Sotto cieli rossi – Karoline Kan

Nell’estate del 1988, tra i salici che crescevano lungo la strada principale per il villaggio, le cicale non smisero mai di cantare.

Incipit Sotto cieli rossi. Diario di una millennial cinese

Nell’estate del 1988, tra i salici che crescevano lungo la strada principale per il villaggio, le cicale non smisero mai di cantare. Un giorno Shumin, mia madre, tornò prima del solito dalla risaia di famiglia in cui lavorava. Si mise a letto, divorata dall’ansia; sapeva che la collera di suo suocero per quel rientro anticipato non sarebbe stata nulla in confronto alla sua reazione una volta scoperto il segreto che per più di un mese gli aveva taciuto: aspettava un altro figlio, il secondo. In trentadue anni di vita, quello era il solo crimine che avesse commesso.
Sdraiata a riflettere sul da farsi, intravedeva dalla finestra gli striscioni in rossi caratteri cubitali attaccati sui muri candidi del vicino:
MENO FIGLI, PIÙ SANI: IL SEGRETO DI UNA VITA FELICE
Quei cartelli ridicoli erano frutto della politica cinese del figlio unico. Ma mia madre credeva poco alla loro promessa: lei aveva un solo bambino, la sua famiglia lavorava sodo, eppure di felicità e di ricchezza non c’era traccia.
La vita di mamma e di Chengtai, il mio baba, era tipicamente cinese. Abitavano dai genitori di lui insieme ai suoi tre fratelli non ancora sposati. Negli anni Ottanta molte giovani coppie vivevano con i parenti. Anche casa loro era tipica: un trilocale di mattoni rossi affacciato a sud, con un piccolo capanno nel cortile. All’epoca il cotto era una novità, andava di moda perché era segno di ricchezza. Le case, prima, si costruivano con mattoni d’argilla fatti a mano – un miscuglio di fango e paglia lasciato ad asciugare al sole – più economici ma assai meno resistenti. Mia nonna, o Nainai, la mamma di baba, aveva circondato il cortile di canne di bambù per separarlo dall’orto. All’ombra dei due salici scorrazzavano polli e conigli che, insieme alle uova, Nainai vendeva una volta al mese al mercato dei contadini.
Questa era la loro vita. Una vita… qualunque.

Incipit tratto da:
Titolo: Sotto cieli rossi. Diario di una millennial cinese
Autrice: Karoline Kan
Traduzione: Benedetta Gallo
Titolo originale: Under Red Skies. Three Generations of Life, Loss, and Hope in China
Casa editrice: Bollati Boringhieri
Sotto cieli rossi di Karoline Kan

Quarta di copertina / Trama

Nata in un piccolo paese vicino Tianjin tre mesi prima del massacro di piazza Tienanmen del 4 giugno 1989, Karoline Kan ci racconta la sua storia, e la storia della sua generazione, stretta tra la politica autoritaria cinese, il boom economico e il rapidissimo sviluppo tecnologico.
Karoline, trent’anni, rientra a pieno diritto nella generazione dei millennial, e da quel punto di vista ci rivela ciò che lei e tre generazioni della sua famiglia hanno vissuto sulla propria pelle. A partire dalla politica del figlio unico, in vigore fino al 2015 e che ebbe come risultato la scomparsa di un numero di bambine compreso tra i trenta e i sessanta milioni: Karoline è una secondogenita, per di più femmina, nata per estrema determinazione della madre che ha dovuto mettere in atto mille sotterfugi per sfuggire agli aborti imposti dal regime, rischiando di non farle ottenere il certificato di esistenza in vita e di condannarla tra le file degli «invisibili». Karoline cerca di capire fino in fondo i diversi cambiamenti radicali cui la Cina va incontro negli anni successivi, dalla messa al bando del Falun Gong, innocua disciplina spirituale basata sulla meditazione, con decine di migliaia di praticanti sottoposti ad arresti e torture, alle indagini sugli studenti liceali condotte dalla polizia per scongiurare loro eventuali complicità con movimenti politici contrari al Partito Comunista, fino allo sviluppo tecnologico che ha mutato le prospettive, e la connessione con il resto del mondo, dei giovani cinesi.
Sotto cieli rossi svela molte cose che al lettore medio occidentale sono ignote, o note solo parzialmente. Come dice Karoline stessa: «In quanto esponente dei millennial cinesi voglio mostrare le emozioni, le scelte e i compromessi, il coraggio e la speranza che condividiamo con i nostri coetanei di tutto il mondo».
(Ed. Bollati Boringhieri)