amigos y enemigos gratuitos. Todavía recuerdo la niebla debajo de las puertas giratorias y los albures que iban y venían. Apenas se vislumbraban los rostros y las luces, y la gente envuelta en aquella estola parecía enérgica e ignorante, fragmentada e inocente, tal como realmente éramos. Ahora estamos a miles de kilómetros del Café La Habana y la niebla, hecha a la medida de Jack el Destripador, es más espesa que entonces. ¡De la calle Bucareli, en México, al asesinato!, pensarán… El propósito de este relato es intentar persuadirlos de lo contrario…

Título : La pista de hielo
Autor : Roberto Bolaño
Lengua : Español

Quarta di copertina / Trama

Molti anni prima che lo facessero gli sceneggiatori dei grandi serial americani, Roberto Bolaño aveva usato nel suo romanzo d’esordio quella che potremmo chiamare la tecnica delle «confessioni incrociate». In questo perfetto congegno narrativo – dove con una trama decisamente noir, che gira attorno al ritrovamento di un cadavere, si intersecano diverse storie d’amore – tre sono infatti le voci che si alternano: quella di un messicano in esilio, attratto dalla cupa e sfuggente Caridad, che vive da clandestina in un campeggio della Costa Brava e va in giro con un coltello nascosto sotto la maglietta; quella del gestore del campeggio, affascinato dalla bellissima Nuria, campionessa nazionale di pattinaggio; e quella di un funzionario socialista, un ciccione pateticamente innamorato della capricciosa pattinatrice, per la quale, stornando fondi pubblici, fa costruire una pista di ghiaccio dentro una grande villa fatiscente di proprietà del Comune. Seminando sapientemente indizi preziosi e tracce fuorvianti, Bolaño riesce a creare la rarefatta atmosfera di suspense di un buon thriller – anche se sa perfettamente che la legge non finisce sempre per trionfare, che non tutti gli assassini vengono arrestati e non tutti gli innamorati vivranno felici e contenti – e conduce la narrazione di questo «giallo notturno e cubista» con la consueta, ipnotica visionarietà.
(Adelphi; Fabula)

Cronologia opere e bibliografia di Roberto Bolaño

La figlia unica di Guadalupe Nettel

Incipit La figlia unica - Guadalupe Nettel

Incipit La figlia unica

Un paio di settimane fa sono arrivati dei nuovi vicini nell’appartamento accanto. Si tratta di una donna con un bambino che sembra scontento della vita, a dir poco. Non l’ho mai visto, ma per rendermene conto mi è bastato sentirlo. Torna da scuola verso le due del pomeriggio, quando l’odore di cibo che esce da casa sua si spande nei pianerottoli e nelle scale del nostro palazzo. Ci accorgiamo tutti che è arrivato dall’impazienza con cui suona il campanello. Non appena chiude la porta, comincia a gridare al massimo dei decibel, lamentandosi del menu. A giudicare dall’odore, in quella casa il cibo non dev’essere né sano né appetitoso, ma la reazione del bambino è senz’altro esagerata. Proferisce insulti e parole volgari, fatto sconcertante in un ragazzino della sua età. Picchia sulle porte e scaglia oggetti di ogni genere contro le pareti. Le crisi di solito sono lunghe. Da quando si sono trasferiti, me ne sono toccate tre, e non sono mai riuscita ad ascoltarle fino alla fine, quindi non saprei dire come si concludono. Urla così forte e con così tanta disperazione che mi costringe a fuggire fuori.

Incipit tratto da:
Titolo: La figlia unica
Autrice: Guadalupe Nettel
Traduzione: Federica Niola
Titolo originale: La hija única
Illustrazione in copertina di Alicia Baladan
Casa editrice: La Nuova Frontiera
Qui è possibile leggere le prime pagine di La figlia unica

La figlia unica - Guadalupe Nettel

Cronologia opere, libri, biografia di Guadalupe Nettel su Incipitmania

Incipit La hija única

Hace un par de semanas llegaron nuevos vecinos al departamento de junto. Se trata de una mujer con un niño que parece descontento con la vida, por decir lo menos. Nunca lo he visto, pero me basta escucharlo para darme cuenta. Vuelve de la escuela hacia las dos de la tarde, cuando el olor a comida que sale de su casa se esparce por los pasillos y las escaleras de nuestro edificio. Todos nos enteramos de que ha llegado por la manera impaciente en que toca el timbre. Apenas cierra la puerta, comienza a gritar a altos decibeles para quejarse del menú. A juzgar por el olor, la comida en esa casa no debe ser ni sana ni apetecible, pero la reacción del niño es sin duda exagerada. Profiere insultos y palabras soeces, algo desconcertante en un chico de su edad. También azota las puertas y arroja toda clase de objetos contra las paredes. Las crisis suelen ser largas. Desde que se mudaron, me han tocado tres, y en ninguna de estas ocasiones pude escucharla hasta el final, de modo que no sabría decir cómo terminan. Grita tan fuerte y con tanta desesperación que obliga a salir huyendo.

