Tomás Nevinson – Javier Marías

Incipit Tomás Nevinson - Javier Marías

Incipit Tomás Nevinson

Ho avuto un’educazione all’antica, e non avrei mai creduto che un giorno mi si potesse ordinare di uccidere una donna. Le donne non si toccano nemmeno con un fiore, non si arreca loro danno fisico e quello verbale va evitato il piú possibile, sebbene loro non ricambino quest’ultima attenzione. Ma non basta, bisogna proteggerle e rispettarle e cedere loro il passo, fare loro scudo e aiutarle se portano un bambino nel ventre o in braccio o in carrozzina, occorre farle sedere sull’autobus e in metropolitana, e perfino, camminando per strada, ripararle dal traffico e da ciò che in altri tempi si gettava dai balconi, e se una nave minaccia di colare a picco, le scialuppe sono per le donne e per i loro pargoli (che appartengono a loro piú che agli uomini), í primi posti, almeno. In una fucilazione di massa, sono talvolta risparmiate; vengono lasciate senza marito, senza padre, senza fratelli e addirittura senza figli adolescenti né, naturalmente, adulti, ma viene concesso loro di continuare a vivere, folli di dolore come spettri dolenti, che tuttavia continuano a compiere gli anni e invecchiano, incatenati al ricordo della perdita del loro mondo. Costrette con la forza al ruolo di depositarie della memoria, sono le uniche a restare quando sembra che non resti piú nessuno, e le uniche a poter raccontare ciò che è accaduto.

Incipit tratto da:
Titolo: Tomás Nevinson
Autore: Javier Marías
Traduzione: Maria Nicola
Titolo originale: Tomás Nevinson
Casa editrice: Einaudi
Qui è possibile leggere le prime pagine di Tomás Nevinson

Tomás Nevinson - Javier Marías

Incipit Tomás Nevinson

Yo fui educado a la antigua, y nunca creí que me fueran a ordenar un día que matara a una mujer. A las mujeres no se las toca, no se les pega, no se les hace daño físico y el verbal se les evita al máximo, a esto último ellas no corresponden. Es más, se las protege y respeta y se les cede el paso, se las escuda y ayuda si llevan un niño en su vientre o en brazos o en un cochecito, les ofrece uno su asiento en el autobús y en el metro, incluso se las resguarda al andar por la calle alejándolas del tráfico o de lo que se arrojaba desde los balcones en otros tiempos, y si un barco zozobra y amenaza con irse a pique, los botes son para ellas y para sus vástagos pequeños (que les pertenecen más que a los hombres), al menos las primeras plazas. Cuando se va a fusilar en masa, a veces se les perdona la vida y se las aparta; se las deja sin maridos, sin padres, sin hermanos y aun sin hijos adolescentes ni por supuesto adultos, pero a ellas se les permite seguir viviendo enloquecidas de dolor como a espectros sufrientes, que sin embargo cumplen años y envejecen, encadenados al recuerdo de la pérdida de su mundo. Se convierten en depositarias de la memoria por fuerza, son las únicas que quedan cuando parece que no queda nadie, y las únicas que cuentan lo habido.

Título : Tomás Nevinson
Autor : Javier Marías
Lengua : Español

Quarta di copertina / Trama

Tomás Nevinson, marito di Berta Isla, cede alla tentazione di tornare nei servizi segreti dopo esserne uscito: gli viene proposto di andare in una città del nord-ovest della Spagna per identificare una persona che dieci anni prima aveva preso parte ad alcuni attentati dell’Ira e dell’Eta. «Ho avuto un’educazione all’antica, e non avrei mai creduto che un giorno mi si potesse ordinare di uccidere una donna».

«Ho avuto un’educazione all’antica, e non avrei mai creduto che un giorno mi si potesse ordinare di uccidere una donna». Due uomini, uno nella finzione e uno nella realtà, ebbero la possibilità di uccidere Hitler prima che questi scatenasse la Seconda guerra mondiale. A partire di qui, Javier Marías esplora il rovescio del comandamento «Non uccidere». Quegli uomini avrebbero fatto bene a sparare al Führer: è forse lecito fare lo stesso contro qualcun altro? Come dice il narratore di Tomás Nevinson, «uccidere non è un gesto cosí estremo se si ha piena nozione di chi si sta uccidendo». Tomás Nevinson, marito di Berta Isla, cede alla tentazione di tornare nei servizi segreti dopo esserne uscito: gli viene proposto di andare in una città del nord-ovest della Spagna per identificare una persona che dieci anni prima aveva preso parte ad alcuni attentati dell’Ira e dell’Eta. Siamo nel 1997. L’incarico reca la firma del suo ambiguo ex capo Bertram Tupra, che già in precedenza, grazie a un inganno, aveva condizionato la sua vita. Tomás Nevinson è una profonda riflessione sui limiti di ciò che è lecito fare, sulla macchia che quasi sempre accompagna la volontà di evitare il male peggiore, e soprattutto sulla difficoltà di determinare quale sarà quel male. Sullo sfondo di episodi reali del terrorismo europeo, Tomás Nevinson è la storia di ciò che succede a un uomo al quale è già successo di tutto e al quale, apparentemente, non poteva succedere piú nulla. Ma, finché la vita non finisce, tutto può accadere…
(Einaudi; Supercoralli)

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