La clinica Riposo & Pace – Francesco Recami

Villa Riposo & Pace era una elegante casa di riposo per anziani non autosufficienti sulle colline preappenniniche, in mezzo ai cipressi e agli olivi.

Incipit La clinica Riposo & Pace

Villa Riposo & Pace era una elegante casa di riposo per anziani non autosufficienti sulle colline preappenniniche, in mezzo ai cipressi e agli olivi. Situata in località Il Borghetto (questo è un nome di comodo, per vari motivi in seguito si capirà che per il momento il vero nome va mantenuto segreto), consisteva di tre corpi principali: la villa seicentesca finemente ristrutturata, le ex stalle e scuderie, a poche decine di metri, e la ex fattoria, adesso adibita a residenza per i casi più complicati, attrezzata come una vera e propria clinica. In particolare c’era una sezione dedicata ai malati terminali e a degenze di persone anziane in gravi condizioni di degenerazione fisica e mentale. Probabilmente erano lì ricoverati pazienti in coma da mesi, oppure vittime di ictus, che non si erano ben riprese e avevano problemi col modo di parlare oppure di emi- o paraparesi.

Incipit tratto da:
Titolo: La clinica Riposo & Pace
Autore: Francesco Recami
Casa editrice: Sellerio

Libri di Francesco Recami

Copertina La clinica Riposo & Pace di Francesco Recami

Quarta di copertina / Trama

La clinica Riposo & Pace sorge in un luogo ameno su ridenti colline, dove è tutto un cinguettar di uccellini su prati tosati a dovere, gli edifici lindi e luminosi, il personale amabile. Proprio in fondo al parco si intravede un padiglione un po’ appartato; è lì che Riposo & Pace si trasforma in stress e conflitto, una vera e propria lotta per la sopravvivenza.
Alfio Pallini viene portato con la forza e con l’inganno nella villa dagli affezionati nipoti, ridotto all’impotenza si accorge ben presto dove sia capitato, sedazioni su sedazioni, personale robusto e convincente, legacci e sbarre. Quel che più inquieta l’arzillo vecchietto è che il suo vicino di letto cambi di continuo, i nuovi arrivati non fanno in tempo ad ambientarsi che vengono portati via coperti da un lenzuolo bianco. Alfio, che già progettava la fuga, diventa ancor più sospettoso, nasconde i farmaci, va curiosando, origlia le chiacchiere delle dispotiche infermiere, cerca di mettersi in contatto con il suo antico badante, l’unica persona di cui si fidi, colui che potrebbe fargli guadagnare l’agognata libertà. Non demorde, non si arrende, e le sue reazioni allarmano medici e inservienti che decidono di procedere con maniere forti e definitive. Ma qui avviene quel che non ti aspetti.
Questa parodia fantastica e feroce, che mette alla berlina la medicalizzazione del disagio quotidiano, l’ipocrita rivalutazione dei valori dell’essere anziani, la buona morte, i falsi affetti familiari, è uno dei momenti di un progetto narrativo più vasto. Con la serie «Commedia nera» (pezzi di teatro narrato, che si svolgono in un solo luogo) Francesco Recami prende a bersaglio della sua comicità i paradossi sociali più evidenti e più fastidiosi dell’epoca. Secondo lui, il ghigno e la risata raggiungono l’amaro esistenziale del nostro essere sociale meglio di ogni retorica drammatica. E l’effetto di «ridere piangendo» che danno le sue pagine sembra dargli ragione.
(Ed. Sellerio)