Incipit tratto da:
Título : La hija única
Autor : Guadalupe Nettel
Lengua : Español
La figlia unica -Audiolibro - Guadalupe Nettel

Quarta di copertina / Trama

Acquista qui 150

Laura e Alina si sono conosciute a Parigi quando avevano vent’anni. Ora sono tornate in Messico. Laura ha affittato un piccolo appartamento e sta finendo la tesi di dottorato mentre Alina ha incontrato Aurelio ed è rimasta incinta. Tutto sembra andare per il meglio fino a quando un’ecografia rivela che la bambina ha una malformazione e probabilmente non sopravvivrà al parto. Inizia così per Alina e Aurelio un doloroso e inatteso processo di accettazione. Non sanno ancora che quella bambina riserva loro delle sorprese. È Laura a narrarci i dilemmi della coppia, mentre anche lei riflette sulle incomprensibili logiche dell’amore e sulle strategie che inventiamo per superare le delusioni. E infine c’è Doris, vicina di casa di Laura, madre sola di un figlio adorabile ma impossibile da gestire.
Scritto con una semplicità solo apparente, La figlia unica è la storia di tre donne e dei legami d’amore e d’amicizia che intessono mentre si confrontano con le differenti forme che la famiglia può assumere al giorno d’oggi.
(Ed. La Nuova Frontiera ; Liberamente)

Quando finisce l’inverno – Guadalupe Nettel

Incipit Quando finisce l'inverno - Guadalupe Nettel

Incipit Quando finisce l’inverno

Il mio appartamento si trova sopra l’Ottantasettesima strada dell’Upper West Side, nella città di New York. È un corridoio di pietra molto simile a una segreta. Non ho piante. Ogni roba viva mi provoca un orrore inspiegabile, come quello che alcune persone provano di fronte a un nido di ragni. La roba viva mi fa sentire minacciato, bisogna occuparsene o muore. In poche parole, sottrae attenzione e tempo, e io non ne ho certo da vendere. Benché qualche volta riesca a godermela, questa città, se glielo permetti, può anche farti impazzire. Per difendermi dal caos, nella mia vita quotidiana ho introdotto una serie di abitudini e di restrizioni molto rigide. Tra queste, l’assoluta privacy della mia tana. Da quando ho traslocato, nessuno al di fuori di me ha messo piede nell’appartamento. La sola idea che qualcun altro cammini su questo pavimento mi fa uscire di senno. Non sempre sono orgoglioso del mio modo di essere. Ci sono giorni in cui vorrei una famiglia, una donna silenziosa e discreta, un bambino muto, preferibilmente. La settimana in cui mi trasferii qui parlai con i vicini – per lo piú immigrati – in modo da mettere in chiaro le regole. Chiesi loro con educazione, e una sfumatura di minaccia, di evitare ogni rumore dopo le nove di sera, ora in cui di solito torno dal lavoro. Finora il mio divieto è stato rispettato. Nei due anni che ho trascorso nel palazzo non c’è mai stata una festa. Ma questa mia esigenza mi costringe ad assumermi alcune responsabilità. Mi ha imposto, per esempio, l’abitudine di ascoltare la musica soltanto in cuffia, o di sussurrare se parlo con qualcuno al telefono, che tengo sempre senza suoneria, cosí come la segreteria. Una volta al giorno controllo a un volume quasi impercettibile i messaggi, in genere piuttosto scarsi. La maggior parte delle volte sono di Ruth, benché le abbia chiesto, piú volte, di non chiamarmi mai e di aspettare che sia io a farlo.

