La presidente – Alicia Giménez-Bartlett

Incipit La presidente – Alicia Giménez-Bartlett

Incipit La presidente

– Una balena arenata, né più né meno, immensa e distesa sulla sabbia, morta. Supina, mostruosa per le sue dimensioni, ma anche affascinante nella sua gigantesca dignità. È curioso, tutti ci sentiamo un po’ colpevoli al suo cospetto, come se avessimo contribuito a ucciderla distruggendo il pianeta. Un mattino compare sulla spiaggia come dal nulla e tutti corrono a vederla, scattano fotografie, si domandano come possa essere arrivata fin lì e perché.
L’uomo parve scacciare un pensiero e continuò:
– Ecco, questa è stata la sensazione che ho avuto quando sono entrato nella stanza. Era completamente vestita, con la sua collana di perle, che non si toglieva mai. Gli occhi aperti, fissi al soffitto. Dio mio! So che non avrei dovuto toccarla, ma la prima cosa che ho fatto è stata chiuderglieli. Non riuscivo a guardarli. Quei suoi occhi grandi, sempre pronti a ridere, che in un attimo potevano trasformarsi in quelli di una belva feroce. E la strana schiuma che le usciva dalla bocca, quella bocca che ti faceva scattare sull’attenti come un soldato. Tutti avevano paura di lei, e anch’io, perché negarlo? Lei era una forza della natura, per questo la ammiravamo, ma sappiamo che un ciclone ti può travolgere senza nemmeno accorgersene. Non riesco ancora a crederci, scusate.
Gli si era incrinata la voce. Si premette le palpebre da sotto gli occhiali, che sollevandosi sulla fronte gli diedero un’aria da grosso insetto.

Incipit tratto da:
Titolo: La presidente
Autrice: Alicia Giménez-Bartlett
Traduzione: Maria Nicola
Titolo originale: La presidenta
Casa editrice: Sellerio
In copertina: Twins di Monica Garwood
Qui è possibile leggere le prime pagine di La presidente

La presidente - Alicia Giménez-Bartlett

Incipit La presidenta

—¿Ustedes han visto las imágenes de una ballena, hermoso animal, varada y muerta en la playa? Boca arriba, monstruosa por el tamaño, pero que impacta porque tiene la dignidad de un gigante. Es curioso, nos sentimos un poco culpables, como si hubiéramos contribuido a matarla por la historia del cambio climático, el planeta hecho trizas y todo lo demás. Aparece como de la nada y la gente se entera enseguida y va a contemplarla, le hacen fotos, se preguntan cómo ha llegado al lugar y por qué.
»Bueno, pues esa es exactamente la impresión que me dio cuando entré en su habitación del hotel. Estaba completamente vestida, no vayan a pensar, con su collarón de grandes perlas en el cuello, que no se lo quitaba ni para dormir. Los ojos abiertos mirando al techo. ¡Dios!, sé que no debía haberla tocado para nada, pero lo primero que hice fue cerrárselos. No lo podía soportar. Aquellos ojazos suyos, que igual se reían que se convertían en los de una fiera a punto de atacar. Y de la boca saliéndole aquella espuma rara…, esa boca que daba una orden y te entraban ganas de cuadrarte como un militar. Todos le tenían miedo, yo también, ¿para qué negarlo?, era una fuerza de la naturaleza y eso está muy bien, pero ya sabemos que un ciclón se te lleva por delante sin preguntar. Aún no puedo creérmelo, disculpen.
Al testigo le flaqueó un poco la voz. Se apretó los párpados por debajo de las gafas, que al elevarse le enmarcaron la frente dándole el aspecto de un insecto.

