Cime Tempestose – Emily Brontë

Incipit Cime Tempestose - Emily Brontë

Incipit Cime tempestose

Sono appena ritornato da una visita al mio padrone di casa, il solo e unico vicino dal quale sarò infastidito. Che bella zona è questa! In tutta l’Inghilterra, non credo che avrei potuto trovare un altro posto così totalmente distaccato dal trambusto della vita sociale. Un perfetto paradiso per misantropi; e il signor Heathcliff e io siamo la coppia giusta per spartirci questa desolazione.
Che tipo interessante!
Certo non immaginava quale simpatia mi ha suscitato in cuore quando, avvicinandomi a cavallo, ho visto i suoi occhi neri ritrarsi così sospettosamente sotto le sopracciglia, e quando le sue dita, mentre annunciavo il mio nome, si sono sprofondate risolutamente sotto il panciotto.
«Signor Heathcliff!» dissi.
Per tutta risposta, un cenno con la testa.
«Sono Lockwood, il suo nuovo affittuario, signore. Mi onoro di renderle visita appena arrivato, per esprimere la speranza di non averla disturbata con la mia insistenza nel chiedere in affitto Thrushcross Grange. Ieri ho sentito dire che lei pensava…»
«Thrushcross Grange è roba mia, signore» m’interruppe, con un fremito. «Non permetterei a nessuno di disturbarmi, se potessi impedirlo. Entri!»
Quell’“entri” fu pronunciato a denti stretti, e con un tono che significava “va’ al diavolo!”. Perfino il cancello su cui si appoggiava non manifestò alcun movimento in sintonia con le parole. Credo che proprio questa circostanza mi spinse ad accettare l’invito: sentii interesse verso un uomo che sembrava ancora più esageratamente riservato di me.

Incipit tratto da:
Titolo: Cime tempestose
Autrice: Emily Brontë
Traduzione: Margherita Giacobino
Titolo originale: Wuthering Heights
Casa editrice: Mondadori
Qui è possibile leggere le prime pagine di Cime tempestose

Cime Tempestose - Emily Brontë

First Lines Wuthering Heights

I have just returned from a visit to my landlord–the solitary neighbour that I shall be troubled with. This is certainly a beautiful country! In all England, I do not believe that I could have fixed on a situation so completely removed from the stir of society. A perfect misanthropist’s Heaven: and Mr. Heathcliff and I are such a suitable pair to divide the desolation between us. A capital fellow! He little imagined how my heart warmed towards him when I beheld his black eyes withdraw so suspiciously under their brows, as I rode up, and when his fingers sheltered themselves, with a jealous resolution, still further in his waistcoat, as I announced my name.
‘Mr. Heathcliff?’ I said.
A nod was the answer.
‘Mr. Lockwood, your new tenant, sir. I do myself the honour of calling as soon as possible after my arrival, to express the hope that I have not inconvenienced you by my perseverance in soliciting the occupation of Thrushcross Grange: I heard yesterday you had had some thoughts–‘
‘Thrushcross Grange is my own, sir,’ he interrupted, wincing. ‘I should not allow any one to inconvenience me, if I could hinder it–walk in!’
The ‘walk in’ was uttered with closed teeth, and expressed the sentiment, ‘Go to the Deuce’: even the gate over which he leant manifested no sympathizing movement to the words; and I think that circumstance determined me to accept the invitation: I felt interested in a man who seemed more exaggeratedly reserved than myself.

Title: Wuthering Heights
Author: Emily Brontë
Language: English
Cime tempestose – Audiolibro - Emily Brontë

Quarta di copertina / Trama

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La passione che lega Catherine a Heathcliff, trovatello orgoglioso e ribelle, non le dà pace neppure dopo il matrimonio con il ricco Edgar Linton. Attorno a questo nucleo centrale si costruisce un romanzo d’amore che via via si rivela una tormentata vicenda di vendetta. Le brughiere selvagge e ventose dello Yorkshire sono l’indimenticabile sfondo di una storia in cui le suggestioni delle grandi tragedie shakespeariane si fondono con il clima romantico. Unico romanzo di Emily Brontë, per la finezza del disegno psicologico e per un senso di commossa interiorità Cime tempestose sembra precorrere alcune tra le più mature conquiste del romanzo inglese del primo Novecento.
(Oscar Mondadori)

Da questo romanzomolte traspossizioni tra cui il film Cime tempestose per la regia di Andrea Arnold (2011)

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La donna che rubava i mariti – Margaret Atwood

Incipit La donna che rubava i mariti – Margaret Atwood

Incipit La donna che rubava i mariti

La storia di Zenia dovrebbe cominciare quando è cominciata Zenia. Dev’essere stato in un luogo lontano nel tempo e nello spazio, pensa Tony; un luogo confuso e caotico. Una stampa europea, colorata a mano, in ocra, con una luce polverosa e un bel po’ di boscaglia dal fogliame denso e dalle antiche e contorte radici, dietro la quale, nel sottobosco sta succedendo qualcosa di ordinario e di orripilante, qualcosa che non si vede ma si indovina soltanto da una scarpa che spunta o da una mano senza vita.

Incipit tratto da:
Titolo: La donna che rubava i mariti
Autrice: Margaret Atwood
Traduzione: Margherita Giacobino
Titolo originale: The Robber Bride
Casa editrice: Baldini&castoldi
Qui è possibile leggere le prime pagine di La donna che rubava i mariti

La donna che rubava i mariti - Margaret Atwood

Incipit The Robber Bride

The story of Zenia ought to begin when Zenia began. It must have been someplace long ago and distant in space, thinks Tony; someplace bruised, and very tangled. A European print, hand-tinted, ochre-coloured, with dusty sunlight and a lot of bushes in it- bushes with thick leaves and ancient twisted roots, behind which, out of sight in the undergrowth and hinted at only by a boot protruding, or a slack hand, something ordinary but horrifying is taking place.