Incipit tratto da:
Titolo: Quando finisce l’inverno
Autore: Guadalupe Nettel
Traduzione: Federica Niola
Titolo originale: Después del invierno
Casa editrice: Einaudi
Qui è possibile leggere le prime pagine di Quando finisce l’inverno

Quando finisce l’inverno - Guadalupe Nettel

Incipit Después del invierno

Mi departamento está sobre la calle Ochenta y siete en el Upper West Side de la ciudad de Nueva York. Se trata de un pasillo de piedra muy semejante a un calabozo. No tengo plantas. Todo lo vivo me provoca un horror inexplicable, igual al que algunos sienten frente a un nido de arañas. Lo vivo me amenaza, hay que cuidarlo o se muere. En pocas palabras, roba atención y tiempo y yo no estoy para regalarle eso a nadie. Aunque algunas veces logre disfrutarla, esta ciudad, cuando uno lo permite, puede llegar a ser enloquecedora. Para defenderme del caos, he establecido en mi vida cotidiana una serie muy estricta de hábitos y restricciones. Entre ellos, la absoluta privacidad de mi guarida. Desde que me mudé, ningunos pies excepto los míos han cruzado la puerta del departamento. La sola idea de que alguien más camine por este suelo puede desquiciarme. No siempre me siento orgulloso de mi manera de ser. Hay días en que anhelo una familia, una mujer silenciosa y discreta, un niño mudo, de preferencia. La semana en que me instalé, hablé con los vecinos del edificio –la mayoría inmigrantes– para dejar claras las reglas. Les pedí, de una manera correcta, con un dejo de amenaza, que se abstuvieran de hacer el menor ruido después de las nueve de la noche, hora a la que suelo volver del trabajo. Hasta este momento, mi orden ha sido acatada. En los dos años que llevo aquí, nunca se ha hecho una fiesta en el edificio. Pero esa exigencia mía también me obliga a asumir ciertas responsabilidades. Me he impuesto, por ejemplo, la costumbre de escuchar música únicamente con audífonos o susurrar en el auricular si llamo por teléfono, cuyo timbre mantengo inaudible igual que el contestador. Una vez al día, reviso a un volumen casi imperceptible los mensajes, por lo demás bastante escasos. La mayoría de las veces los recados son de Ruth, aun si le he pedido, en varias ocasiones, que no me llame jamás y espere a que sea yo quien lo haga.

Incipit tratto da:
Título : Después del invierno
Autor : Guadalupe Nettel
Lengua : Español

Cronologia opere, libri, biografia di Guadalupe Nettel su Incipitmania

Quarta di copertina / Trama

Acquista qui 150

Claudio e Cecilia hanno origini lontane, vivono separati dall’oceano, lui a New York, lei a Parigi, e hanno esistenze completamente differenti, lui lavora in una casa editrice, lei è una studentessa che trova un po’ di serenità solo passeggiando nei cimiteri. Condividono due cose soltanto. La prima è la solitudine spaesata di chi fugge dalle ferite del passato. La seconda è un inverno che passeranno insieme. Anzi c’è una terza cosa che li unirà: l’amore, quello che cambia la vita. Anche se non sempre nel modo in cui ti aspetti…
Claudio è cubano, ha quarant’anni, vive nell’Upper West Side a New York e lavora in una casa editrice. Ogni giorno combatte per salvaguardare un ordine preciso contro il terrore di perdersi nel caos, segue un rituale complicato di pulizia e abitudini, è appassionato di musica, orgogliosamente misogino e geloso della propria privacy. Cecilia invece è messicana, a venticinque anni ha deciso di trasferirsi a Parigi per sfuggire al ricordo della madre che l’ha abbandonata, a un padre inadeguato, a una malinconia che si manifesta in una precoce passione per le tombe e i cimiteri. Entrambi hanno una relazione, anche se precaria e instabile, ma quando Cecilia incontra Claudio, in viaggio a Parigi, è un colpo di fulmine, la rivelazione di un senso nascosto delle cose, che cambia per sempre la loro vita, anche se non nella direzione in cui i due amanti avrebbero voluto. Il loro incontro è intrecciato a una colonna sonora fatta della musica di Nick Drake, di Keith Jarrett e Philip Glass, del Kind of Blue di Miles Davis: note che fanno da contrappunto al loro avvicinarsi, scoprirsi, fino a un mettersi a nudo tanto intimo quanto minaccioso perché rivela anche gli abissi in cui rischiano di precipitare. Ma nessun inverno, per quanto lungo, dura per sempre. Guadalupe Nettel sa come pochi autori far brillare i meccanismi delle relazioni amorose, scavando con delicatezza nelle paure, nelle fobie, nei desideri di due anime del presente, ferite ma non sconfitte. Quando finisce l’inverno, con cui ha vinto il Premio Herralde de Novela, conferma Nettel come una delle maggiori scrittrici in lingua spagnola di oggi.
(Ed. Einaudi; Supercoralli)