Título : La presidenta
Autor : Alicia Giménez-Bartlett
Lengua : Español

Quarta di copertina / Trama

Vita Castellá giace cadavere nella stanza di un lussuoso albergo di Madrid, avvelenata con un caffè al cianuro. È stata la presidente della Comunità Valenciana. Amata e detestata, benefattrice e prepotente, ha dominato la città e la regione in una stagione segnata da una corruzione pervasiva e quasi proverbiale. La rete di potere che da lei si è estesa ha lasciato al suo ritiro una schiera di scheletri in moltissimi armadi.
Della sua morte, le autorità, il capo della polizia, il ministro, vogliono far passare una versione ufficiale meno compromettente, un infarto che eviti «un casino di dimensioni stratosferiche». L’inchiesta di polizia è però inevitabile. L’idea brillante è di affidarla a degli investigatori inesperti e malleabili. Come Berta e Marta, due sorelle giovanissime appena uscite dall’Accademia di Polizia. Diverse l’una dall’altra come due fiocchi di neve, sono acute, ambiziose e sono donne, cioè con una emergente avversione per i maschi al potere.
Vanno così per la loro strada di poliziotte determinate. Con un po’ di rimorso «tacendo e mentendo» ai loro capi come questi fanno con loro due. E s’inerpicano in un’inchiesta che si svolge in una fascinosa Valencia. Poteri e misteri, false apparenze, vendette e rancori, altri spietati omicidi debbono svelare a poco a poco, anche con l’aiuto dell’affezionato addetto stampa della presidente, «Boro» Badía, un giornalista a cui il «partito» ha spezzato la carriera e ferito la dignità a causa del-le scelte sessuali.
Le due creature di Alicia Giménez-Bartlett, le sorelle Miralles, Berta e Marta, sfidano lo stereotipo del detective tradizionale. Le ubbie, le paturnie, e i sogni propri di ogni ragazza risaltano nei dialoghi, e danno al mistero poliziesco la stessa quotidiana leggerezza che ha reso famosa l’ispettrice di Barcellona Petra Delicado. Quell’umorismo d’ambiente che ha tra i suoi scopi, come sempre nei romanzi dell’autrice, anche quello di affermare i diritti.
(Sellerio; La Memoria)

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Berta Isla – Javier Marías

Incipit Berta Isla - Javier Marías

Incipit Berta Isla

Per molto tempo non avrebbe saputo dire se suo marito era suo marito, in modo simile a come non saprebbe dire, nel dormiveglia, se sta pensando o sognando, se ha ancora il controllo della propria mente o se lo ha già perduto per lo sfinimento. A volte pensava di sí, altre volte di no, e a volte decideva di non pensare e di continuare a vivere la sua vita con lui, o con quell’uomo che assomigliava a lui, piú vecchio di lui. Anche lei del resto era invecchiata, per conto suo, in sua assenza, era molto giovane quando lo aveva sposato.
Questi erano i periodi migliori, i piú tranquilli e soddisfacenti, quelli che scorrevano piú lisci ma che non duravano, non è facile dimenticare una cosa cosí grande, un dubbio di quella portata. Riusciva a lasciarlo da parte per qualche settimana, a immergersi nell’impremeditata quotidianità di cui godono senza problemi quasi tutti gli abitanti della terra, che si limitano a veder cominciare le giornate, a vederle tracciare un arco e poi concludersi. Allora immaginano un termine, una pausa, uno stacco o una frontiera, segnato dal momento in cui ci si addormenta, che in realtà non c’è: il tempo continua ad avanzare e ad agire, non solo sul nostro corpo, anche sulla nostra coscienza, a lui non importa se dormiamo profondamente oppure siamo svegli e all’erta, se soffriamo d’insonnia o ci si chiudono gli occhi nostro malgrado come sentinelle alle prime armi in quelle guardie notturne che in Spagna, chissà perché, vengono dette imaginarias, forse perché il giorno dopo sembra non siano mai esistite, a chi è rimasto in piedi mentre il mondo dormiva, ammesso che sia riuscito a rimanere sveglio e a non farsi arrestare, o passare per le armi in tempo di guerra. Un solo colpo di sonno invincibile e ci si può ritrovare morti, o addormentati per sempre. Che grande rischio nella piú piccola cosa.