Indice cronologico opere e bibliografia di Francesco Recami

Bontà – Walter Siti

Incipit Bontà – Walter Siti

Incipit Bontà

«Fare schifo è un atto politico»: Ugo ci ripensa stando seduto sul water, a questa frase scritta con mano incerta e vernice bordò su una saracinesca di viale Monza, letta casualmente mentre tornava dall’aver mezzo litigato con un amico in via dei Transiti. Una di quelle frasi facili da capire e difficili da spiegare; soprattutto in una bella mattina di primavera, nell’open space rimbombante come un alveare, dove l’unico riparo in muratura è il cesso – come se la sola cosa degna di essere protetta col segreto fossero gli spurghi. Non le creazioni o le idee, dio guardi; che anzi quelle devono mostrarsi sgargianti, bling bling, trasparenti agli occhi del Potere. Casa di vetro disegnata da un’archistar, innovativa e redditizia, in un orizzonte di pattume e detriti. Non mollare mai, non smettere di sperare, avere per limite l’infinito, chi ha fede nei sogni vince sempre; la luce in fondo al tunnel, la sintesi positiva, il salto di paradigma, ecco il compito della cultura in un momento complesso di transizione. Alla fine l’umanità troverà la strada migliore per vivere serena nell’universo, la tecnologia consentirà all’uomo di superare se stesso, solo non chiedeteci attraverso quali mutazioni: voi mantenetevi liberi, aperti ai cambiamenti, freschi come i fiori di pesco selvatico che tremano in giardino; even the death, perfino la morte sarà sconfitta. Contro i ritornelli dell’integrazione ottimista, sí, fare schifo è un atto politico, mio sconosciuto e strafatto writer, fratello mio.

Incipit tratto da:
Titolo: Bontà
Autore: Walter Siti
Casa editrice: Einaudi
Qui è possibile leggere le prime pagine di Bontà

Bontà - Walter Siti

Quarta di copertina / Trama

Ugo odia il proprio nome. Ricco di famiglia, ha fatto carriera nell’editoria tra competizioni aziendali, problemi di management e sarcasmi sulla letteratura mediocre. Al lavoro è efficiente, perfezionista, disprezza i buoni «che usano la modestia come una clava»; si vendica in pubblico di un’infelicità privata, perché le ossessioni non solo erotiche l’hanno condannato alla solitudine. Per lui, piacere e dominio coincidono.
Quando la vecchiaia si annuncia con segni inequivocabili, Ugo decide che è ora di dare un senso alla propria vita e, da poeta senza poesie, crede di riscattarsi mediante l’azione: usando a sproposito una conquista civile, progetta un velleitario suicidio per procura. Ma il destino ha in mente altro e lo conduce dove mai avrebbe sospettato.
(Ed. Eianudi)

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Scuola di nudo – Walter Siti

Incipit Scuola di nudo - Walter Siti

Incipit Scuola di nudo

No, nessun attentato: il treno era fermo sul ponte per un semaforo ballerino e lo scarrucolìo delle ruote, smettendo, m’aveva svegliato di colpo. Giù lungo l’argine a sinistra, nel pulviscolo rosso l’allarme di un’auto taceva e riprendeva, negli intervalli abbaiava un cane. La notte ancora trattenuta sulle rive, il giorno appena accennato da un’oppressione scarlatta: l’acqua del fiume pareva lamiera ondulata. Sangue bruno sulla terra smossa, due merli ai rami di un diospero e una lanterna che brillava come un rubino notati prima che il treno ripartisse.

Incipit tratto da:
Titolo: Scuola di nudo
Autore: Walter Siti
Casa editrice: BUR Rizzoli
Qui è possibile leggere le prime pagine di Scuola di nudo

Scuola di nudo Siti - Walter Siti

Quarta di copertina / Trama

Un professore universitario di trentacinque anni, dopo una carriera “da cane ammaestrato”, sente improvvisamente il bisogno di sfuggire all’oblio di una vita banale e ritrovare la verità su se stesso. Così, dai racconti dei contadini emiliani incontrati in gioventù a quelli dei culturisti delle palestre di oggi, Walter Siti, personaggio protagonista, vive e descrive i desideri della propria sessualità ossessiva insieme alle storie sporche delle corruzioni che avvelenano il mondo dell’università italiana. Tra invidie, scambi di favori e denaro, falsità, superficialità di corpo e morale, questa autobiografia contraffatta getta uno sguardo lucido e spietato sulla società e la politica italiane, in tutta la loro peccaminosa disonestà. L’esordio letterario di Walter Siti, un libro, intenso e scandaloso, in bilico tra saggio, satira, invettiva e canzoniere d’amore.
(Ed. BUR)

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