Incipit Cosa è mai una firmetta
Qui è possibile leggere le prime pagine di Cosa è mai una firmettaMercoledì 8 febbraio 1956, San Giovanni di Dio. L’alba sorge alle ore sette e sedici minuti, il tempo è sereno, i treni in orario. Verso metà mattina, quando mancano pochi minuti alle dieci, la vita di Augusto Prinivelli subisce una svolta.
Incipit tratto da:
Il p.i., perito industriale con specialità in disegno meccanico, Augusto Prinivelli abita a Bellano dall’età di nove anni. È nato a Milano nel febbraio 1931 e subito rimasto orfano di madre, morta nel darlo alla luce. Col padre ferroviere ha vissuto fino a quando pure lui, morendo di un colpo secco nel 1940 mentre era in servizio e a guerra da poco dichiarata, lo ha lasciato solo. Sarebbe finito in un orfanotrofio se Tripolina Carezza in Giulini, sorella maggiore della sua povera madre, in pieno accordo col marito Ercole, titolare di una piccola impresa edile, non avesse deciso di occuparsene, portandoselo a Bellano. I due abitavano in un caseggiato di proprietà, quattro piani, sito in via XX Settembre 45, all’imbocco della strada che conduce in Valsassina. Privi di figli, hanno allevato l’Augusto con ogni cura, e nei limiti delle loro possibilità viziandolo un po’. Nel 1943 pure l’Ercole, all’età di sessantotto anni, se n’è andato. La Tripolina allora ha alienato la ditta, già in sofferenza a causa del conflitto mondiale, e da quel momento si è sostentata con i proventi del caseggiato che, al piano terra, ospita oggi il bar Sport, bar Pioverna fino alla primavera del 1952, e cinque famiglie nei rispettivi appartamenti dei piani sovrastanti.
Fatti i conti, allo stato attuale la Tripolina ha ottant’anni, l’Augusto venticinque e ha da poco realizzato una parte dei sogni covati sul futuro. Su tutti quello di mollare l’angusto ambiente del paese dentro il quale non si è mai sentito a proprio agio, estraneo, la condizione di orfano come un’ombra che non l’ha mai mollato: la sua domanda di assunzione presso la Bazzi Vinicio-minuterie metalliche di Lecco è stata infatti accettata qualche mese fa. Mai più gli toccherà insegnare computisteria, come ha fatto per qualche anno, nella scuola di avviamento professionale di Bellano. Ha cominciato a respirare l’aria della città, che non sarà Milano ma è sempre meglio di niente.
Titolo: Cosa è mai una firmetta
Autore: Andrea Vitali
Casa editrice: Garzanti
In copertina: ©Stokkete / Shutterstock
Progetto grafico di Elisa Zampaglione / DUDOTdesign
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Quarta di copertina / Trama
Di stare a Bellano il venticinquenne Augusto Prinivelli, perito industriale, non ne può più. Sogna un’altra vita, sogna la città. Così ha cercato e trovato lavoro a Lecco presso la Bazzi Vinicio-minuterie metalliche. E non è finita. Quando l’anziana zia Tripolina, con cui vive da che è rimasto orfano, dovesse morire, venderà il putrido caseggiato di quattro piani di cui lei è proprietaria, manderà al diavolo quei morti di fame che sono in affitto e tanti saluti. Ma l’Augusto non ha fatto i conti col destino. La mattina di mercoledì 8 febbraio 1956, infatti, irrompe sulla scena Bazzi Birce. È la figlia di Bazzi Vinicio, il titolare dell’azienda, ed è colpo di fulmine. Corteggiamento, brevissimo; fidanzamento, un amen; nozze. E per il futuro? No, niente figli, piuttosto, il caseggiato… Venderlo? Alt! Un momento. Lo sa l’Augusto cosa ne verrebbe fuori rimettendolo a posto? No? Lo sa lei, la Birce, imbeccata dal padre, che per certe cose ha il fiuto giusto. E poi non si può stare ad aspettare che la zietta muoia, perché a dispetto di tutto e di tutti pare un tipo coriaceo. Non si potrebbe invece farle mettere una firmetta su un atto di cessione? Cosa sarà mai! Andrebbe tutto a posto in un niente. Oltretutto bisognerebbe arginarla la zietta, perché morta la vicina ha già trovato una nuova affittuaria. È una giovane vedova trasferita da Colico che la notte sembra lamentarsi spesso, forse avrebbe bisogno di un dottore. Sì, ma di che tipo? In questo Cosa è mai una firmetta, l’estro narrativo di Andrea Vitali sperimenta nuovi percorsi. L’osservazione del paesaggio umano che abita il suo mondo letterario si fa ancora più tagliente e impietosa. Capace di strappare un sorriso a ogni piega del racconto con le sue fulminanti invenzioni, non risparmia lo scavo tra gli istinti primordiali dei suoi personaggi, fino a metterne a nudo il cinismo che li divora.
(Ed . Garzanti)