Incipit tratto da:
Titolo: Berta Isla
Autore: Javier Marías
Traduzione: Maria Nicola
Titolo originale: Berta Isla
Casa editrice: Einaudi
Qui è possibile leggere le prime pagine di Berta Isla

Berta Isla - Javier Marías

Quarta di copertina / Trama

Berta Isla ha sposato Tomás pensando di conoscerlo da sempre, che anzi fosse lui a non conoscere qualcosa di lei, a non sapere cioè della verginità perduta con un altro uomo. Eppure è proprio il buon Tomás, il prevedibile Tomás a nascondere il segreto piú grande e sconvolgente. Nessuno come Marías sa mostrare il lato oscuro e insieme quello luminoso dell’amore, nessuno meglio di lui sa che ogni cuore che batte è un mistero, persino per il cuore che gli sta piú vicino.
Berta Isla ha sposato Tomás Nevinson nel maggio del 1974, nella chiesa di San Fermín de los Navarros, vicino alla scuola che entrambi hanno frequentato e dove si sono incontrati la prima volta. Lo ha sposato dopo essere stata la sua ragazza per anni senza mai fare l’amore con lui (perché tra buoni borghesi innamorati si usava cosí) e dopo aver perso la verginità con un altro in un giorno che non smetterà mai di ricordare. Lo ha sposato conoscendolo da sempre, convinta di aver trovato il suo destino, ma senza sapere nulla di lui, nulla che fosse davvero importante. Ma Tomás qualcosa di davvero importante lo stava nascondendo e non avrebbe mai potuto dirlo, a lei come a nessun altro. Durante i suoi anni universitari a Oxford infatti, in uno stupido giorno, il caso aveva deciso di condizionare la sua esistenza, e quella della moglie, per sempre. Il nuovo romanzo di Javier Marías è la storia di un amore imperfetto, come lo sono tutti. Di una donna, Berta Isla, che ha scelto di stare accanto a un uomo che può soltanto sperare di conoscere, ma che in fondo non si rivelerà mai per ciò che è realmente. È la storia di una relazione che, finita la passione, si regge in fragile equilibrio sul segreto, sulla lealtà e sul risentimento, su quanto non si vuole o non si può dire. È la storia di due cuori da sempre sconfitti che insieme cercano di resistere nella battaglia.
(Ed. Einaudi; Supercoralli)

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Tomás Nevinson – Javier Marías

Incipit Tomás Nevinson - Javier Marías

Incipit Tomás Nevinson

Ho avuto un’educazione all’antica, e non avrei mai creduto che un giorno mi si potesse ordinare di uccidere una donna. Le donne non si toccano nemmeno con un fiore, non si arreca loro danno fisico e quello verbale va evitato il piú possibile, sebbene loro non ricambino quest’ultima attenzione. Ma non basta, bisogna proteggerle e rispettarle e cedere loro il passo, fare loro scudo e aiutarle se portano un bambino nel ventre o in braccio o in carrozzina, occorre farle sedere sull’autobus e in metropolitana, e perfino, camminando per strada, ripararle dal traffico e da ciò che in altri tempi si gettava dai balconi, e se una nave minaccia di colare a picco, le scialuppe sono per le donne e per i loro pargoli (che appartengono a loro piú che agli uomini), í primi posti, almeno. In una fucilazione di massa, sono talvolta risparmiate; vengono lasciate senza marito, senza padre, senza fratelli e addirittura senza figli adolescenti né, naturalmente, adulti, ma viene concesso loro di continuare a vivere, folli di dolore come spettri dolenti, che tuttavia continuano a compiere gli anni e invecchiano, incatenati al ricordo della perdita del loro mondo. Costrette con la forza al ruolo di depositarie della memoria, sono le uniche a restare quando sembra che non resti piú nessuno, e le uniche a poter raccontare ciò che è accaduto.