Incipit tratto da:
Title: The Robber Bride
Author: Margaret Atwood
Publisher: Nan A. Talese
Language: English

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Quarta di copertina / Trama

Zenia è bella, intelligente e insaziabile, manipolatrice e tuttavia vulnerabile, bisognosa eppure priva di scrupoli.
Per esserne assolutamente certe, Tony, Roz e Charis, sue vecchie e antiche «vittime» involontarie, si ritrovano per celebrare il funerale. Ma cinque anni dopo, mentre le tre donne sono riunite attorno al tavolo di un locale alla moda di Toronto, l’impensabile accade: radiosa della travolgente carica magnetica che l’ha sempre accompagnata, Zenia si ripresenta nel mondo dei vivi.
Maga degli specchi, predatrice di uomini, sirena e faina, Zenia – il male, ma anche la fantasia di libertà, che ritorna – è allo stesso tempo coscienza infelice, altar ego, modello negativo e di ruolo delle tre splendide protagoniste di questo sapiente romanzo di formazione con cui l’autrice ha dato un seguito virtuale a una precedente opera narrativa, Occhio di gatto. Sensibile, come in ogni libro, alla sottile ma inequivocabile linea di demarcazione che separa il mondo delle donne da quello degli uomini, in La donna che rubava i mariti Atwood ha dipinto con spregiudicatezza e un incredibile senso della realtà quattro diversi destini femminili e la contraddittoria fatica del diventare e vivere da donne. Un romanzo che si legge col fiato in gola, augurandosi di poter cambiare il corso delle storie di Zenia, Tony, Roz e Charis e allo stesso tempo abbandonandosi al potere affabulatorio e alla scrittura avvolgente, implacabile e tuttavia carica di umanità dell’autrice di L’altra Grace.
(Ed. Baldini&Castoldi; Romanzi e Racconti)

L’altra Grace – Margaret Atwood

Incipit L'altra Grace – Margaret Atwood

Incipit L’altra Grace

Sulla ghiaia crescono le peonie. Spuntano in mezzo ai sassolini grigi, i boccioli esplorano l’aria come antenne di lumaca, poi si gonfiano e si aprono, grossi fiori rosso scuro lucidi e brillanti come seta. Infine scoppiano e cadono a terra.
Nell’esatto momento prima di disfarsi sono come le peonie nel giardino del signor Kinnear. Il primo giorno, solo che quelle erano bianche. Nancy stava tagliando le ultime. Portava un vestitino chiaro a roselline rosa e una gonna con tre balze, e un cappello di paglia che le nascondeva la faccia. Aveva un cestino per dentro i fiori, si chinava piegando il bacino, come una vera signora, senza incurvare il busto. Quando ci sentì arrivare e si voltò a guardarci, si portò le mani alla gola, trasalendo.

Incipit tratto da:
Titolo: L’altra Grace
Autrice: Margaret Atwood
Traduzione: Margherita Giacobino
Titolo originale: Alias Graces
Casa editrice: Ponte Alle Grazie
Qui è possibile leggere le prime pagine di L’altra Grace

L'altra Grace – Margaret Atwood

Incipit Alias Grace

Out of the gravel there are peonies growing. They come up through the loose grey pebbles, their buds testing the air like snails’ eyes, then swelling and opening, huge dark-red flowers all shining and glossy like satin. Then they burst and fall to the ground.
In the one instant before they come apart they are like the peonies in the front garden at Mr. Kinnear’s, that first day, only those were white. Nancy was cutting them. She wore a pale dress with pink rosebuds and a triple-flounced skirt, and a straw bonnet that hid her face. She carried a flat basket, to put the flowers in; she bent from the hips like a lady, holding her waist straight. When she heard us and turned to look, she put her hand up to her throat as if startled.

Incipit tratto da:
Title: Alias Grace
Author: Margaret Atwood
Publisher: Anchor
Language: English

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Quarta di copertina / Trama

Nel 1843 il Canada è sconvolto da un atroce fatto di cronaca nera: l’omicidio del ricco possidente Thomas Kinnear e della sua amante, la governante Nancy Montgomery. Imputata insieme a un altro servo, la sedicenne Grace Marks viene spedita in carcere e, sospettata di insanità mentale, in manicomio.
A lungo oggetto dei giudizi contrastanti dell’opinione pubblica – propensa a vedere in lei ora una santa, ora una carnefice – la protagonista di questo avvincente romanzo può finalmente raccontare la propria vita al giovane dottore Simon Jordan. Convinto di mettere le proprie conoscenze al servizio della verità sul caso, e al tempo stesso contribuire al progresso della scienza psicologica, Jordan non potrà fare a meno di restare ammaliato da questa personalità complessa e inafferrabile.
Nelle mani di una sapiente narratrice quale è Margaret Atwood, il dialogo che si instaura tra i due si trasforma nel ritratto psicologico di una persona due volte vittima del sistema sociale – in quanto povera e in quanto donna – e assurge a denuncia delle enormi contraddizioni di una società maschilista e tormentata da conflitti interni perché incapace di accettare l’«altro».
Grazie al talento che l’ha ormai consacrata nel mondo letterario, la Atwood supera i limiti della mera accusa politica e ci restituisce un quadro raffinato e profondo della condizione umana, in un romanzo dal ritmo implacabile, che non mancherà di tenere il lettore col fiato sospeso.
(Ed. Ponte alle Grazie; Romanzi)