Il mio nome è rosso – Orhan Pamuk

Adesso io sono un morto

Incipit Il mio nome è rosso

Adesso io sono un morto, un cadavere in fondo a un pozzo. Ho esalato l’ultimo respiro ormai da tempo, il mio cuore si è fermato, ma, a parte quel vigliacco del mio assassino, nessuno sa cosa mi sia successo. Lui, il disgraziato schifoso, per essere sicuro di avermi ucciso ha ascoltato il mio respiro, ha tastato il mio polso, mi ha dato un calcio nel fianco, mi ha portato nel pozzo e mi ha preso in braccio per poi buttarmici dentro. La testa me l’aveva già spaccata a colpi di pietra, e cadendo nel pozzo è andata in pezzi, la mia faccia, la fronte e le guance, è rimasta schiacciata, è scomparsa, le ossa si sono spezzate, la bocca si è riempita di sangue.
(Io sono il morto)

Incipit tratto da:
Titolo: Il mio nome è rosso
Autore: Orhan Pamuk
Traduzione: Maria Bertolini e Semsa Gezgin
Titolo originale: Benim Adim Kirmizi
Casa editrice: Einaudi

Libri di Orhan Pamuk

Copertine di Il mio nome è rosso di Orhan Pamuk

Quarta di copertina / Trama

Nell’inverno del 1591, dopo dodici anni di viaggi in Oriente, Nero ritorna a Istanbul e trova una città scossa da antiche inquietudini e nuovissime tentazioni. In gran segreto (ma ormai tutti lo sanno), il Sultano ha incaricato lo zio di Nero di realizzare un volume di disegni ispirandosi alle tecniche realiste occidentali. Nello stesso tempo i seguaci del predicatore di Erzurum girano di notte per le taverne e i caffè alla ricerca dei miniaturisti che, violando i precetti del Corano e tradendo gli antichi maestri, ritraggono il mondo e gli esseri viventi «come li vedono» e non «come li vede Allah».
Con il ritrovamento del cadavere di un doratore che lavorava per il libro di Zio Effendi, Nero è costretto a indossare i panni difficili dell’investigatore. Il premio per la soluzione dell’enigma sarà per lui la mano della bella cugina Seküre, che Nero ha amato fin da ragazzo e che è stata la causa del suo lungo esilio. Ma l’indagine fitta di tranelli e pericoli, che lo porterà fino al cuore delle stanze segrete del palazzo del Sultano, gli lascerà ferite profonde, non rimarginabili.
Romanzo d’amore, storia di intrighi e di misteri, questo nuovo straordinario romanzo di Orhan Pamuk restituisce la ricchezza e la malinconia di un mondo al tramonto. Nel contrasto tra i due vecchi miniaturisti, Zio Effendi e Maestro Osman, Pamuk riassume una discussione che continua ancora oggi nel mondo islamico, diviso tra modernità e tradizione. Da una parte, l’insegnamento di Maestro Osman per il quale lo stile personale, in un artista, è un difetto, una stupida e insolente vanità. Dall’altra, chi come Zio Effendi pensa che «ad Allah appartengono l’Oriente e l’Occidente. Allah ci protegga dai desideri di colui che è puro e non si è mescolato».
(Ed. Einaudi; SuperCoralli)

Cronologia opere e bibliografia di Orhan Pamuk

Neve – Orhan Pamuk

Il silenzio della neve

Incipit Neve

Il silenzio della neve, pensava l’uomo seduto dietro all’autista del pullman. Se questo fosse stato l’inizio di una poesia, avrebbe chiamato «silenzio della neve» ciò che sentiva dentro.
Aveva preso il pullman che l’avrebbe portato da Erzurum a Kars all’ultimo minuto.Dopo due giorni di viaggio fra le tormente di neve, da Istambul era arrivato alla stazione dei pullman di Erzurum, e mentre con la borsa in mano nei corridoi sporchi e freddi cercava di capire dove fosse la fermata dei pullman per Kars, un tizio gli aveva detto che ce n’era uno in partenza.

Incipit tratto da:
Titolo: Neve
Autore: Orhan Pamuk
Traduzione: Marta Bertolini e Semsa Gezgin
Titolo originale: Kar
Casa editrice: Einaudi

Libri di Orhan Pamuk

Copertine di Neve di Orhan Pamuk

Quarta di copertina / Trama

Mandato a scrivere un reportage in una lontana città turca di confine, il poeta Ka deve fare i conti con la propria crisi esistenziale e spirituale, e con alcuni fatti inquietanti. Negli ultimi tempi, in città, sono avvenuti degli strani suicidi:ragazze obbligate a togliere il velo per entrare all’università hanno preferito farla finita. E poi terroristi islamici che minacciano attentati, e militari nazionalisti che preparano la repressione. Ka cerca di non farsi coinvolgere dalla tragedia che sta per insanguinare il piccolo centro. Tutto ciò che vuole è convincere Ipek, la donna che ama, a fuggire con lui in Germania. Intanto la neve, indifferente ai complotti, agli omicidi, all’odio e alle altre passioni umane, continua a cadere.
Il poeta Ka, esule in Germania da molti anni, ritorna in Turchia e viene mandato per un reportage a Kars, città di confine tra Turchia, Armenia e Georgia. Qui, negli ultimi tempi, sono avvenuti alcuni suicidi: giovani ragazze si sono uccise, a quanto sembra, perché costrette a togliersi il velo nelle aule dell’università.
Investita da una tormenta di neve, la città è un guazzabuglio di etnie e fazioni politiche. Ci sono turchi, curdi, georgiani, ci sono nazionalisti laici e integralisti religiosi. C’è la polizia segreta, c’è l’esercito e ci sono i terroristi islamici. Ka inizia la sua indagine, mentre la neve continua a cadere e le strade vengono chiuse. Kars è isolata.
In città Ka rivede dopo diversi anni Ipek, una compagna di università molto bella, trasferitasi a Kars con il marito da cui ora è separata. Ka se ne innamora e sogna di portarla con sé in Germania. Per realizzare questo sogno farà di tutto, fino a rischiare la vita e a tradire chi aveva avuto fiducia in lui.
La situazione precipita quando una compagnia di teatro mette in scena un dramma degli anni Venti, scritto in sostegno della laicità dello Stato fondato da Atatürk, dove una donna, coraggiosamente, brucia il chador in pubblico. Durante lo spettacolo alcuni giovani del liceo religioso inscenano una protesta. E la serata finisce nel sangue.
Ka viene coinvolto suo malgrado. È uno spettatore imparziale, ma molto confuso. Non sa nemmeno rispondere alla domanda: credi in Dio? Sostiene che a Kars ha ritrovato Allah, ma poi l’unica cosa che gli interessa è la ricerca, molto occidentale, della felicità.
Il dilemma di Ka ruota intorno al confronto tra Occidente e Islam. Il complesso di inferiorità che i personaggi del libro dicono di sentire verso la ricchezza occidentale. La reazione di vergogna o di rabbia, e quindi i tentativi di assomigliare agli occidentali, o di volerli uccidere tutti. Le voci della ragionevolezza, come il padre di Ipek, vengono messe a tacere. In questo luogo di confine, lontano dalla vetrina internazionale di Istanbul, l’unica alternativa al fondamentalismo sembra essere la repressione militare. E viceversa.
(Ed. Einaudi; SuperCoralli)

Cronologia opere e bibliografia di Orhan Pamuk