Incipit tratto da:
Titolo: Tomás Nevinson
Autore: Javier Marías
Traduzione: Maria Nicola
Titolo originale: Tomás Nevinson
Casa editrice: Einaudi
Qui è possibile leggere le prime pagine di Tomás Nevinson

Tomás Nevinson - Javier Marías

Incipit Tomás Nevinson

Yo fui educado a la antigua, y nunca creí que me fueran a ordenar un día que matara a una mujer. A las mujeres no se las toca, no se les pega, no se les hace daño físico y el verbal se les evita al máximo, a esto último ellas no corresponden. Es más, se las protege y respeta y se les cede el paso, se las escuda y ayuda si llevan un niño en su vientre o en brazos o en un cochecito, les ofrece uno su asiento en el autobús y en el metro, incluso se las resguarda al andar por la calle alejándolas del tráfico o de lo que se arrojaba desde los balcones en otros tiempos, y si un barco zozobra y amenaza con irse a pique, los botes son para ellas y para sus vástagos pequeños (que les pertenecen más que a los hombres), al menos las primeras plazas. Cuando se va a fusilar en masa, a veces se les perdona la vida y se las aparta; se las deja sin maridos, sin padres, sin hermanos y aun sin hijos adolescentes ni por supuesto adultos, pero a ellas se les permite seguir viviendo enloquecidas de dolor como a espectros sufrientes, que sin embargo cumplen años y envejecen, encadenados al recuerdo de la pérdida de su mundo. Se convierten en depositarias de la memoria por fuerza, son las únicas que quedan cuando parece que no queda nadie, y las únicas que cuentan lo habido.

Título : Tomás Nevinson
Autor : Javier Marías
Lengua : Español

Quarta di copertina / Trama

Tomás Nevinson, marito di Berta Isla, cede alla tentazione di tornare nei servizi segreti dopo esserne uscito: gli viene proposto di andare in una città del nord-ovest della Spagna per identificare una persona che dieci anni prima aveva preso parte ad alcuni attentati dell’Ira e dell’Eta. «Ho avuto un’educazione all’antica, e non avrei mai creduto che un giorno mi si potesse ordinare di uccidere una donna».

«Ho avuto un’educazione all’antica, e non avrei mai creduto che un giorno mi si potesse ordinare di uccidere una donna». Due uomini, uno nella finzione e uno nella realtà, ebbero la possibilità di uccidere Hitler prima che questi scatenasse la Seconda guerra mondiale. A partire di qui, Javier Marías esplora il rovescio del comandamento «Non uccidere». Quegli uomini avrebbero fatto bene a sparare al Führer: è forse lecito fare lo stesso contro qualcun altro? Come dice il narratore di Tomás Nevinson, «uccidere non è un gesto cosí estremo se si ha piena nozione di chi si sta uccidendo». Tomás Nevinson, marito di Berta Isla, cede alla tentazione di tornare nei servizi segreti dopo esserne uscito: gli viene proposto di andare in una città del nord-ovest della Spagna per identificare una persona che dieci anni prima aveva preso parte ad alcuni attentati dell’Ira e dell’Eta. Siamo nel 1997. L’incarico reca la firma del suo ambiguo ex capo Bertram Tupra, che già in precedenza, grazie a un inganno, aveva condizionato la sua vita. Tomás Nevinson è una profonda riflessione sui limiti di ciò che è lecito fare, sulla macchia che quasi sempre accompagna la volontà di evitare il male peggiore, e soprattutto sulla difficoltà di determinare quale sarà quel male. Sullo sfondo di episodi reali del terrorismo europeo, Tomás Nevinson è la storia di ciò che succede a un uomo al quale è già successo di tutto e al quale, apparentemente, non poteva succedere piú nulla. Ma, finché la vita non finisce, tutto può accadere…
(Einaudi; Supercoralli)

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